COMUNICATO STAMPA - Siamo a 49 suicidi dall'inizio dell'anno, secondo i dati di Ristretti Orizzonti. Ogni suicidio è sicuramente una storia a sé, un gesto individuale di disperazione. Detto questo, ogni suicidio è anche il fallimento di un processo di conoscenza e presa in carico della persona.
I suicidi non si prevengono con la sorveglianza asfissiante ma con i colloqui individuali, il sostegno psicosociale, la liberalizzazione delle telefonate, la sorveglianza dinamica, l'umanità del trattamento. Vanno chiusi tutti i reparti di isolamento di fatto o di diritto, a partire dal carcere romano di Regina Coeli. Tutti i detenuti devono stare almeno 8 ore fuori dalla cella.
Speriamo che arrivi presto la riforma della legge penitenziaria che renda la vita in carcere meno dura di quello che è oggi. E che sia meno dura anche per lo staff penitenziario tutto, ivi compreso il personale di polizia.
Il suicidio di un agente a Tolmezzo, al di là delle motivazioni personali, è un grido di allarme verso le istituzioni. Va assicurato prestigio sociale ed economico a tutti gli operatori penitenziari. E vanno subito assunti giovani direttori, educatori, assistenti sociali e psicologi. In questo modo ci sarà anche meno carico sui poliziotti.