Dalle ricerche di Antigone sulle garanzie a protezione di chi si trova in stato di fermo o arresto (di cui abbiamo parlato anche qui) è emerso, tra le altre cose, che gli avvocati non dispongono del tempo sufficiente per preparare la prima fase della difesa. Prima dell'udienza di convalida degli arresti (quella in cui si decide se rimettere in libertà la persona o disporre misure cautelari) il tempo per consultare il fascicolo è troppo poco: in media 5 minuti.
Un modo per rafforzare le garanzie di chi è privato della libertà sarebbe inviare il fascicolo al difensore tramite l'indirizzo di posta elettronica certificata con cui già adesso gli si notifica la nomina, come avviene in molti paesi europei. Non è la sola possibilità.
Quasi un anno fa il Tribunale di Bologna ha dato il via a una sperimentazione che permette ai difensori di consultare da una postazione informatica, e senza dover necessariamente estrarre una copia, il fascicolo d’indagine del proprio assistito presso la Procura della Repubblica, agevolando sensibilmente l’accesso alle informazioni essenziali del procedimento. Questo strumento si sta rivelando utile per diminuire i tempi di accesso al fascicolo prima dell’udienza ordinaria. Il suo utilizzo andrebbe esteso alle udienze di convalida.
Sarebbe importante che l'iniziativa del Tribunale di Bologna, adottata su impulso dell'Ordine degli avvocati, si estendesse a tutti i Tribunali italiani.