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Un sindaco anti-ambulanti, il Manifesto, 03/01/07

Un sindaco anti-ambulanti
Il primo cittadino di Salerno Vincenzo De Luca (Ds) guida di persona la crociata contro gli immigrati. Ed è polemica
Giovanna Ferrara
Carlo Miele

Salerno
Relegare i venditori ambulanti in spazi ghetto. Questa l'idea di legalità del sindaco-sceriffo di Salerno, Vincenzo De Luca, che ha dedicato i giorni di festa a un repulisti generale delle vie del centro dalle bancarelle degli extracomunitari, rei di «sporcare» la città-vetrina. Un obiettivo da perseguire anche in prima persona, se a farlo non sono i vigili urbani, cui pure il primo cittadino ha da poco donato un manganello adatto allo scopo.
Tutto inizia il giorno di Santo Stefano, quando la passeggiata di De Luca per il corso cittadino viene turbata dalla vista di decine di ambulanti che approfittano della chiusura dei negozi per vendere la propria merce. Uno spettacolo indecoroso agli occhi del sindaco, che viene colto da un accesso d'ira che si traduce in urla spedite all'indirizzo degli extracomunitari. Una rabbia accresciuta dal fatto che solo pochi giorni prima l'amministrazione aveva inaugurato degli appositi «mercatini etnici», messi in periferia, lontano dal passeggio dei salernitani. Gli immigrati devono andarsene immediatamente. E subito una telefonata al comando dei vigili urbani, con l'ordine perentorio di intervenire. Di smettere di indugiare in una colpevole inerzia da post-cenone.
Il risultato è un blitz immediato della polizia municipale di cui fanno le spese gli ambulanti. Qualcuno viene portato al comando per accertamenti e migliaia di pezzi (cd, cappelli e monili) finiscono sotto sequestro. Nei giorni successivi i vigili urbani provano a recuperare il tempo perso, presidiando le vie del centro e prendendo di mira i pochi venditori che osano sfidare il «blocco». Altri sequestri e qualche segnalazione. Ma questa volta i vigili devono avere a che fare anche con l'inattesa rivolta dei cittadini, che decidono di opporsi alle maniere forti volute dall'amministrazione comunale, ostacolando le operazioni dei caschi bianchi e facilitando la fuga dei venditori abusivi.
L'atto di forza del sindaco ha colto di sorpresa gli stessi salernitani, pure abituati ai suoi modi diretti. «I segnali che provengono dall'amministrazione - spiega Ernesto Scelza, presidente della consulta provinciale per gli immigrati - sono molto preoccupanti. Si rischia di determinare una profonda involuzione culturale, che sarebbe ancora più grave se si considera che la città è naturalmente protesa all'accoglienza. Siamo un porto importante del Mediterraneo. Non credo che si possa affrontare così il problema dell'immigrazione, liquidandolo con soluzione sbrigative. Questo è il segno di una incapacità». Contrario all'intervento è anche don Pietro Mari, parroco salernitano e fondatore dell'associazione Oasi, cui fanno riferimento diverse comunità di immigrati, secondo cui è sbagliato il metodo utilizzato, «viziato nell'approccio da populismo e demagogia».
La risposta di De Luca arriva nella conferenza stampa di fine anno, dove il primo cittadino si scaglia contro tutti coloro che sottovalutano il problema legalità a Salerno. «Non è intolleranza se cacciamo gli abusivi extracomunitari dopo che abbiamo cacciato gli italiani - risponde ai giornalisti - Se dieci extracomunitari stanno sul Corso senza permesso, arrivano cinquanta persone di Mariconda (un quartiere popolare di Salerno, ndr). Adesso poi cominciano ad aggredire i vigili urbani perché pretendono di stare dove dicono loro. Salerno rimane un'isola felice in un territorio compromesso. Ma non bisogna abbassare la guardia. Difenderci significa riconquistare il territorio strada per strada».
Il fulcro del progetto di «bonifica» voluto da De Luca all'inizio del suo mandato è rappresentato dalla creazione di due mercatini etnici: qualche panca, dei banchi e una copertura in due vie lontane dal centro e prive di attrattori. Un'idea che finora ha trovato pochi consensi. Non sono contenti gli immigrati, che - con eccezione della comunità senegalese - non sono stati consultati. Non è contento il Codacons che si domanda come sia possibile pensare che i cittadini affrontino trasferte improbabili di chilometri in un traffico impazzito per comprare statuine di legno o bastoncini di incenso. A esultare è De Luca: l'iniziativa - ha annunciato trionfante il sindaco nella conferenza stampa di fine 2007 - ha avuto il merito di «liberare la città dai tappeti».