iniziative

DALLO STATO SOCIALE ALLO STATO PENALE: CARCERI E GIUSTIZIA IN EUROPA.

VENERDI' 8 NOVEMBRE ORE 14,30

 

"Esiste oggi una tendenza a risolvere con lo strumento della penalizzazione il problema del contenimento delle marginalità sociali. La crisi della pena moderna è in primo luogo misurabile nel suo grado di inflazione, esattamente come la moneta.

Le stime ufficiali calcolano che agli inizi del muovo millennio coloro che si trovavano sul pianeta Terra penalmente privati della libertà (con esclusione quindi delle diverse forme di detenzione per ragioni politiche e/o belliche) erano di poco superiori agli otto milioni e settecentomila. Stima deficiente per difetto. Ma questo dato - per quanto impressionante - ha un significato apprezzabile solo a livello di contabilità statistica, in quanto registra i presenti nelle istituzioni penali normalmente a fine a anno o comunque a giorno definito. Mediamente gli entrati ogni anno dallo stato di libertà in una istituzione di detenzione penale sono molto più numerosi, mediamente più del doppio. Si può azzardare, ancora per difetto: ogni anno nel mondo, più di 20 milioni di persone conoscono una esperienza detentiva.

Bene: se 20 milioni di uomini si danno la mano, creano una fila tanto lunga che sulla linea dell’Equatore possono abbracciare il Mondo. Se a questa fila si aggiungono anche coloro che sono penalmente limitati nella libertà, essa potrebbe abbracciare più volte la Terra. Un gigantesco girotondo, una sorta di ‘giromondo penitenziario’ composto da una colonna umana che solo per sfilare di fronte ad un paziente quanto insonne spettatore impiegherebbe più di due anni." (Massimo Pavarini)

            I trend di crescita dei processi di carcerizzazione seguono i trend di dismissione delle politiche di welfare. Ciò mentre la stessa Europa ha dato vita ad un  apparato embrionale per i diritti e le garanzie nelle carceri. Sul piano normativo vi sono gli standard minimi previsti dalle European Prison Rules che, seppur prive di status vincolante, impongono un obbligo politico e morale di adeguamento ai 43 Stati del Consiglio di Europa. Il Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e di ogni forma di trattamento inumano, crudele o degradante, operativo dal 1989, svolge invece una funzione ispettiva preventiva, con poteri di visita di ogni luogo di privazione della libertà. Sul piano giurisdizionale dal 1950 opera la Corte Europea dei Diritti umani, istituita dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali. La Carta di Nizza, il processo di costituzionalizzazione e i lavori della Convenzione richiedono oggi contributi di analisi, di ricerca e di osservazione a livello europeo. Per questo vogliamo costruire una rete di osservazione del sistema penale e delle carceri in Europa.

 

Antonio Pedro Dores, sociologo del diritto università di Lisbona presidente associazione Sos Prisoes;
Iñaki Anitua dell'Observatorio del Sistema Penal y los Derechos Humanos di Barcellona;
Roger Matthews, docente di politica criminale, Middlesex University, Londra;
Stefano Anastasia, presidente associazione Antigone;
Alessandro Margara, già magistrato di sorveglianza;
Franco Maisto, sostituto procuratore corte di Appello di Milano;
Angel Elías Ortega, sottosegretario de la Izquerda Unida Eusko Jaurlaritza - Governo Basco;
Luigi Nieri, assessore alle politiche per le periferie, per lo sviluppo locale, per il lavoro del Comune di Roma;
Giuseppe Mosconi, sociologo Università di Padova, presidente Antigone Veneto.

Stampa articolo

Invia articolo