Carceri. Antigone: "bene richiesta seduta straordinaria alla Camera. Il carcere torni al centro del dibattito pubblico e politico"

camera-dei-deputati"È assolutamente necessario che si discuta ai più alti livelli e in Parlamento di quanto sta accadendo nelle carceri e si prendano decisioni che portino il sistema nella legalità. Siamo ad un punto critico da cui è necessario uscire attraverso una serie di provvedimenti urgenti che non possono più essere rimandati senza mettere a rischio la dignità di chi in carcere è recluso, ma anche di chi in carcere lavora". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. 

Dopo il record negativo dello scorso anno di 89 suicidi, sono già 16 quelli avvenuti nel 2025. Le persone detenute in carcere a fine febbraio erano 62.165 per una capienza regolamentare di 51.323 unità, ma reale di 46.836 posti. Questo significa che, alla fine del mese scorso, in carcere c'erano 15.329 persone senza un posto, per un tasso di affollamento del 132,7%. Molte strutture detentive versano poi in condizioni totalmente degradate a livello igienico-sanitario. Carceri con muffe e infiltrazioni diffuse, fredde per l'assenza di riscaldamenti e acqua calda in inverno, con un caldo soffocante in estate, in alcuni casi con mancanza di luce nelle sezioni. Carceri dove si sta in celle così malmesse fino a 20 ore al giorno di fila. Carceri dove non si può telefonare ai propri cari se non 10 minuti a settimana. 

"Un contesto questo - sostiene il presidente di Antigone - che produce tensione, che mette a dura prova tanto le persone detenute che gli operatori che si ritrovano a dover vivere quotidianamente questo stato di profondo abbandono e di assenza di dignità, con un impatto anche sulla recidiva, che in Italia continua ad essere attorno al 70%. Del resto, come può una persona affidata a questo contesto uscire dal carcere avendo costruito un percorso alternativo e diverso rispetto a quello criminale?". 

"Proprio per questo il carcere deve tornare al centro del dibattito pubblico e politico. Il carcere deve interessare a tutti perché riguarda tutta la società, da cui provengono le persone detenute e in cui le persone detenute torneranno dopo aver scontato la propria pena. Dobbiamo perciò costruire un sistema penitenziario che sia rispettoso dei diritti e che costruisca possibilità di reinserimento sociale reali, in linea con il dettato costituzionale. Per questo - ricorda Gonnella - come Antigone, già da qualche tempo, abbiamo avanzato alcune proposte che guardino sia ad un ridimensionamento numerico delle persone recluse, sia all'investimento su attività che possano realmente essere di supporto agli operatori nel costruire percorsi reali di reinserimento sociale". 

Tra le proposte di Antigone:
- misure straordinarie per ridurre i numeri nelle carceri per adulti e in quelli minorili; 
- un nuovo regolamento che innovi la vita interna a partire dalle proposte avanzate dalla Commissione per l'innovazione del sistema penitenziario, presieduta dal Prof. Marco Ruotolo; 
- liberalizzazione delle telefonate per garantirne una fruizione quotidiana, quanto meno per i detenuti di media sicurezza;
- assunzione di 10 mila giovani operatori che vadano a lavorare nelle carceri, in diversi ruoli, per dare man forte agli attuali operatori che spesso soffrono di forte stress a causa di un lavoro che produce grande burnout. 

Inoltre Antigone chiede:
- alle Regioni di fare investimenti straordinari nella formazione professionale;
- alle ASL di andare a verificare con visite ispettive se le condizioni carcerarie siano o meno rispettose di standard minimi igienico sanitari;
- ai giornalisti di chiedere di andare a visitare in che condizione drammatica sono le strutture penitenziarie come Solliciano o Beccaria o la Dozza o Regina Coeli e al Ministero di autorizzare accesso e riprese in un'ottica di totale trasparenza; 
- alle università di chiedere di aprire corsi e alle scuole di aprire sezioni di liceo. 

"La questione carceraria - conclude Patrizio Gonnella - riguarda tutte le parti della società".