In tanti si prendono la briga di unire la loro voce alla nostra nel raccontare un carcere. Appositamente per loro, per queste voci, lasciamo uno spazio sul nostro sito. Le schede relative ai singoli istituti che pubblichiamo on line e che aggiorniamo a seguito di ogni visita dell’Osservatorio vengono commentate, corrette, integrate da chi in quel carcere ha vissuto come detenuto, da chi vi ha lavorato come operatore, da chi vi si è recato in visita per trovare un parente, da chi vi è entrato come volontario. Sono voci che raccontano di quella grande comunità carceraria, un mondo attorno al mondo della detenzione, che coinvolge trasversalmente la società e che ci ricorda i pochi gradi di separazione che intercorrono tra il carcere e chiunque al di fuori, anche chi si sente il più lontano possibile da quel grande rimosso. Alcune di queste voci ci correggono informazioni che diamo nelle nostre schede. Dei possibili errori interpretativi o delle mancanze ci scusiamo. Le nostre informazioni sono frutto di osservazione diretta e questa è inevitabilmente sempre mediata dal punto di vista. Sono inoltre frutto dei dialoghi con le figure rilevanti, e anche in questi qualcosa può sfuggire o restare opaco. Altre voci ci scambiano per l’istituzione carceraria ed è interessante leggere cosa chiedono a essa. Altre voci ancora, le più numerose, raccontano di dolori, di rabbie, di ingiustizie, di impotenze davanti all’istituzione. Sono un grido di esistenza. Voci troppo poco ascoltate, spesso vittime di odio nel mondo social, che sperano in quella piccola amplificazione che Antigone può dare loro. Lo facciamo con autentico senso di rispetto, pubblicandole qui a seguire.
Casa di Reclusione “San Michele”, Alessandria – 14.3.2018
Buongiorno. Tramite la Coop di Sanremo ho acquistato il pane bio. Eccellente. Vorrei sapere se nel carcere esiste un defribillatore per le emergenze; sono amico di una Signora che si occupa della diffusione di tali presidi e, volentieri, mi attiverei per poterne donare almeno uno alla Casa di Reclusione. Seguo Radio Radicale e così mi sono sensibilizzato al problema dei carcerati. (Segue numero di telefono)
Casa di Reclusione di Asti – 22.3.2018
Alla voce formazione professionale non è indicato alcun corso. Presso la casa di reclusione di Asti sono attivi due corsi di formazione professionale: tecniche di panetteria e pasticceria (concluso in data 24 febbraio 2018 con 15 allievi) – 300 ore con attestato di frequenza con profitto; Addetto giardinaggio e ortofrutticoltura (in fase di svolgimento con termine previsto il prossimo 27 luglio e 15 allievi iscritti – 660 ore con rilascio di qualifica professionale. I corsi sono realizzati e gestiti dall’ente di formazione accreditato presso la Regione Piemonte: Fondazione Casa di Carità arti e mestieri onlus.
Casa Circondariale di Bergamo – 13.8.2018
Nell’elenco dei professionisti presenti stabilmente in carcere non appaiono gli psicologi. I due psicologi dell’AST Papa Giovanni XXIII Psicologia Clinica sono presenti tutti i giorni per un totale di 40 ore/settimana. integrazione. Grazie.
Casa Circondariale e di Reclusione di Campobasso – 30.1.2018
Sono stato detenuto in questo carcere per anni, ed effettivamente la polizia penitenziaria e il commissario fanno il possibile ogni giorno per rendere meno dura la vita dei detenuti, anche quando fanno il colloquio c’è massima gentilezza, ma purtroppo sembra che da tantissimi anni lo stato non emette fondi per la struttura, e ogni tanto si verifica un aggressione ad un agente. Tutti devono pagare gli errori ma in un modo decente, anche perché non e facile dividere la cella con persone che per la prima volta entrano in carcere. Io sono stato a l’eta di 24 anni per poi tornare a 39 e ci sono stato per tantissimi anni, ho avuto modo di conoscere la ex direttrice e il commissario, poi ho conosciuto il direttore e con il commissario stanno cercando un immenso aiuto dallo stato ma quando ci sara? Io sono stato alla 3° sezione quella un po complicata più di tutte, che a mio avviso non dovrebbe proprio trovarsi nel istituto come e composto ora, ed e la sezione collaboratori di giustizia, infatti il primo piano e da anni che e in restauro, ma senza soldi come si fa? Poi per quel padiglione ci vogliono agenti fissi, e sopratutto quando escono per recarsi in vari uffici devono bloccare tutto ed essendo un carcere piccolo e un impresa ogni giorno per il personale di servizio. Spero che questo mio scritto arrivi al ministero perché e troppo facile dire dopo e colpa di… i guai vanno affrontati prima e con tutti i mezzi possibili. Ringrazio il direttore, il commissario, la comandante, l’ispettore, il Brigadiere, e tutti gli agenti che per anni mi hanno anche aiutato ad affrontare i miei errori, e un grazie al educatrice e al cappellano del carcere. Grazie di cuore.
Casa Circondariale di Viterbo “Mammagialla” – 4.2.2018
Questa scheda è una grandissima bugia il carcere mammagialla è un inferno non ci sono corsi non ci sono educatori non ci sono luoghi di cultu le celle sono sempre chiuse lavorano solo portavitto e scopini e la paga è irrisoria poco più di cento euro al mese i campi di calcio non funzionano mai le doccia fanno schifo e una struttura di merda e la sorveglianza non funziona nessuno dico nessuno prende misure alternative e lo schifo d’Italia quale rieducazione li impari a delinquere…
Casa Circondariale Palermo “Pagliarelli” – 13.1.2018
Salve, ho fatto visita alla mia fidanzata, è imputata non condannata, dopo 1 mese sono riuscito a farmi autorizzare dal giudice, la mia fidanzata e straniera e quindi gia e difficile per lei comunicare in italiano con altre persone, nella visita mi ha detto che in cella non hanno acqua calda e la doccia possono farla solo 2 volte a settimana, in cella mi ha detto che sono in 6. grazie per l’attenzione, alla prossima.
Casa Circondariale di Cassino – 12.5.2018
Ci verrà il Mio ragazzo da voi a fine mese per fare carcere definitivo li da voi fino al 2020 OK lo amo.
Casa Circondariale di Cassino – 18.9.2018
Salve, dopo la seconda visita fatta oggi a mio figlio, debbo aggiungere che dove si trova lui (la zona vecchia) topi di grosse dimensioni (ratti) entrano con estrema facilità nelle celle, e i muri sono letteralmente fradici di umidità. Parole riferitemi in fase di colloquio. Cordiali saluti.
Castiglione delle Stiviere – 2.1.2018
Salve, ho 19 anni , e sono un po’ di anni che cerco mia zia che uccise mio cugino che aveva 13 mesi la epoca, ero davvero piccola ricordo che era sposata e non so bene il perché ma ha fatto quel omicidio, vorrei solo capire dove si trova mia zia leggendo un po’ su internet le utile notizie pare che si trovi nella vostra struttura, ho visto che c’è il numero di telefono e proverò a chiamare domani per vedere se riesco a trovare qualche informazione in più su mia zia che ormai è sola al mondo alla fine, tutta la famiglia la abbandonata ma io ancora non mi do pace finché non la troverò , perché si ha sbagliato a commettere quel omicidio ma merita una seconda possibilità, e io gliela voglio dare. (Segue numero di telefono)
Casa Circondariale di Como – 8.9.2018
Ero una trans detenuta, sono italiana, aveva pensato il DAP che fosse il caso che fossimo trasferite dal carcere di San Vittore di Milano al Bassone di Como. Ci sono mancanze sanitarie, logistiche e amministrative. Noi viviamo oltre a regime chiuso, in celle inadeguate e in una sezione ricavata dove stavano i nuovi giunti che non ha nulla, se non una saletta multifunzione in cui se ci fosse un corso o la scuola noi potevamo solo stare in cella. Devo però dire che c’è la buona volontà della Comandante, della sovrintendente, gli ispettori e la stessa Direttrice. Purtroppo c’è anche da dire che nella mia sezione c’era una sorta di ricatto-minaccia che subivano gli assistenti dalle transessuali sudamericane con tagli, finti scioperi della fame e bugie. Di conseguenza non è facile neanche da parte del personale gestire noi di cui mi vergogno di essere transessuale. Comunque rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento se servisse solo anche a dare un supporto o un aiuto. Cordialmente. (Segue numero di telefono)
Casa di Reclusione di Fermo – 29.4.2018
Non c’è privacy nell’infermeria del carcere ma per Antigone-Marche è tutto ok.
Casa Circondariale di Foggia – 30.3.2018
Salve, insegno nel carcere di Foggia. Ad integrazione di quanto riportato dalla scheda, vorrei aggiungere che la direttrice manca da circa un anno, per motivi di salute, ed è sostituita da un funzionario, mi sembra, del DAP di Bari (le notizie non sono mai ufficiali, lì dentro). Per questo motivo è presente 2/3 gg a settimana, con le ovvie conseguenze. Il carcere è allo sbando, e pochissimo ci è concesso anche a titolo volontaristico, le ritorsioni, in casi di necessità, non mancano e colpiscono tutti i detenuti, colpevoli e non, ma le buone pratiche non sono valorizzate e, credo, quelle sarebbero esempi incentivanti. A scuola non abbiamo l’uso del computer: cioè, ci sono quelli dati dalla scuola, ma non solo è escluso internet, ma anche dvd, pennette o altri ausili…solo fotocopie, ma devi portartele tu. Grazie
Casa di Reclusione di Gorgona – 29-8-2018
Se possibile mi farebbe piacere avere notizie dell’operato e se resta memoria del direttore che diresse l’ Istituto dal 1953 al 1959, anno in cui passò a dirigere la Casa Circondariale di Alessandria. Grazie.
Casa di Reclusione di Isili – 29.8.2018
Sono sorella di un detenuto che forse non meritava di stare lì… Accumuli di pena non meritava… Voglio dirle che è da più di 10 mesi che non si fa sentire e che ci manca tantissimo. Un uomo con comportamenti associati all’alcol prima di tutto lo stato dovrebbe aiutare queste persone a uscire dal tunnel dell’alcol, perché ci sono problemi dovuti anche a un infanzia infelice. Con violenza in famiglia e altro… I ragazzi per non pensare alla propria situazione non fa altro che farsi trascinare poi da amicizie sbagliate, proprio perché deboli di agire da soli…Si possono recuperare queste persone come ho detto, prima di fare brutte azioni, in condizioni senza intendere di volere. Vorrei tanto che gli assistenti sociali di tutti i comuni si preoccupassero di conoscere lo stato di queste persone e che facessero molto di più per un recupero sociale, scaricando la responsabilità alle famiglia… Aiuto si ma non in carcere. Si può fare di più… Fuori…
Casa di Reclusione di Parma – 17.4.2018
Sono il fratello di un detenuto che si trova in regime di 41 bis. Il problema è che mio fratello è paraplegico ed è stato allocato in una cella piccolissima che non si può muovere con la sedia a rotelle dove è costretto no può andare nel bagno perché la porta è piccola e non passa con la sedia a rotelle e quindi non può svolgere nemmeno i normali atti fisiologici; per di più era stato dichiarato incompatibile in precedenza nella sezione normale figuriamoci nel 41 bis. (Segue numero di telefono)
Casa Circondariale di Pavia – 20.7.2018
Buongiorno. Sono un ex detenuto della CC Torre del Gallo di Pavia, da poco scarcerato. A completamento e aggiornamento della situazione strutturale vi informo di alcuni aspetti importanti. L’area verde costruita recentemente è da pochi giorni inutilizzabile causa malore per il caldo di un parente di un detenuto. Tra l’altro è stata costruita in mezzo tra il padiglione protetti e comuni. Per cui i parenti spesso sono stati oggetto di insulti provenienti dalle celle. Dal punto di vista sanitario gran parte del personale medico e infermieristico si è dimesso il 25 giugno scorso causa le condizioni di lavoro estreme e il mancato pagamento dei compensi da mesi. La gestione del Direttore Sanitario è da sempre altamente deficitaria ma la Direzione mai è intervenuta per sanare la situazione. Attualmente vi sono solo due medici e il personale infermieristico è stato rimpiazzato con infermieri stranieri, probabilmente anche sottopagati. Tre mesi fà circa alle dieci di sera, causa grave insufficienza respiratoria di un detenuto, un agente ha aperto la mia cella per far intervenire il sottoscritto, Infermiere prima della carcerazione, che ha salvato letteralmente la vita al detenuto in questione. Sotto gli occhi impietriti di detenuti, agenti, ecc. Incredibile!!! Le richieste del Garante Provinciale al carcere sono sempre state inascoltate relativamente alle varie problematiche interne. Area educativa carente dal punto di vista professionale con Sintesi chiuse dopo anni. La mia mera osservazione della personalità in assenza di reati ostativi è stata chiusa dopo un anno e mezzo!!! Il padiglione protetti ha solo da poco una sua infermeria che funziona a singhiozzo viste anche le carenze di personale. Per necessità sanitarie bisogna sempre far capo all’infermeria nel padiglione comuni. Durante il passaggio della terapia semplici farmaci da banco per cefalee, pomate semplici, ecc non vengono somministrate e vi è la necessità di recarsi sempre in Infermeria per poterle ottenere. Spesso per semplici cefalee o problematiche non rilevanti si aspetta anche tutta la giornata per essere chiamati a visita. L’operato del prete interno poi è inverosimile. Si viene ricevuti mentre egli ti fuma in faccia con le sigarette che gli vengono donate per i detenuti, ma i detenuti queste sigarette le vedono col binocolo. Inoltre per ottenere lavoro interno, trasferimenti, ecc, in cambio di chissà cosa… Egli è sempre stato un riferimento per i detenuti più abbienti… Polizia Penitenziaria che pare non sia perquisita né all’ingresso né all’uscita dal turno di servizio… Sono noti gli arresti in passato di un assistente capo per il furto della cassaforte del carcere e di un agente per aver fornito un cellulare a un detenuto in isolamento. Pare vi sia anche un detenuto che faccia il cuoco, affetto da epatite b. Questi i principali aspetti che è opportuno che voi conosciate ai fini dell’aggiornamento della scheda del carcere e per tutte le eventuali Vs. iniziative a riguardo. Cordialità. (Segue numero di telefono)
Casa Circondariale di Pordenone – 29.4.2018
Buongiorno …Sono appena rientrato dalla casa circondariale di Treviso dove come volontario sono stato con un gruppo per animare la Messa. Al termine della messa mi sono intrattenuto a parlare qualche minuto con un giovane albanese il quale mi ha chiesto se posso contattare suor Giselle… O Giselda… Avrebbe tanto piacere di poterla salutare… Come mi è possibile gli ho promesso che mi dare fatto tramite. Buona missione…
Casa Circondariale di Prato “La Dogaia” – 4.5.2018
Salve, scrivo per conto dell’associazione liberarsi di Firenze che dal 2014 svolge nel carcere di Prato il servizio di posta elettronica (invio e ricezione dell’email).
Casa Circondariale di Milano San Vittore – 12.3.2018
Sono stato detenuto a San Vittore da ottobre 2016 ad agosto 2017. Non è vero che tutti i detenuti possono andare in palestra almeno una volta a settimana: i detenuti del sesto raggio non hanno l’uso della palestra. Non è vero che durante il periodo estivo si possono fare colloqui nell’area verde. L’area verde viene utilizzata, in estate e per un solo giorno a settimana, per i colloqui con i bambini. Spesso nel raggio giovani adulti vengono reclusi anche adulti e non per brevi periodi: da ottobre 2016 a giugno 2017 almeno tre adulti (oltre i 40 anni) sono stati reclusi in quel reparto e divisi in celle con giovani adulti. Non esiste la possibilità di utilizzo di Skype e non si può accedere ad internet. Non c’è la possibilità di inviare e/o ricevere e-mail. Le ore di aria al giorno non sono 4 ma 3 (1 al mattino e 2 al pomeriggio) e inoltre, nel sesto raggio, dove le docce non sono in cella ma comuni, le ore di aria corrispondono con l’orario per fare le docce. Le celle al piano terra ed al secondo piano del sesto raggio non sono aperte durante il giorno.
Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere “Francesco Uccella” – 27.11.2018
Lo sapete che sapone, acqua, carta igienica, bagnoschiuma e altre cose le devono comprare i detenuti!!!invece dovrebbe provvedere il carcere, cioè lo stato. Perché queste cose non le dite, non le scrivete? e neanche possono portarli i familiari. dove finiscono i soldi stanziati per questo?
Casa Circondariale di Terni – 29.3.2018
È presente la doccia nelle celle visitate NO, sicuramente nel vecchio padiglione, io sono stato nel nuovo e le docce erano in cella. Unica pecca è che il mangiare è poco e non buono, (passano spesso uova di dubbia provenienza) io spendevo in media 200 euro al mese per mangiare, poi i prezzi del sovravitto sono altissimi. niente da dire degli agenti che si sono sempre comportati bene e sono molto umani. brava la direttrice e l’equipe trattamentale, ad un anno dalla mia uscita ho risocializzato e dimenticato il mio errore, ora ho preso una strada di lavoro e di fede grazie a padre Rino.
Casa Circondariale di Trieste – 17.10.2018
Familiare di un detenuto. Affermo di essere stato trattato ogni volta come se io stesso fossi un delinquente. Comportamento svogliato e in particolar modo scontroso – e presuntuoso – da parte delle guardie addette all’accoglienza dei familiari. Risposte veloci e a volte del tutto carenti da parte degli enti. Indignato. Presenterò avanti proteste affinché tali individui non prendano un po più sul serio il loro ruolo lavorativo fisso. Si presuppone che, con i tempi che corrono, un lavoratore debba essere grato del posto che occupa invece di approfittarne della sua posizione. Con sconcerto, un familiare.
Casa di Reclusione di Turi di Bari – 9.5.2018
Salve, vorrei sapere come è possibile riuscire ad insegnare presso il carcere di Turi. Sono laureata in lettere compresa di specialistica ed esperienza pluriennale in ambito dell’insegnamento.
Resto a mia disposizione al mio indirizzo e-mail.
Casa di reclusione di Vigevano – 22.3.2018
Io sono stato detenuto nella casa do reclusione di vigevano ma vi assicuro leggendo ciò che dite che le cose non sono come predisposte, la parte educativa cioè con educatori non funziona per niente, secondo il mio punto di vista la moglie del direttore è incompatibile fare l’educatrice, per ciò che ho vissuto approfitta della sua potenza, il lavoro, credetemi, non è come dicono, io ho lavorato come spesino e prendevo 50 euro al mese e sono tanti, essendo una casa di reclusione dovrebbero fare molto di più, ci sono tante persone che non anno nulla. La polizia penitenziaria mi creda non ti sono di aiuto, sono poco presenti in sezione, sono molto burberi, rispondo male, cercano di portarti a sbagliare, nonostante siamo aperti durante il giorno questo non vuol dire che stiamo bene, non c’è un minimo di reinserimento, anzi, c’è menefreghismo totale, capisco che loro vivono una situazione non facile, ma nello stesso tempo non veniamo aiutati noi detenuti che si vogliono riabilitare. chiedi una telefonata straordinaria e le maggior parte delle volte ti viene rigettata, chiedi un colloquio in più e ti viene rigettato, chiedi di lavorare ma mi creda che veniamo trattati da schifo, sottopagati, io ho vissuto anche vigevano come casa circondariale, ma mi creda non c’è nessuna differenza da prima, le guardie fino a gennaio 2017 sono le stesse ,la mentalità è sempre la stessa. Non c’è una semilibertà, che essendo casa di reclusione penso sia giusta ci sia, non danno possibilità di fare lavori anche come volontari, senza retribuzione, siamo un numero di matricola e basta. Io ora sono agli arresti domiciliari con la legge 199, devo richiedere un Isee e il carcere non mi ha trasmesso il cud 2017, sanno solo chiedere le spese di mantenimento. Vorrei che il detenuto, giusto che paghi la sua pena per ciò che a fatto, abbia anche lui i suoi diritti, non siamo una pattumiera. La struttura mi creda fa schifo, le docce non anno aria, in cella non c’è acqua calda, non ti danno niente per poter pulire, non capisco i contributi che anno che fine fanno. Cè molta umidità, l’impianto elettrico fa paura, non abbiamo un posto dove poter stendere i panni puliti, o perlomeno dove dovremmo stendere alla sera mettiamo l’immondizia che il lavorante raccoglie. questo è il nostro trattamento. scusate il disturbo.
Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso – 22.5.2018
Buonasera volevo far sapere che negli ultimi mesi il centralino di Rebibbia NC ha enormi carenze: dieci minuti scarsi, si sente malissimo, spesso dicono che hanno telefonato e non hanno trovato i parenti a casa e naturalmente questo non è vero, per farli richiamare il detenuto deve quasi litigare. Volevo farvi sapere questo perché le telefonate sono dieci minuti di ossigeno per il detenuto, quel poco che hanno con la famiglia.