Nel sistema italiano della giustizia penale minorile la detenzione si conferma come misura residuale. Alla metà di aprile 2019, a fronte di 1.511 ragazzi presenti nei servizi residenziali della giustizia minorile e di 13.984 ragazzi in carico agli Uffici di servizio sociale per minorenni, solo 418 si trovavano in una delle 17 carceri minorili italiane (14 interamente maschili, una interamente femminile e due con sezioni maschili e femminili), andando a confermare quel dato oramai consolidato per il quale sono 25 anni che le presenze negli Istituti Penali per Minorenni non superano se non di pochissimo le 500 unità.
Presenze medie giornaliere in IPM
Fonte: nostra elaborazione su dati Dgmc
Totale | Italiani | Stranieri | |
2008 | 468 | 257 | 212 |
2009 | 503 | 296 | 207 |
2010 | 474 | 308 | 165 |
2011 | 486 | 325 | 161 |
2012 | 508 | 308 | 200 |
2013 | 452 | 268 | 184 |
2014 | 365 | 225 | 140 |
2015 | 436 | 240 | 196 |
2016 | 473 | 264 | 209 |
2017 | 464 | 262 | 202 |
2018 | 468 | 261 | 207 |
“Dei 418 ragazzi in carcere al 15 aprile scorso, 170 sono minorenni (il 40,7%) e 248 sono giovani adulti, ossia ragazzi tra i 18 e i 24 anni”
Il calo di presenze che si riscontra tra il 2013 e il 2014 è plausibilmente dovuto ai provvedimenti normativi che hanno limitato l’uso della custodia cautelare in carcere all’indomani della sentenza Torreggiani. Vedremo infatti a breve che la custodia cautelare negli Ipm è fortemente rappresentata. La nuova crescita delle presenze dopo il 2014 è invece da spiegarsi con il provvedimento che ha portato da 21 a 25 anni l’età oltre la quale si deve essere trasferiti in un carcere per adulti.
Per quanto riguarda gli altri ragazzi presenti nei servizi residenziali a metà aprile 2018, 3 si trovavano in Cpa (Centri di Prima Accoglienza, dove il minorenne attende l’udienza di convalida entro 96 ore dall’arresto o dal fermo) e 1.090 in comunità (di cui solo 19 nelle tre comunità pubbliche di Bologna, Catanzaro e Reggio Calabria). Tra questi ultimi, 566 erano in messa alla prova, andandosi a sommare ai 2.227 che si trovavano nella stessa misura a casa loro. Sono stati 3.653 i provvedimenti di sospensione del processo con messa alla prova concessi nel 2018, un numero maggiore rispetto ai 3.558 concessi nel 2017.
Dei 418 ragazzi in carcere al 15 aprile scorso, 170 sono minorenni (il 40,7%) e 248 sono giovani adulti, ossia ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno commesso il reato da minorenni ma che possono permanere all’interno dei servizi della giustizia penale minorile fino al compimento del venticinquesimo anno di età. Tra i minorenni, 75 sono gli italiani (di cui 71 maschi e 4 femmine) e 95 gli stranieri (80 maschi e 15 femmine). Tra i giovani adulti, 144 sono gli italiani (139 maschi e 5 femmine) e 104 gli stranieri (93 maschi e 11 femmine). Gli stranieri in Ipm, che rappresentano il 46,6% del totale dei ragazzi detenuti, sono dunque maggiormente rappresentati nella fascia più giovane.
Se diamo uno sguardo alle posizioni giuridiche dei ragazzi in carcere, vediamo che solo 31 (14 italiani e 17 stranieri), ossia il 7,4% del totale, presentano una condanna definitiva senza avere altre posizioni pendenti. Segno di come il sistema della giustizia penale minorile riesca nel tentativo di trovare presto collocazioni alternative al carcere per i ragazzi condannati. Tra gli altri ragazzi presenti, 185 (105 italiani e 80 stranieri) presentano una posizione giuridica mista con almeno una condanna definitiva, 69 (33 italiani e 36 stranieri) sono in attesa di primo giudizio, 14 (9 italiani e 5 stranieri) sono appellanti, 9 (2 italiani e 7 stranieri) sono ricorrenti, mentre 110 (56 italiani e 54 stranieri) presentano una posizione mista senza alcuna condanna definitiva.
Nell’arco del 2018, sono stati 1.132 gli ingressi negli Istituti Penali per Minorenni. Di questi, 636 hanno riguardato ragazzi italiani e 496 (ovvero il 43,8%) ragazzi stranieri. Tra questi ultimi, la nazionalità più rappresentata è stata quella rumena (84 ingressi), seguita da quella marocchina (81 ingressi) e da quella bosniaca (57 ingressi).
Presenze medie giornaliere in IPM
Fonte: nostra elaborazione su dati Dgmc
Totale | Italiani | Stranieri | |
2008 | 468 | 257 | 212 |
2009 | 503 | 296 | 207 |
2010 | 474 | 308 | 165 |
2011 | 486 | 325 | 161 |
2012 | 508 | 308 | 200 |
2013 | 452 | 268 | 184 |
2014 | 365 | 225 | 140 |
2015 | 436 | 240 | 196 |
2016 | 473 | 264 | 209 |
2017 | 464 | 262 | 202 |
2018 | 468 | 261 | 207 |
“Tra i delitti a carico dei ragazzi entrati in Ipm durante il 2018, i più rappresentati sono di gran lunga quelli contro il patrimonio”
Tra i delitti a carico dei ragazzi entrati in Ipm durante il 2018, i più rappresentati sono di gran lunga quelli contro il patrimonio (1.448 sui 2.348 totali), in particolare furti (632) e rapine (586). I reati contro la persona sono rappresentati 444 volte (in particolare le lesioni personali volontarie in 206 casi; l’omicidio volontario consumato è rappresentato 14 volte mentre quello tentato 44). La normativa sulle droghe è stata violata in 214 casi.
Nel corso del 2018 sono stati disposti 1.961 provvedimenti di collocamento in comunità. Di questi, 1.222 hanno riguardato ragazzi italiani e 739 (ovvero il 37,7%) ragazzi stranieri. Non è certo un caso che i collocamenti in comunità degli stranieri rispetto agli italiani siano percentualmente inferiori rispetto ai corrispettivi ingressi in carcere. A mano a mano che il sistema si fa maggiormente contenitivo, la presenza percentuale degli stranieri cresce.
Indicativa in questo è l’applicazione delle misure cautelari. Nel 2018 hanno fatto ingresso nei Cpa 1.090 ragazzi, di cui il 43% era composto da stranieri. Oltre l’88% di loro è uscito dal Cpa con l’applicazione di una misura cautelare. Tra questi, il 41,6% era composto da stranieri. Se guardiamo però allo specifico delle misure applicate, vediamo che gli stranieri hanno costituito il 31,9% dei ragazzi cui è stata applicata la misura cautelare della permanenza in casa, il 44,2% dei ragazzi cui è stata applicata la misura cautelare del collocamento in comunità e il 49,8% dei ragazzi cui è stata applicata la custodia cautelare in carcere. Anche qui, le percentuali crescono quando la misura cautelare si fa più contenitiva.
Come da anni andiamo dicendo, il sistema della giustizia penale minorile italiano è un sistema che funziona e che ha retto alle ondate di regressione culturale che avrebbero voluto renderlo più repressivo e simile a quello degli adulti. Ma, nonostante ciò, funziona meglio per quelle categorie sociali che sono a monte maggiormente tutelate.