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Strage Piazza della Loggia, in manette il pentito Siciliano

 

L'ex ordinovista veneto Martino Siciliano è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974 (otto morti e cento feriti) con l'accusa di favoreggiamento nei confronti di Delfo Zorzi, l'ordinovista veneto già condannato all'ergastolo per la strage di Piazza Fontana con Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.

I pm bresciani Di Martino e Piantoni hanno chiesto e ottenuto dal Gip Morelli l'ordine di custodia cautelare dopo che il pentito, nel mese di aprile, aveva inviato un memoriale nel quale ritrattava tutte le accuse nei confronti di Zorzi, Maggi e Rognoni per la strage di Piazza Fontana e faceva marcia indietro anche rispetto a ciò che aveva raccontato sulla strage di Brescia.

Siciliano aveva fatto credere di essere in Colombia e invece da qualche tempo viveva a Brescia. Nel memoriale inviato al suo legale si era detto disponibile ad essere sentito dai magistrati italiani in Colombia o in Francia. Adesso, invece, dovrà raccontare la verità ai magistrati in Italia e dovrà spiegare molte cose sulla sua ritrattazione. I carabinieri del Ros, infatti, avrebbero scoperto che in questi ultimi mesi Siciliano si sarebbe incontrato e avrebbe avuto numerosi contatti telefonici con Delfo Zorzi, che avrebbe esercitato pressioni nei suoi confronti, versando anche somme di denaro, per farlo ritrattare.

Nel memoriale, Siciliano aveva spiegato di essersi deciso a raccontare la verità in seguito ai sensi di colpa che gli erano nati dopo la lettura delle motivazioni della sentenza di condanna di Zorzi, Maggi e Rognoni e aveva ritrattato le accuse allineandosi con la linea difensiva di Zorzi. Un 'pentimentò strano ma già durante il processo per piazza Fontana, davanti ai giudici della seconda Corte d'assise di Milano, aveva avuto un comportamento poco chiaro.

Convocato per testimoniare, era giunto in Italia dalla Colombia ma il giorno prima di presentarsi all'aula bunker aveva fatto perdere le sue tracce e si era fatto vivo solo con un fax inviato al suo legale, nel quale spiegava che non era più disposto a collaborare con la giustizia italiana perchè, in cambio del pentimento, lo Stato gli erogava una «miseria ».

I giudici nelle motivazioni della sentenze avevano scritto riguardo alla sua decisione di non presentarsi a testimoniare che era intervenuto «un fattore esterno».

Si tratta ora di capire perchè Siciliano avesse scelto come “rifugio” proprio Brescia dove è in corso l'inchiesta per la strage di Piazza della Loggia, nella quale figurava come indagato in un procedimento connesso. Nel memoriale Martino Siciliano parlava anche di questa inchiesta e della sua permanenza in un appartamento “protetto” in via San Faustino nel centro di Brescia nel 1996. «Sono cominciati gli interrogatori - aveva scritto - da parte dei magistrati di Brescia Piantoni e Di Martino.Tutte le domande tendevano verso Piazza della Loggia, Servizi segreti israeliani e non. Tutte cose che io non conoscevo e sulle quali mi arrabattavo dopo aver letto qua e là gli interrogatori a Milano». Adesso però ai magistrati bresciani, ai quali per anni ha raccontato molte cose sull'eversione nera e su piazza della Loggia, dovrà spiegare il perchè della ritrattazione, e se proprio fosse vero che si inventava tutto, il perchè delle accuse nei confronti di tanti ex camerati, esponendosi al reato di calunnia.

 

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