1Le politiche
e i numeri
3Chi vive dentro
© Associazione Antigone 2017 — Via Monti di Pietralata 16, 00157 Roma — +39 06.4511304 — segreteria@associazioneantigone.it
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Sanzioni disciplinari
Le nuove forme di sorveglianza e i regimi più aperti, seguite alla condanna della CEDU, hanno influenzato il numero delle sanzioni disciplinari?
Simone Santorso
La gestione della quotidianità detentiva si articola attraverso l’imposizione di regolamenti e norme che circoscrivono i confini di ciò che è consentito, prevedendo forme di sorveglianza e sanzioni per le trasgressioni. L’articolo 77 del DPR 230/2000 definisce il così detto Regolamento di Esecuzione Dell’Ordinamento Penitenziario (R.E.), in cui vengono stabiliti quali sono i comportamenti non consentiti e quali sanzioni sono previste in caso di infrazione di norme o regolamenti. In tale disposizione si possono riconoscere tre differenti livelli di normazione della vita detentiva:
Ognuno di questi livelli circoscrive una serie di comportamenti che il detenuto è obbligato a seguire, in caso contrario potrà essere sottoposto ad un provvedimento disciplinare. Le sanzioni, a seconda della tipologia, possono essere deliberate dal Direttore oppure dall’organo preposto, cioé il consiglio di disciplina. Quest’ultimo è composto dal Direttore con funzione di presidente, da un membro dello staff sanitario e da un educatore. I possibili provvedimenti disciplinari deliberati da tale organo includono, in ordine di severità: il richiamo scritto o verbale (sanzione più lieve); l’ammonizione; l’esclusione dalle attività ricreative e sportive (massimo di dieci giorni); l’esclusione dalle attivitá in comune (isolamento che può durare massimo quindici giorni – sanzione piú grave).
Regole, norme, infrazioni e sanzioni rimandano concettualmente al complesso rapporto tra sorveglianza e comportamenti soggettivi1, e, nello specifico della realtà detentiva, al rapporto tra organizzazione formale del carcere e soggettività detenuta2. Considerando anche il carcere come uno degli spazi fisici e sociali che compongono il tessuto urbano, è opportuno precisare che il controllo sociale formale, nello specifico quello poliziale, si caratterizza anche in carcere attraverso pratiche selettive di gestione della sorveglianza. In questo processo interattivo anche i detenuti sono in grado di eludere e aggirare la sorveglianza attraverso l’accumulo di forme di capitale sociale (Santorso, 2015; 2016) e di quello che può essere definito come capitale di sorveglianza (McCahill, 2014). Questo brevissimo preambolo per sottolineare come i dati proposti in questo report non riflettono trend della devianza, ma offrono semplicemente una panoramica sull'intensità della sorveglianza e del controllo sociale formale in carcere, con l'intento di offrire una parziale e iniziale prospettiva sulle loro trasformazioni. Nello specifico, questo breve capitolo vuole discutere come l'implementazione di nuove forme di sorveglianza e l'applicazione di regimi che concedono maggior spazio ai detenuti abbia influenzato le pratiche di controllo sociale formale carcerario.
Dal 2010 ad oggi si registra una drastica diminuzione del numero dei detenuti, si è passati dai 67.961 detuti del 2010 ai 54.653 del 2016, anche se i numeri di fine 2016 e inizio 2017 segnano una nuova inversione di tendenza3. Nonostante questo dato, una prima analisi delle statistiche sulle infrazioni commesse dai detenuti e segnalate dagli agenti di polizia penitenziaria nel medesimo arco temporale, evidenzia un aumento, in senso assoluto: si passa dalle circa 21.633 del 2010 alle 27.675 infrazioni registrate nel 2016. Il grafico che segue riporta i dati relativi alle violazioni suddivisi per tipologia e anno. Sinteticamente si può notare come nell’arco temporale preso in considerazione si registri una variazione assoluta nelle infrazioni registrate, con un incremento pari al 27,93%, a fronte di una diminuzione del numero dei detenuti pari al 19,6%. Un esame più approfondito può aiutare a fare chiarezza su questi dati.
Valori al 31 dicembre di ogni anno
Atteggiamenti offensivi
Intimidazione o sopraffazione dei compagni
ritardo rientro
Atteggiamento molesto verso i compagni
Abbandono ingiustificato di posto
Appropriazione o danneggiamento dei beni dell’amministrazione
Traffico di beni consentiti
Inosservanza degli ordini
27.675
Altri reati
2016
30
27.950
26.979
24.548
24.648
23.900
25
21.633
20
15
10
5
0
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Atteggiamenti offensivi
Intimidazione o sopraffazione dei compagni
ritardo rientro
Atteggiamento molesto verso i compagni
Abbandono ingiustificato di posto
Appropriazione o danneggiamento dei beni dell’amministrazione
Traffico di beni consentiti
Inosservanza degli ordini
27.675
Altri reati
2016
30
27.950
26.979
24.548
24.648
23.900
25
21.633
20
15
10
5
0
2010
2011
2012
2013
2014
2015
Atteggiamenti offensivi
Intimidazione o sopraffazione
dei compagni
ritardo rientro
Atteggiamento molesto
verso i compagni
Abbandono
ingiustificato di posto
Appropriazione o
danneggiamento dei beni
dell’amministrazione
Traffico di beni consentiti
Inosservanza degli ordini
Altri reati
27.675
2016
30
27.950
24.648
24.548
26.979
25
21.633
23.900
20
15
10
5
0
‘10
‘11
‘12
‘13
‘14
‘15
Fonte: DAP
Scarica i dati
I dati su infrazioni e sanzioni permettono di fotografare non solo l’impatto delle trasformazioni in materia di sorveglianza e disciplina, ma forniscono anche uno spaccato, sintetico e parziale, dei rapporti tra personale di sorveglianza e popolazione detenuta.
Le tipologie di infrazione presentano un andamento abbastanza differenziato: per alcuni valori si nota un tendenziale aumento; per altri invece una crescita scarsa o addirittura assente. Si delinea quindi un quadro disomogeneo e variegato che tuttavia consente di fare alcune considerazioni sulle novità introdotte tra il 2011 e il 2013. Una prima cosiderazione riguarda il fatto che le uniche infrazioni che segnano una crescita netta e proporzionalmente consistente sono quelle relative al mancato rispetto dell’autorità carceraria.
Attraverso una analisi più particolareggiata dei dati si nota come la variazione delle singole tipologie di infrazione è differenziata: 4 di esse aumentano in maniera abbastanza consistente (var. >50%); altre 7 tipologie di infrazioni presentano un variazione positiva più moderata (20% < var < 50%); 3 tipologie invece registrano una marcata diminuzione (var. <-20%) mentre altre 5 vedono una diminuzione piú contenuta (-20% < var < 0). Tuttavia se si considera la distribuzione percentuale delle infrazioni per anno, cioè quanto ogni singola categoria incide percentualmente sul totale di ogni anno, si nota come nella variazione della distribuzione tra 2010 e 2016 solamente in 4 categorie registrino un deciso aumento: appropriazione e danneggiamento, attività non consentita, traffico di beni consentiti e inosservanza degli ordini. Mentre altre 6 hanno una variazione molto lieve/quasi nulla, inferiore al 10%.
Alla luce di questi primi sommari dati si può cautamente affermare che vi sia una diminuzione, sia assoluta che nella distribuzione per anno, delle infrazioni che possono essere categorizzate come minaccia alla sicurezza e all’ordine degli istituti, come ad esempio evasioni, comunicazioni non consentite con l’esterno e falsificazione di documenti. Invece risultano in aumento, sia assoluto che in relazione alla distribuzione, azioni che possono essere ricondotte alla quotidianità della sezione4, come ad esempio appropriazione o danneggiamento, traffico di beni, attività non consentite, non rispetto di ordini e regolamenti interni, inadempimento degli obblighi lavorativi. Le violenze tra detenuti e più in generale l’area che afferisce al non rispetto dei compagni di detenzione, sembrano rimanere tutto sommato stabili in senso assoluto, ma proporzionalmente al totale annuo registrano una netta diminuzione: ad esempio intimidazione dei compagni nel 2010 rappresentava il 21,8% delle infrazioni, nel 2016 il 17,8%, segnando un calo della distribuzione di circa il 18%.
Per avere un quadro di più approfondito, ho posto in relazione il numero di infrazioni con il numero di presenze per anno: questo semplice calcolo mette in evidenza come nel 2010 le infrazioni registrate sono state circa 1 ogni 3 (3,14) detenuti, mentre nel 2016 quasi 1 ogni 2 (1,97) detenuti. Ne risulta un quadro che lascia addito a differenti interpretazioni; tuttavia cautamente credo si possa ipotizzare che vi sia stato un aumento degli atti devianti da parte dei detenuti oppure, a mio avviso più probabilmente, una maggiore severità e un più elevato livello di sorveglianza da parte degli agenti di polizia penitenziaria. Nel cercare di fare chiarezza su questi dati è indispensabile ricordare che dal 2011 è iniziato un processo di trasformazione della quotidianità detentiva e della sorveglianza carceraria con l’introduzione del così detto ‘regime a celle aperte’5 e della ‘sorveglianza dinamica’6. L’analisi delle infrazioni registrate e del rapporto tra queste e la tipologia di sanzioni comminate può essere utile per capire come tali trasformazioni abbiano avuto un impatto nei processi di selettività e nei conseguenti livelli di sorveglianza, piuttosto che un effettivo aumento delle forme di devianza.
Questi primi dati, mostrano come molto probabilmente buona parte dell’aumento delle denunce è dovuto ad infrazioni che possono essere categorizzate come violazioni minori, per cui è possibile ipotizzare un aumento della rigidità nell’applicazione dei regolamenti piuttosto che di un reale aumento della devianza. Sembra sensato ipotizzare che le trasformazioni avvenute in questi anni, cioè il regime a celle aperte e l’applicazione di forme di sorveglianza definite come dinamiche, abbiano avuto come conseguenza un aumento della sorveglianza e maggiore severitá nei processi di selettività del controllo sociale carcerario. Per verificare questa ipotesi è opportuno prendere in considerazine anche la tipologia di sanzioni somministrate, al fine di comprendere se effettivamente vi sia una corrispondenza con gli elementi emersi dall’analisi delle infrazioni.
Ovviamente l’aumento delle infrazioni registrate ha comportato un corrispettivo incremento dei provvedimenti sanzionatori, come risulta dal grafico che segue, motivo per cui questi dati possono essere analizzati come assoluti, senza necessariamente essere rapportati alla numerosità della popolazione detenuta per anno.
Valori al 31 dicembre di ogni anno
2010
2016
8.091
6.377
6.354
5.434
5.056
4.358
totale
sanzioni
3.623
3.494
3.309
21.633
1.757
2010
582
280
339
27.675
252
2016
Ammonizione
del direttore
Esclusione
da attività
ricreative
e sportive
Esclusione
da attività
in comune
Isolamento
durante la
permanenza
all’aria aperta
Non
Punito
Richiamo
del direttore
Sospeso
art. 79 DPR
230/00 C1
2010
2016
8.091
6.377
6.354
5.434
5.056
4.358
totale
sanzioni
3.623
3.494
3.309
21.633
1.757
2010
582
280
339
27.675
252
2016
Ammonizione
del direttore
Esclusione
da attività
ricreative
e sportive
Esclusione
da attività
in comune
Isolamento
durante la
permanenza
all’aria aperta
Non
Punito
Richiamo
del direttore
Sospeso
art. 79 DPR
230/00 C1
2010
2016
totale sanzioni
21.633
27.675
2010
2016
Ammonizione del direttore
5.056
6.354
Esclusione da attività
ricreative e sportive
4.358
5.434
Esclusione da attività in comune
6.377
8.091
Isolamento durante
la permanenza all’aria aperta
339
582
Non Punito
1.757
3.309
Richiamo del direttore
3.494
3.623
Sospeso art. 79 DPR 230/00 C1
252
280
Fonte: DAP
Scarica i dati
Nell’analizzare i dati si nota subito che l’incremento maggiore tra il 2010 e il 2016 è nella categoria ‘non punito’, con una variazione assoluta di +88,33% e una variazione percentuale della distribuzione che passa dal 8,12% del totale nel 2010 al 11,95% del totale nel 2016, segnando un incremento del 47,21%. La seconda categoria in cui si registra un deciso aumento è ‘isolamento durante la permanenza all’aria aperta’, con una variazione assoluta pari a +71,68% e una variazione nella distribuzione pari a +34,2%. Altre tipologie di sanzioni vedono un incremento assoluto di gran lunga inferiore, mediamente del 25%, ma con una variazione della distribuzione negativa compresa tra -0.8% e -2,5%, indicando una minore incisività della sanzione nel totale del 2016. Infine due tipologie di sanzione hanno un incremento assoluto poco rilevante ma una netta diminuzione della loro distribuzione, cioè indica una chiara riduzione della loro incisività nel complesso delle sanzioni comminate nel 2016.
Variazione % assoluta
90
+71,7
80
+88,3
70
60
50
40
+26,9
+24,7
30
+11,1
20
+25,7
+3,7
10
0
Ammonizione
del direttore
Esclusione
da attività
ricreative
e sportive
Esclusione
da attività
in comune
Isolamento
durante
la permanenza
all’aria aperta
Non Punito
Richiamo
del direttore
Sospeso
art. 79 DPR
230/00 C1
90
+71,7
80
+88,3
70
60
50
40
+26,9
+24,7
30
+11,1
20
+25,7
+3,7
10
0
Ammonizione
del direttore
Esclusione
da attività
ricreative
e sportive
Esclusione
da attività
in comune
Isolamento
durante la
permanenza
all’aria aperta
Non Punito
Richiamo
del direttore
Sospeso
art. 79 DPR
230/00 C1
Ammonizione
del direttore
+25,7
Esclusione da attività
ricreative e sportive
+24,7
Esclusione da
attività in comune
+26,9
Isolamento durante la
permanenza all’aria aperta
+71,7
+88,3
Non Punito
+3,7
Richiamo del direttore
Sospeso art. 79 DPR
230/00 C1
+11,1
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Fonte: DAP
Scarica i dati
Complessivamente la variazione assoluta tra il 2010 e il 2016 è stata di 6.042 sanzioni. Decostruendo questo dato si nota come il 49,3% di tale aumento si sia risolto con una non punizione (25,68%) o con sanzioni blande, quasi nulle, come un richiamo/ammonizione da parte del direttore (23,61%). Mentre provvedimenti che vedono in concreto forme sanzionatorie di lieve entità, cioè l’esclusione da attività ricreative (17,8%) e l’isolamento durante le attività all’aria aperta (4,02%), rappresentano in totale il 22% della variazione. Infine l’esclusione dalle attività in comune, cioè l’isolamento del detenuto per un massimo di quindici giorni, rappresenta il 28,36% della suddetta variazione. Nel concludere questa breve carrellata di dati sulla sanzione è possibile prudentemente affermare che, a fronte di un aumento del numero delle infrazioni riportate, più della metà si conclude senza sanzioni o al massimo con dei richiami/ammonimenti. La sanzione più severa, cioè l’esclusione dalle attività in comune – isolamento - è in aumento sia in senso assoluto sia come distribuzione, però rappresenta meno di un terzo delle infrazioni.
In conclusione, tali dati sembrano confermare l’ipotesi di una maggiore rigidità dei meccanismi di selettività della sorveglianza carceraria. Nel complesso emerge un quadro in cui l’aumento delle infrazioni si concentra prevalentemente nella categoria che, inizialmente, è stata definita come ‘disposizioni impartite dal personale’ e che la maggior parte di provvedimenti si concentra in forme blande o nulle di sanzione. Alla luce di ciò l’ipotesi che sembra più accreditata è quella per cui l’impatto delle trasformazioni nelle forme di sorveglianza e nei regimi detentivi, ha spinto verso una chiusura delle maglie del controllo sociale carcerario e ad un contenuto aumento della dimensione conflittuale tra organizzazione formale del carcere e gruppi informali, piuttosto che ad un reale aumento della devianza carceraria e delle forme di conflittualità tra detenuti.
© Maggio 2017