Delitto e castigo all’italiana
Per quali reati si rischia di andare in galera. La media delle condanne e chi
effettivamente le sconta. Rischia il carcere soprattutto lo straniero. La maggior parte
dei condannati ha precedenti penali: il fallimento della rieducazione.
E aumentano tra “chi sbaglia” i giovani e le donne
Una indagine dell’Eures sulla certezza della pena in Italia (pdf)
___________________________________________________________________________________
00141 Roma – Via Col di Nava, 3 – Tel.06 87194865 – 87195835 – Fax 06 87197392
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Internet: www.eures.it – c.f. 96375000583 P.Iva 05586721002
INDULTO/Una indagine dell’Eures sulla certezza della pena in Italia
Delitto e castigo all’italiana
Per quali reati si rischia di andare in galera. La media delle condanne e chi
effettivamente le sconta. Rischia il carcere soprattutto lo straniero. La maggior parte
dei condannati ha precedenti penali: il fallimento della rieducazione.
E aumentano tra “chi sbaglia” i giovani e le donne
Nella speranza di poter offrire un contributo al dibattito parlamentare in corso sulla
necessità e opportunità di varare un atto di clemenza per i detenuti (archiviati
l’amnistia e l’indulto si discute dell’indultino) l’osservatorio dell’Eures sulla
criminalità ha compiuto una indagine sulla quantità e sulla qualità delle condanne,
sulla media delle pene comminate e sulla effettiva loro espiazione, tracciando anche
l’identikit del condannato. Tutti i dati si riferiscono a condanne passate in giudicato
in un arco di tempo che comprende gli ultimi dieci anni.
Nell’ultimo decennio sono 850 mila gli anni di detenzione inflitti e non scontati in
carcere. Dal rapporto tra anni scontati e anni di reclusione comminati dalle sentenze
definitive è stato possibile realizzare l’indice di certezza della pena, vale a dire lapercentuale degli anni effettivamente trascorsi in carcere su quelli inflitti, che tocca
nel 2001 la punta più bassa (38,4%) e nel 1995 la punta più alta (44,9%).
Condanne. Calcolando la media degli anni di reclusione comminati nell’ultimodecennio emerge un indice di applicazione della pena ben distante dalle massimepunizioni previste dal codice penale per i singoli reati.
Per l’omicidio volontario la durata media della pena inflitta è di 12,4 anni (il Codice
prevede da un minimo di 21 anni all’ergastolo), per l’omicidio preterintenzionale è di
8,8 anni (il Codice prevede da 10 a 28 anni), per l’omicidio colposo 0,5 anni (da 6
mesi a 5 anni per il Codice); 2 anni per la rapina (da 3 a 10 anni) e l’estorsione (da 5 a
10 anni); 0,4 anni per il furto (massimo previsto 3 anni) e per la truffa (da 6 a 12 mesi
per il Codice); per la bancarotta 1,3 anni (da 6-24 mesi a 3-10 anni per la “semplice”
e la “fraudolenta” per il Codice); 1,1 per la detenzione di armi (da 1 a 4 mesi da 1 a 3
anni) e 1,3 anni per il peculato (da 3 a 10 anni la pena edittale prevista).
___________________________________________________________________________________
00141 Roma – Via Col di Nava, 3 – Tel.06 87194865 – 87195835 – Fax 06 87197392
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – Internet: www.eures.it – c.f. 96375000583 P.Iva 05586721002
Chi va in carcere. Ma per quali reati si rischia di andare effettivamente in carceredopo la condanna definitiva? Calcolando il rapporto tra detenuti e condannati, la
classifica vede ai primi posti il sequestro di persona e l’omicidio volontario;
seguono, nella “classifica” stilata, estorsione, produzione e spaccio di stupefacenti,
rapina, istigazione e sfruttamento della prostituzione, violenze sessuali, furto,
violenza e oltraggio a pubblico ufficiale, infanticidio, atti osceni, lesioni personali
volontarie; in coda, a forte distanza, peculato, truffa, bancarotta, emissioni di assegni
a vuoto, lesioni personali colpose e omicidio colposo.
Identikit del condannato. Dal 1995 è cresciuto il peso dei condannati che hannoprecedenti penali, che rappresentano il 62 per cento del totale. Dato questo che
denuncia la scarsa efficacia della cosiddetta “rieducazione” e del recupero: dal 1997
al 2001 ha precedenti penali il 76% dei condannati per omicidio volontario, il 63,7%
dei condannati per furto, il 71,3% per rapina. Cresce tra i condannati il numero di
donne (18% nel 2000 erano il 12,6% nel 1990) e dei giovani: nel 2001 rispetto al
2000 la presenza dei giovani tra i 14 e i 17 anni è aumentata di 0,6 punti percentuali,
passando dall’1,2% all’1,8% e la percentuale dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni è
aumentata di 3,2 punti (dal 20,3% del 2000 al 23,5% del 2001), così come quella dei
giovani-adulti (25-34 anni), che passa dal 32,8% nel 2000 al 34,1% nel 2001.
Diminuiscono i condannati tra i 45 e i 54 anni (-2,5 punti).
“Straniero” in carcere. I condannati stranieri, per lo più immigrati, sono aumentati:dal 94 al 2000, la loro incidenza rispetto al totale dei condannati è passata dal 10,8%
al 19,1%. Ebbene, rispetto alle condanne ricevute, sono proprio gli stranieri a
“rischiare” di più il carcere rispetto agli italiani: nel 2000 i condannati stranieri sono
stati infatti il 19,1% del totale, mentre i detenuti stranieri ammontavano al 28,8% del
totale dei detenuti, con uno scarto di quasi 10 punti percentuali tra le due componenti.
Prostituzione e furto i reati con la più alta componente di immigrati (42,9% e 42,5%),
seguiti da spaccio di stupefacenti (30,7% dei condannati), rapina (19,8%), violenze
sessuali (16,2%) e omicidio volontario (8,6%).
Conclusioni. E’ più facile, dunque, andare in carcere per reati di bassa manovalanzacriminale, commessi magari da stranieri, come lo spaccio di sostanze stupefacenti,
rispetto a reati più “raffinati” come il peculato o la bancarotta. Per i reati più gravi
(omicidio e sequestro di persona) la giustizia appare comunque intransigente.
L’indagine non consente valutazioni sulla qualità della difesa dei criminali di basso
profilo o sul condizionamento esercitato dalla estrazione sociale che, evidentemente,
hanno un peso sull’iter processuale e detentivo del condannato. Preoccupa l’aumento
dei giovani e delle donne tra i condannati. Ma ancor più preoccupante è la
constatazione che chi ha sbagliato una volta (il pregiudicato) torni a delinquere
mentre dovrebbe essere in teoria recuperato. Un atto di clemenza, dunque, senza
potenziare l’aspetto rieducativo della pena, rischia di essere un passaggio
parlamentare, pur utile, ma di scarsa prospettiva.
Il ddl sicurezza contiene un attacco al diritto di protesta come mai accaduto nella storia repubblicana, portando all'introduzione di una serie di nuovi reati con pene draconiane anche laddove le...
Patrizio Gonnella su il manifesto del 12 settembre 2024 In materia di sicurezza il Governo va avanti per la sua strada, lastricata di violazioni allo Stato di diritto. E va avanti...
Stanotte si è suicidata la terza persona detenuta da inizio anno nel carcere romano di Regina Coeli. Anche questa, come le due precedenti, si trovava nella settima sezione. La settima...
di Patrizio Gonnella su il manifesto del 08/08/2024 Centosessantadue detenuti morti dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane. Un numero impressionante se si considera che in tutto il 2023 i morti sono stati...
"4.000 detenuti in più in solo 12 mesi, il livello di sovraffollamento raggiunto nelle carceri italiane è ormai ai livelli di guardia". A dirlo è Antigone, associazione che dal 1991...
Il 28 maggio 2024 è stato avviato il programma “Città Futura: inclusione, cultura e sostenibilità” che nasce dalla collaborazione sul territorio romano degli enti titolari ASC Roma APS e Assifero...
Al 30 giugno 2024 erano 61.480 le persone detenute nelle carceri italiane, per un numero di posti ufficiali pari a 51.234. Sappiamo bene che il numero di posti effettivamente disponibili...
Il Disegno di Legge Governativo n.1660, attualmente in discussione presso la Camera dei Deputati, in molte delle sue norme si pone in evidente contrasto con una serie di principi costituzionali...
3 suicidi in due giorni, 47 dall'inizio dell'anno, 12 solo nel mese di giugno, nel quale si è uccisa una persona detenuta ogni due giorni e mezzo. Se il dato...
Ariano Irpino, Biella, Sassari, Teramo. Sono le quattro carceri dove tra venerdì e sabato, in 24 ore, si sono suicidate le ultime quattro persone detenute. Ultime delle, finora, 44 che...
RESCALED ed Antigone accolgono con favore le importanti conclusioni del Consiglio dell'UE in materia di detenzione su piccola scala Bruxelles, 14 giugno 2024 - Oggi i ministri della Giustizia dei 27 Paesi...
Nei giorni scorsi Antigone Campania ha presentato il primo rapporto regionale sulle condizioni di detenzione dei minori. La pubblicazione di questo lavoro vede la luce all’indomani di due eventi particolarmente significativi:...
Ieri nel carcere minorile Beccaria di Milano molti dei ragazzi detenuti hanno inscenato una protesta - che è consistita prima nel mancato rientro in cella e poi nella battitura delle...
Associazione Antigone è stata selezionata per partecipare al Programma Formula di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Cesvi Fondazione. Grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e alle donazioni di tutti coloro che...
No a un ddl che minaccia il nostro Stato di Diritto e che se diventasselegge incarcererebbe anche Gandhi Antigone e ASGI: Non è sicurezza ma disumanità, documento inemendabile. L’Italia rischia...
Al 30 aprile 2024 erano 571 i ragazzi e le ragazze recluse negli Istituti Penali per Minorenni (IPM) italiani. Ad oggi sono 7 (Bologna, Firenze, Milano, Potenza, Pontremoli, Torino, Treviso)...
In Italia poca attenzione è stata fino ad oggi dedicata ai programmi che abbiano ad oggetto il reinserimento della persona che esce dal carcere, al di là del genere di...
Gentili candidate e candidati,come già accadde in occasione della scorsa edizione, anche quest'anno abbiamo sentito da parte vostra un grande entusiasmo e tanta competenza riguardo i temi che ci coinvolgono...