La nomina di Carlo Renoldi a capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria è una buona notizia. La sua lunga e qualificata esperienza di giudice, anche negli uffici di sorveglianza, potrà sicuramente contribuire a dare un apporto per una gestione del sistema carcerario coerente con le norme costituzionali.
Ringraziamo la Ministra della Giustizia Marta Cartabia e il Governo per avere effettuato una scelta importante e di grande prestigio.
Facciamo i nostri auguri più sinceri a Carlo Renoldi e, per quanto ci riguarda, siamo a disposizione per dare il nostro contributo nel nome di una visione comune e costituzionale della pena.
Pubblichiamo l'elenco delle candidate e dei candidati ammessi ai colloqui di selezione per il Servizio Civile Universale ad Antigone, che si terranno lunedì 21 a partire dalle ore 9:30 e martedì 22 marzo a partire dalle ore 10:00.
Le candidate e i candidati dovranno presentarsi muniti di documento d'identità in corso di validità e, per coloro che svolgeranno il colloquio in presenza, di green pass rafforzato.
E' possibile consultare qui:
I numeri del paradosso. Un detenuto su tre finisce in carcere per la violazione di un solo articolo della Legge 309/90 che contribuisce drasticamente al sovraffollamento delle carceri. Allo stesso tempo, la normativa ha limitato ulteriormente le libertà di centinaia di migliaia di consumatori, imponendo sanzioni amministrative che colpiscono particolarmente persone socialmente ed economicamente inserite.
di Maria Pia Scarciglia, responsabile droghe Antigone. Su il manifesto del 15 febbraio 2022
In data 8 gennaio 2013 l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo per violazione dell’art 3 della Cedu, che come noto sancisce il divieto di praticare trattamenti inumani e degradanti. La Corte prendeva atto della drammatica condizione di vita dei detenuti all’interno degli Istituti di pena italiani obbligando lo stato a rimediare attraverso una serie di misure deflattive, volte a ridurre il sovraffollamento carcerario.
All’epoca dei fatti la popolazione detenuta superava le 64.000 persone con un tasso di sovraffollamento vicino a percentuali ignobili per un paese Ue e firmatario di Convenzioni internazionali contro la tortura e i trattamenti inumani e degradanti. A tal proposito il legislatore, in data 23 dicembre 2013, emanava il cd. “Decreto svuota carceri” D.L. n° 146, successivamente convertito in legge, con modificazioni, in data 21 febbraio 2014, n° 10 “Misure urgenti in tema di diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria”.
Un nuovo codice penale per i minorenni. E' la richiesta che Antigone ha avanzato oggi, durante la presentazione di Keep it Trill, il sesto rapporto dell'associazione sulla giustizia minorile.
"Trill - ha spiegato Susanna Marietti, coordinatrice nazionaledi Antigone - nello slang hip hop, nasce dall'unione delle parole ‘true’ e ‘real’ per indicare qualcosa di genuino e autentico. Trill’ sono le storie dei ragazzi che finiscono nel circuito penale e che Antigone racconta nella serie video con Kento, con le loro difficoltà, fragilità, possibilità. ‘Trill’ è il ruolo che la giustizia minorile dovrebbe sempre avere: quello di proteggere i sogni più autentici dei ragazzi senza mai cedere a percorsi stereotipati, promuovendo per loro ogni opportunità futura e mantenendo genuine le loro vite".
Ieri si è tenuta la terza udienza preliminare del processo per le violenze contro i detenuti, avvenute nell'aprile del 2020 all'interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Tra le altre il giudice ha ammesso la costituzione di Antigone quale parte civile nel procedimento.
"I fatti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, le denunce di tortura, costituiscono una ferita alla democrazia del nostro paese", dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. "All'indomani dei fatti, attraverso le denunce che arrivarono ad Antigone da famigliari e detenuti, presentammo un esposto alla Procura e, anche da questo, partirono le indagini che hanno portato al rinvio a giudizio di oltre 100 persone tra agenti e funzionari. Per noi stare nel processo è un elemento importante, perché potremmo portare il nostro contributo diretto nel chiarimento di quanto accaduto e delle responsabilità. Davanti a fatti come questi c'è bisogno di percorrere la strada della giustizia", conclude Patrizio Gonnella.