Qual è la situazione delle carceri durante la cosiddetta fase 2 della pandemia di Covid-19? Cosa sta accadendo o non sta accadendo negli istituti di pena? Stanno ricominciando i colloqui di persona tra detenuti e famiglie? E le aperture tecnologiche della fase 1 vengono mantenute? I servizi e il volontariato sono tornati al periodo pre-pandemia? E a livello di numeri e di qualità della vita, cosa succede?
Sono tutte domande a cui abbiamo risposto nel nostro rapporto di metà anno "Salute, tecnologie, spazi, vita interna: il carcere alla prova della fase 2".
Un rapporto suddiviso in due grandi aree, da una parte i numeri generali del sistema penitenziario, dall'altra invece un'analisi che Antigone ha svolto su 30 grandi carceri italiane dal Nord al Sud del Paese per fotografare in maniera attenta e approfondita cosa sta realmente accadendo nelle carceri.
Il rapporto è disponibile a questo link.
Here the report in english.
La circolare emanata dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria nei giorni scorsi disegna un modello di gestione del conflitto interno alle carceri interamente schiacciato sulla repressione, spingendo verso una gestione di tipo disciplinare della vita penitenziaria e una reazione esclusivamente repressiva degli episodi, anche violenti, che possono verificarsi in carcere. È un modello che amplifica il conflitto stesso invece di lavorare alla sua decostruzione. Un clima penitenziario sereno è quel che rende migliore la vita di chiunque abiti il carcere, detenuti e personale. Esso non si costruisce con l'uso massivo dell'isolamento disciplinare, con trasferimenti e con le punizioni esemplari bensì proponendo una vita penitenziaria piena di senso, con attività lavorative e culturali e con operatori capaci di instaurare relazioni di prossimità fondate sulla conoscenza delle persone detenute e delle dinamiche di sezione, come indicato dagli organismi internazionali con il concetto di sorveglianza dinamica.
Il documento che qui presentiamo, e che abbiamo inviato nei giorni scorsi ai vertici dell'Amministrazione Penitenziaria, si muove in questa direzione.
di Patrizio Gonnella da il manifesto del 24 luglio 2020
La tortura esiste, e fortunatamente da qualche anno vi è anche un reato che la punisce. I fatti di Piacenza e Torino ci dicono tanto di una sotto-cultura diffusa fondata su tre pilastri: spirito di corpo, violenza e corruzione morale. Quanto accaduto nella caserma dei Carabinieri a Piacenza e nel carcere di Torino evidenzia anche un altro Stato che indaga, persegue, e speriamo giudichi, senza farsi condizionare da divise e stellette. La tortura non è questione che riguarda il terzo mondo incivile o il solo Egitto, nelle cui mani è ancora il nostro Patrick Zaky.
La tortura riguarda anche noi, la nostra democrazia, le nostre istituzioni e le nostre forze dell’ordine. Ben lo sapevano coloro che alla fine degli anni ’80 del secolo scorso proposero la nascita di un Comitato europeo per la prevenzione della tortura. Nessun Paese è indenne dal rischio di essere luogo di maltrattamenti e violenze istituzionali.
A Piacenza, come a Torino, pare ci siano state forme di copertura o di omissione da parte di chi aveva responsabilità di direzione e di comando. Ugualmente era accaduto nelle violenze di Genova 2001, nelle torture di Asti 2004, così come scrissero i giudici nelle sentenze che aprirono le porte alle condanne europee. Il depistaggio è stato drammatico nel caso Cucchi. Vedremo come procederanno le inchieste.
La tortura è un crimine del potere. Esso è commesso da uomini in carne e ossa nel nome di un fine superiore e non dicibile.
Antigone, in questo e-book, piuttosto che limitarsi a raccontare solo episodi o inchieste ha scelto un’altra chiave narrativa, che è quella dell’approfondimento, sia giuridico che empirico. Il suo obiettivo è da un lato quello di esplorare le possibilità applicative della legge attualmente in vigore e dall'altro quello di fare luce sulle situazioni e i luoghi in cui il rischio di subire la tortura è più alto, individuando i nodi critici che ne impediscono l'emersione e gli strumenti più efficaci per prevenirla.
Al suo interno si possono leggere i contributi di Mauro Palma, Simona Filippi, Francesca Cancellaro, Giuseppe Mosconi, Gennaro Santoro, Federica Brioschi, Carolina Antonucci e Claudio Paterniti Martello. Si tratta degli atti della scuola di formazione di Antigone del novembre 2019, che ha avuto come oggetto per l'appunto la tortura.
Realizzata una guida all’esercizio del diritto alla salute in Italia. Un vademecum, con riferimenti pratici alle principali disposizioni di livello nazionale, ad uso degli operatori socio - sanitari
Roma, 15 luglio 2020 – Legance – Avvocati Associati e l’Associazione Antigone in collaborazione con la Direzione Legal & Compliance di MSD Italia hanno realizzato una "Breve guida all'esercizio del Diritto alla salute in Italia" (consultabile a questo link).
La Guida, che verrà distribuita presso le associazioni, gli sportelli legali che operano nelle carceri e attraverso la rete dei Garanti per i diritti dei detenuti, si pone l’obiettivo di offrire un concreto aiuto alle persone straniere che una volta arrivate in Italia si trovino a dover gestire le problematiche amministrativo-legali dell’accesso alle cure, nonché alle persone detenute presso gli istituti penitenziari nazionali o rimesse in libertà, con particolare riferimento alle persone straniere.
Si tratta di un valido supporto per sapersi districare in una legislazione complessa, fornendo le informazioni essenziali su diritti, doveri e attività da svolgere ai fini della fruizione dell’assistenza sanitaria pubblica, a seconda della specifica posizione personale.