Dall'1 al 4 novembre ad Orvieto si terrà la 3a edizione dell’Human Rights International Film Festival.
Lo scopo del Festival Diritti a Orvieto è di promuovere e diffondere il cinema documentario d’autore con particolare riguardo ai temi dei diritti umani e favorire il confronto tra i registi.
Il Festival - organizzato e promosso dall’Associazione Culturale Teatri di Nina e da Own Air srl con il contributo e la collaborazione del Comune di Orvieto, della Fondazione TeMa e di sponsor - vede quest'anno anche un "Premio Antigone" che sarà assegnato al film che maggiormente rispecchia i temi di cui si occupa la nostra associazione.
Diritti a Orvieto non sarà però solo cinema ma anche mostre, convegni, incontri tematici, presentazioni di libri, in uno spirito di condivisione e partecipazione del territorio che vada al di là dell’evento e contribuisca a generare un pensiero di libertà, senza il quale non ci potrebbe essere la libertà di pensiero necessaria per immaginare un futuro ampiamente sostenibile.
Nei prossimi giorni saranno annunciati i vincitori ma, nel frattempo, scoprite di più sul festival, gli eventi in programma e come partecipare sul sito ufficiale.
di Giuseppe Mosconi, Ordinario di Sociologia del Diritto e Presidente Antigone Veneto
La tragedia del duplice infanticidio di Rebibbia catalizza atteggiamenti di fondo sulla questione carceraria: Per chi vede la pena detentiva come necessaria e inevitabile, si tratta di separare, fin da subito, i bambini dalle madri detenute, tanto più se connotate da stereotipi negativi (drogate o psicolabili).
Per chi è disponibile verso possibili alternative, il rapporto mamma/bambino va preservato e attuato in strutture adeguate, che riproducano quanto più possibile i caratteri di una situazione normale. Ma di fronte al dramma non ha senso contrapporre opzioni di principio, se non si cerca di entrare a fondo nella situazione che viene a crearsi quando una madre è detenuta con i suoi piccoli.
Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato la riforma dell'ordinamento penitenziario. Le leggi approvate contengono alcuni passi in avanti nella nostra legislazione. Finalmente vi sono norme dedicati ai detenuti minorenni con maggiore attenzione ai loro bisogni educativi.
Tra quelle che salutiamo volentieri vi sono: l'applicazione della sorveglianza dinamica, un più ampio accesso alle misure alternative e di comunità (anche se restano troppi vincoli, come quelli ingiustificati dell'articolo 4bis), una minore possibilità di applicare l'isolamento.
La tragedia di Rebibbia: non si aggiungano danni alla tragedia provocata da una mamma detenuta
Lettera aperta di volontari, cappellani, operatori del sociale, del mondo del lavoro, della cultura, dello sport, della salute - Roma, 21 settembre 2018
La tragedia che si è consumata a Rebibbia ci ha lasciati senza fiato. Un dolore e un orrore che ha travolto tutti: i due bambini innanzitutto, quella madre che forse ancora non è consapevole di quello che ha fatto, tutti gli operatori dell’Istituto, le oltre trecento donne lì detenute, le loro famiglie e anche noi volontari, cappellani, operatori del sociale, del mondo del lavoro, della cultura, dello sport, della salute che ogni giorno entriamo in carcere per dare il nostro contributo affinché la pena risponda sempre più alle finalità dettate dalla Costituzione.
Patrizio Gonnella da il Manifesto del 20 settembre 2018
Di fronte a due bimbi morti e alla tragedia immane avvenuta nel carcere femminile di Rebibbia avremmo tutti dovuto chiuderci in un rispettoso silenzio. Di fronte a un fatto di cronaca così terribile il silenzio ha una forza etica imparagonabilmente superiore a chi spreca parole per spiegare, strumentalizzare, sentenziare.
Una rottura del silenzio, anche da parte mia, è però necessaria per svelare il gioco del capro espiatorio e per restituire dignità a persone che la meritano.