COMUNICATO STAMPA - Ritirato dall'Egitto come strumento di pressione affinché il governo di Al-Sisi collaborasse per ottenere la verità sui colpevoli del rapimento, delle torture e dell'uccisione di Giulio Regeni, l'Ambasciatore italiano tornerà al Cairo.
Come nella peggiore tradizioni italiana, a cavallo di ferragosto, si prende una decisione così fondamentale su un caso che da oltre un anno e mezzo vede impegnata la famiglia del ricercatore, i suoi legali e grande parte della società civile italiana in questa richiesta di giustizia.
Stando al ministro degli Esteri Alfano il ritorno dell'ambasciatore sarà uno strumento in più per le autorità italiane nel ricercare questa verità. Se così fosse il governo allora dovrebbe fare un mea culpa per averlo ritirato nell'aprile 2016. La verità è che da tempo si cercava una normalizzazione nei rapporti tra Italia ed Egitto, importante partner commerciale ed economico del nostro paese. Una normalizzazione che andasse oltre alle violenze commesse dal regime di Al-Sisi e oltre alla ricerca dei colpevoli per la morte di Giulio Regeni.
Inizia ufficialmente la quarta stagione dell'Atletico Diritti, la squadra di calcio cui Antigone e Progetto Diritti hanno dato vita nel giugno del 2014. Ieri abbiamo presentato la richiesta di iscrizione al campionato di Terza Categoria del Lazio.
Un anno in cui speriamo di poter avere in campo con noi anche i tanti ragazzi rifugiati che, fino alla passata stagione sportiva, potevano solo allenarsi senza partecipare alle partite ufficiali a causa dei regolamenti della Federazione.
Un tema questo che ci sta particolarmente a cuore, essendo quello dell'inclusione e della lotta al razzismo attraverso lo sport una delle ragioni fondanti dell'Atletico Diritti.
Nell'ottobre dello scorso anno abbiamo presentato un dossier sulle discriminazioni nel calcio dove raccontavamo gli ostacoli burocratici e formali che venivano posti ai cittadini stranieri. Abbiamo inoltre aderito a "We Want To Play". Nell'ambito di questa campagna promossa da numerose realtà calcistiche popolari italiane abbiamo scritto nei giorni scorsi agli organi competenti affinché venga modificato il regolamento Noif al comma 1.1. (punti B e C) dell'art. 40.
Durante la conferenza stampa di presentazione del pre rapporto 2017, tenutasi nei giorni scorsi a Roma, abbiamo illustrato anche le nostre proposte per il nuovo ordinamento penitenziario.
Lo scorso 14 giugno la Camera dei Deputati ha votato infatti in via definitiva una legge recante ‘Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al’ordinamento penitenziario’;. Per quanto riguarda quest’ultimo, il comma 85 della legge elenca i principi e criteri direttivi secondo i quali il Governo è delegato a scrivere i decreti legislativi recanti sue modifiche. Lo scorso 19 luglio il Ministero della Giustizia ha annunciato la costituzione presso l’Ufficio Legislativo di tre Commissioni per la loro elaborazione. Le tre Commissioni, che lavoreranno fino al 31 dicembre 2017, si occuperanno delle modifiche alla disciplina delle misure di sicurezza e di assistenza sanitaria, della riforma dell’ordinamento penitenziario minorile e della riforma dell’ordinamento penitenziario nel suo complesso. Esse dovranno avvalersi di quanto elaborato dagli Stati Generali dell’esecuzione penale.
Attraverso le nostre proposte, intendiamo dialogare con il lavoro di scrittura dei decreti legislativi che noi auspichiamo possa dare vita a un nuovo ordinamento penitenziario a oltre quarant’anni dall’entrata in vigore di quello oggi vigente.
Antigone, Forum Droghe, Lega Italiana Lotta all’AIDS (LILA), l’Associazione Luca Coscioni e la Società della Ragione hanno inviato oggi 31 luglio una diffida al Governo per denunciare la mancata piena applicazione della legge sulle droghe.
Il Testo unico sulle droghe 309/90 prevede che “ogni tre anni, il Presidente del Consiglio dei Ministri convochi una conferenza nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, alla quale invita soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza. Le conclusioni di tali conferenze sono comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa” recita la diffida in premessa.
COMUNICATO STAMPA - Il suicidio avvenuto oggi a Rebibbia è il ventinovesimo dall'inizio dell'anno. Un calcolo triste e tragico.
Al di là delle motivazioni che hanno portato a quest'ultimo episodio c'è necessità di rimettere al centro dell'attenzione pubblica e istituzionale la questione carceraria.
"Vanno subito assunti provvedimenti diretti a migliorare lecondizioni materiali di detenzione - sostiene Patrizio Gonnella, presidente di Antigone. Inoltre, da un lato, vanno rispettate le indicazioni ministeriali sulla prevenzione dei suicidi e, dall'altro, vanno individuate riforme da subito realizzabili.