Cara amica e caro amico,
dopo l’elezione di Trump negli Stati Uniti il clima di intolleranza sta montando anche nel nostro Paese. Il Governo, piuttosto che approvare riforme di natura sociale, sta scivolando sul pericolosissimo terreno della sicurezza che altro non è che un attacco ai poveri e agli emarginati delle nostre società.
Con il Decreto in discussione proprio in questi giorni si conferiscono poteri di ordinanza ai Sindaci, ai Prefetti e i Questori che potranno prendersela con chi rovista nei cassonetti, con chi dorme nelle stazioni, con i tossicodipendenti, limitando la libertà personale e di movimento.
Inoltre, nonostante i reati siano in calo costante, il numero dei detenuti ha ricominciato a crescere a ritmi preoccupanti e la situazione di sovraffollamento che ci costò la condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si avvicina.
Su queste dinamiche soffia forte il vento del populismo penale che, con l’avvicinarsi delle elezioni, al grido di “sicurezza, sicurezza, sicurezza” mette a repentaglio il buon senso, la ragionevolezza, il garantismo, la solidarietà e anche la rule of law.
Antigone si oppone a questo scivolamento dei diritti:
COMUNICATO STAMPA - Sarebbero almeno tre (tutte francesi) le persone denunciate dalla Polizia di Stato per aver "somministrato senza autorizzazione cibo ai migranti, art. 650 c.p., contravvenendo ad un'ordinanza del Sindaco di Ventimiglia".
Il fatto è avvenuto lo scorso 20 marzo nella città ligure ed è stato segnalato oggi ad Antigone.
"Siamo di fronte al capovolgimento di ogni logica. Utilizzare il diritto per colpire e punire episodi di solidarietà non può avere e trovare alcuna giustificazione". A dichiararlo è Patrizio Gonnella (presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili).
A quanto abbiamo appreso i ragazzi sarebbero arrivati a Ventimiglia con una macchina carica di generi alimentari e avrebbero iniziati a distribuirli ai migranti presenti alla frontiera con la Francia. Dopo pochi minuti la polizia li avrebbe interrotti e condotti in caserma per identificarli, schedarli e denunciarli. Almeno uno di loro non avrebbe firmato la denuncia poiché nessuno era in grado di tradurre il documento e i contenuti dello stesso in francese.
ROMA, 24/03/2017
Il Decreto Sicurezza è stato approvato nei giorni scorsi alla Camera dei Deputati ed ora è al Senato dove dovrà essere convertito definitivamente. Come anticipato nei giorni scorsi stiamo continuando ad opporci a questo provvedimento in tutti i modi possibili e, anche dopo la sua approvazione definitiva continueremo a farlo, sia attraverso un'azione di advocacy diretta verso Governo, Parlamento e opinione pubblica, sia attraverso un'azione giudiziaria che punti a smantellare le disposizioni contenute nel Decreto.
Per farlo stiamo iniziando a raccogliere le ordinanze e gli atti che Sindaci, Prefetti e Questori stanno emettendo a seguito dei rinnovati poteri che questo provvedimento governativo gli ha concesso. Lo scopo è quello di costruire una banca dati e capire dove e come poter intervenire.
Per questo chiediamo a chiunque abbia notizia di uno di questi atti di segnalarcelo all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Questa sarà un'attività che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi. Ti chiediamo di sostenerci in questa nostra lotta per i diritti. Qui puoi sapere come farlo.
COMUNICATO STAMPA - Valutiamo favorevolmente la riforma dell'ordinamento penitenziario prospettata dal disegno di legge delega votato dal Senato, in particolare nelle parti che estendono le possibilità di accesso alle misure alternative alla detenzione e l’utilizzo della sorveglianza dinamica, nonché in quelle che guardano a maggiori garanzie nel rispetto dei diritti delle donne e dei detenuti stranieri – anche in relazione ai diritti religiosi – e all’esercizio della sessualità in carcere. Fondamentale è inoltre la previsione di norme penitenziarie specifiche per gli istituti penali per minori. Molte di queste disposizioni sono state da noi richieste e sollecitate. Si tratta di norme che possono, se attuate rapidamente, dare vita ai suggerimenti emersi negli Stati Generali sull’esecuzione penale.
Le organizzazioni ed i firmatari in calce al presente appello ritengono che il cd decreto Minniti sia da respingere sia per le modalità con le quali è stato prodotto, senza la consultazione della società civile e con un provvedimento di urgenza immotivato, sia per i contenuti che veicolano un messaggio politico culturale reazionario e per soluzioni normative inefficaci e pericolose.
In particolare preoccupano le norme contenute nel decreto del 20 febbraio 2017, n. 14, Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città, che valutiamo assolutamente sbagliato nella impostazione generale ed in riferimento ai poteri di ordinanza in materia di ordine pubblico attribuiti ai sindaci oltre i limiti di garanzia costituzionale. Riteniamo totalmente arbitrario l’utilizzo della decretazione d’urgenza e grave che un decreto sulla sicurezza emanato dal Ministero dell’Interno e della Giustizia intervenga con strumenti di controllo e repressione con l’obiettivo dell’eliminazione della marginalità sociale come previsto dall’art. 4, accreditando la tesi della criminalizzazione degli ultimi.