"Verità per Giulio Regeni".
Il 25 luglio, a sei mesi dalla scomparsa al Cairo, Amnesty International Italia, Antigone e CILD promuovono una mobilitazione per Giulio Regeni
Lunedì 25 luglio saranno trascorsi sei mesi dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo. Nonostante siano passati 180 giorni, la verità su quanto accaduto al giovane ricercatore italiano è ancora lontana.
Per continuare a chiedere "Verità per Giulio Regeni" Amnesty International Italia, Antigone e la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili hanno organizzato una mobilitazione in piazza della Rotonda, a Roma, di fronte al Pantheon.
Gentile presidente del Consiglio Matteo Renzi e gentile ministro della Giustizia Andrea Orlando,
ieri in Senato si è consumata una farsa che assomiglia tanto a una commedia. Ha vinto ancora una volta la linea della melina, della tattica, della insensibilità ai diritti umani.
In Italia la tortura non è ancora reato. L’Italia è il paese dell’impunità per i torturatori.
Questo non fa onore al nostro Paese e a chi lo governa.
Chi ieri ha consentito che si fermasse tutto e che la legge non fosse approvata ha la corresponsabilità morale e politica dell’accaduto.
Vi chiediamo di intervenire con parole forti e inequivocabili nonché per mettere fine a questa brutta pagina umana e politica.
Patrizio Gonnella, Presidente Antigone
Ha vinto Alfano. Il Senato ha rinviato poco fa la discussione del disegno di legge per l'introduzione del reato di tortura a data da destinarsi. Evidentemente nel giro di una notte il ministro dell'Interno è riuscito a convincere il presidente del Consiglio Matteo Renzi a non tenere fede all'impegno assunto nell'aprile dello scorso anno quando disse che la risposta di chi governa un paese era di rispondere alla condanna di Strasburgo, per le torture nella scuola Diaz, approvando una legge che le punisse quelle torture.
Ora il rischio tangibile è che per l'ennesima volta, come nei 28 anni passati, l'Italia resti senza una legge che consenta di perseguire chi si macchia di questo crimine contro l'umanità.
COMUNICATO STAMPA - Nelle ultime ore esponenti del centro-destra, del partito del ministro dell'Interno Alfano e lo stesso Ministro si sono pronunciati per una modifica profonda del reato di tortura in discussione in queste ore al Senato poiché sarebbero "inutili gli sproloqui sul terrorismo se si indeboliscono le forze dell'ordine". A tal proposito interviene Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili.
"Negli ultimi anni ad essere stati torturati sono stati due detenuti ad Asti, le persone presenti nella scuola Diaz e quelle portate nella caserma di Bolzaneto a Genova.
Ad essere torturati furono i prigionieri condotti nelle prigioni segrete argentine durante il regime di Videla. Fatti per i quali quel Paese ci chiede di estradare un prete rifugiato in Italia.
Ad essere torturato è stato Giulio Regeni.
Chi oggi sfrutta il terrorismo per respingere l'introduzione del reato di tortura è contro la giustizia e si macchia, moralmente, di crimini contro l'umanità.
COMUNICATO STAMPA - "L'Italia fa bene ad aiutare Obama nel processo di svuotamento di Guantanamo, luogo simbolo della detenzione arbitraria, della tortura, della rinuncia all'habeas corpus". Sono le parole di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, alla notizia dell'accoglimento per motivi umanitari di uno yemenita detenuto da 14 anni nel carcere militare statunitense.
La decisione del governo italiano è in linea con la dichiarazione congiunta Ue-Usa del 15 giugno 2009 a sostegno della chiusura del campo di detenzione.
"Ovviamente - prosegue Gonnella - è importante che in Italia vi siano i diritti e le garanzie finora non assicurate negli USA. Prime fra tutte un giusto processo, una pena decisa per vie giurisdizionali e l'accesso alla difesa legale".
Alcuni prigionieri di Guantanamo vi sono infatti detenuti da anni senza che siano state formulate accuse ufficiali o che vi sia stato un processo. Il Pentagono non ha però fornito alcun dettaglio sulla situazione legale dell'uomo e se sarà soggetto a detenzione in Italia.
"Dal canto nostro - conclude Gonnella - ci mettiamo a disposizione per assicurare, nel caso ce ne fosse bisogno, la difesa a Fayiz Ahmad Yahia Suleiman".
Roma, 11/07/2016