Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
"Sarebbe un crimine tornare alla legge Fini-Giovanardi e trattare allo stesso modo consumatori e spacciatori di droghe leggere e pesanti. Il tutto a un mese dall'abrogazione della legge da parte della Corte Costituzionale. Le galere sono strapiene di persone che vi sono finite dentro per colpa di quella legge che è una legge che va contro le famiglie. Chiedetelo ai familiari di Stefano Cucchi. Circa il 40% dei detenuti è dentro per una imputazione o condanna relativa alla violazione delle norme sulle droghe. Il fatto che Carlo Giovanardi sia un pezzo della maggioranza non deve condizionare un percorso di riforme che guardi in avanti. A maggio la Corte europea ci condannerà centinaia di volte per tortura, qualora ricominciassimo a riempire le galere di consumatori.
Il 27 marzo verrà in visita in Italia Barack Obama. Si riascoltino le sue parole ragionevoli sulle droghe leggere. Si guardi a come il Colorado ha deciso di legalizzarle. Si sottragga il tema all'ideologismo penale. Invitiamo tutti i parlamentari, gli uomini e le donne dello spettacolo, delle professioni, della cultura a fare outing, a dire che anche loro da giovani o non da giovani hanno consumato marijuana o hashish. Invitiamo tutti a distinguere tali sostanze dall'eroina, dalla cocaina, dalle droghe sintetiche. Altrimenti tratteremo milioni di ragazzi innocenti come criminali. Infine si ascoltino le parole di quei giudici che ci dicono come la proibizione sia un regalo alla criminalità organizzata."
Strasburgo, 19 febbraio 2014. Questa mattina Mauro Palma, fondatore e presidente onorario dell’Associazione Antigone, è stato eletto Presidente del Consiglio europeo per la cooperazione nell'esecuzione penale del Consiglio d’Europa . Membro poi Presidente del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura, dei trattamenti e delle pene inumane o degradanti (CPT), del Consiglio d’Europa dal 2007 al 2011, lo scorso giugno il Ministro Cancellieri l’aveva messo a presiedere una Commissione ministeriale di studio in tema di interventi in materia penitenziaria per contrastare il sovraffollamento penitenziario. Matematico, con Walter Maraschini ha pubblicato numerosi testi di matematica sui quali tanti di noi hanno imparato la matematica.
Il 7 febbraio ha avuto inizio presso la Casa Circondariale di Nuoro, Badu e Carros, il primo dei quattro incontri facenti capo al progetto “Carcere: diritto penitenziario tra dentro e fuori”promosso dalla Scuola Forense del capoluogo barbaricino in collaborazione con la Direzione della medesima Casa Circondariale rappresentata dal Direttore, dott.ssa Carla Ciavarella. Il progetto, nato da un’idea dell’Avv. Monica Murru, coniuga l’esigenza di portare avanti un percorso formativo per addetti ai lavori in una materia tanto delicata quanto “negletta” ‐ quale il diritto penitenziario ‐ con la volontà dell’avvocatura nuorese di offrire un’opportunità ad uno degli ospiti di Badu e Carros, Marcello Dell’Anna, che in carcere si è diplomato e laureato, con una tesi significativa su “la compressione dei diritti fondamentali del detenuto: dai circuiti detentivi speciali di alta sicurezza al regime di 41 bis).
“Il decreto legge del Governo sulle carceri – ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, attiva da anni nella tutela dei diritti delle persone detenute – è un provvedimento timido che va nella direzione giusta. Una direzione obbligata perché, va ricordato a chi si oppone in Parlamento, è stata l’Europa a imporci di mettere mano a un sistema penitenziario che produce in modo industriale trattamenti inumani o degradanti. Vi sono circa 25mila persone in più rispetto ai posti letto regolamentari.
Ci saremmo aspettati un radicale cambiamento delle leggi sulle droghe, sull’immigrazione e sulla recidiva che questo disastro hanno prodotto. Ci saremmo aspettati l’introduzione del delitto di tortura. Ci saremmo aspettati provvedimenti più efficaci.
E’ demagogico oggi fare opposizione evocando indulti mascherati che non sono all’orizzonte. Il decreto legge del Governo è il minimo indispensabile. Chi vi si oppone lo fa perché spera di racimolare qualche punto di consenso nell’elettorato più forcaiolo.”
Roma, 4 febbraio 2014
Il racconto della coordinatrice nazionale.
Vi racconto la mia giornata di mercoledì scorso.
Il giorno prima avevamo lasciato la sede di Antigone verso le 19. La mattina dopo Roberta ed io siamo arrivate a Pietralata intorno alle 10.30. Girato l’angolo nel lotto di via Silvano 10 da dove si arriva alla porta della sede, abbiamo visto un capannello di persone, quattro o cinque, in prevalenza ragazze. Giusto due passi, il tempo di pensare che qualcuno dei nostri giovani avvocati fosse venuto fuori orario a lavorare su qualche caso, che affacciandoci sui due scalini che portano ai 25 metri quadri seminterrati che ci ospitavano abbiamo visto il materasso gettato a terra. “C’è stata un’occupazione”, ci hanno detto a brutto muso le ragazze. “Ve ne dovete andare. Ora ci vive lei. È una senzatetto che dorme in macchina”, e hanno indicato una giovane incinta dentro la stanza. Era pulita, ben pettinata e aveva perfino un filo di trucco. Dopo un minuto di smarrimento, abbiamo chiesto se sapessero cosa facciamo là dentro. Ho preso a caso una lettera da uno dei faldoni che contengono le migliaia di casi da noi seguiti. “Sono malato di cuore”, ho letto dove ho trovato la sottolineatura in giallo. Devo fare una cura, ho paura per la mia salute, ho letto ancora qua e là. Vedete – ho tentato di spiegare – questo signore è malato e noi gli mandiamo i nostri medici a costringere il carcere a curarlo. Lui non sta meglio di voi. Noi aiutiamo molti detenuti a trovare un alloggio perché pensiamo come voi che la casa debba essere un diritto.