di Stefano Anastasia
DIFENSORE CIVICO. Da qualche tempo, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, insiste sul fatto che ci si debba abituare all’idea che in Italia, in carcere, fisiologicamente, ci debbano stare 70.000 detenuti.
Da qualche tempo, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, insiste sul fatto che ci si debba abituare all’idea che in Italia, in carcere, fisiologicamente, ci debbano stare 70.000 detenuti. Sarebbe così assicurato il rapporto di 110 detenuti ogni 100.000 abitanti, il tasso medio di detenzione nei Paesi del Consiglio d’Europa. Con questo “pragmatico” atteggiamento, a dispetto dei solenni annunci dello stesso Presidente del Consiglio, in Parlamento si discute di un provvedimento che potrebbe mandare in detenzione domiciliare sì e no 2.000 persone e il problema centrale torna a essere quello, irrisolvibile, della realizzazione di circa 30.000 posti detentivi nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti.