Venerdì 19 dicembre alle ore 20.30 presso il Circolo Arci Zei Spazio Sociale, in via Corte dei Chiaramonti 2 Lecce, verrà presentato il libro “Recluse, lo sguardo della differenza femminile sul carcere” a cura di Grazia Zuffa e Susanna Ronconi,edito da Ediesse Edizioni.
Intervengono:
- Pietro Rossi, garante dei diritti dei detenuti Regione Puglia
- Susanna Ronconi, autrice del libro "Recluse", esperta di metodologie
- Fabio Zacheo, responsabile area trattamentale Casa Circondariale di Lecce
- Anna Caputo, presidente Arci Lecce.
Modera:
- Avv. Mariapia Scarciglia, referente per la Puglia dell’Associazione Antigone e responsabile del progetto “Storie d’amore e libertà”, che un anno organizza i corsi di street art, musica e scrittura creativa all’interno del carcere di Lecce, Borgo San Nicola. I corsi hanno come partner principale il garante dei diritti dei detenuti della Regione Puglia.
Nel libro che verrà presentato venerdì, le autrici compiono un’analisi critica dell’istituzione carcere che guarda a possibili trasformazioni: pur consapevoli dell’irrisolvibile, ontologica sofferenza inflitta dalla detenzione, le ricercatrici si muovono nel solco di un «riformismo disincantato», volto a contrastare la quota di «sofferenza aggiuntiva», inutile e ingiusta, basata su un insufficiente riconoscimento di diritti umani e civili inalienabili. Con l’obiettivo di promuovere una cultura e una prassi che supportino – invece che limitare o osteggiare – le strategie di «tenuta» che la differenza femminile mette in campo.
Le donne sono una percentuale minoritaria dell’intera popolazione detenuta italiana, appena il 4%.Questa loro scarsa presenza, invece di rappresentare la garanzia di maggiori opportunità e miglior gestione degli istituti che le ospitano, si traduce troppo spesso in invisibilità e irrilevanza, e porta con sé una omologazione all’immagine della detenzione maschile che cancella ogni differenza di genere.
Questo libro si basa su interviste a donne detenute nelle sezioni femminili delle carceri di Sollicciano, Empoli e Pisa, e nasce dal desiderio di indagare la soggettività delle donne detenute e dare ad esse voce, senza assecondare visioni «patologizzanti» del reato al femminile né facili stereotipi sulla «debolezza» delle donne detenute. Al contrario, lo sforzo è di rintracciare nelle loro biografie, nelle loro autoriflessioni e valutazioni due diverse «mappe»: quella delle sofferenze, dei fattori di stress e dei momenti critici indotti dalla carcerazione, da un lato; e dall’altro, quella delle risorse, delle strategie personali, in una parola della forza e dei fattori di tenuta, resistenza e resilienza, che consente loro non solo di «tenere» durante la detenzione, ma anche, nonostante tutto, di apprendere e immaginare un futuro.
A seguire APERITIVO e DJ SET con Serpentine e dj Jordan