Dal 17 settembre la nostra sede regionale di Antigone Molise ha dato il via ad una attività di sostegno per le esigenze dei detenuti del carcere di Campobasso e per le loro famiglie. Lo Sportello è operativo, per il momento, nelle sole giornate di martedì e giovedì (dalle ore 11 alle ore 13) presso la sede di Via Gioberti 20 (Passaggio a Livello San Pietro, Via Mazzini). Un gruppo di esperti, avvocati, medici, assistenti sociali, assicura consulenza a tutti i detenuti ed alle loro famiglie per l’approccio e la soluzione di problemi legati alle difficili opportunità di gestione.
Il 23 ottobre la legge per l’allargamento del regime della legittima difesa inizierà dal Senato il suo iter parlamentare. Questa proposta metterà a rischio la sicurezza, fondandosi sull’assenza totale di bisogni reali di prevenzione criminale.
Da qualche mese abbiamo lanciato una petizione popolare con la quale chiediamo al Parlamento di non approvare la legge. Attualmente 27.000 persone la hanno già firmata. In vista dell’approdo al Senato vogliamo rilanciare alcune iniziative per far sentire forte la nostra voce.
Mobilitati con noi. Ecco come puoi farlo:
Nei prossimi giorni inoltre organizzeremo altre iniziative per la consegna delle firme raccolte. Ne daremo notizia sul nostro sito e sui nostri account facebook e twitter e attraverso la nostra newsletter. Seguici (o iscriviti) per rimanere aggiornato su questa iniziativa.
Giustizia. La famiglia di Stefano Cucchi ha creduto fino in fondo nella legge, si è affidata ai giudici e alle istituzioni, si è mossa nel solco della legalità. Viceversa, coloro che hanno detto che per principio erano dalla parte dei carabinieri hanno manifestato una cultura che disprezza la legalità
di Patrizio Gonnella, il manifesto del 12 ottobre 2018
Il processo per l’omicidio di Stefano Cucchi resterà nella storia della giustizia italiana. Una storia fatta di violenza istituzionale, di morte, di coperture, di silenzi, di indifferenza, di opacità ma allo stesso tempo di determinazione, di forza morale, di rottura del muro della reticenza. Verità processuale e verità storica si stanno lentamente approssimando nonostante le umiliazioni e le dichiarazioni di quei politici che hanno urlato nel tempo una verità dogmatica e stereotipata.
Oggi, di fronte alla confessione di uno dei carabinieri che ha ammesso le violenze sul corpo di Stefano, sanno di ridicolo e tragico quelle frasi che si sono sentite nell’etere e lette sui social. C’è chi disse: «É morto perché era anoressico» (Carlo Giovanardi), chi chiedeva alla famiglia di Stefano «dove era quando lui si drogava» (Maurizio Gasparri), chi affermava che Ilaria Cucchi «mi fa schifo» (Matteo Salvini). A nove anni dalla morte di Stefano Cucchi ci sono tre parole, di cui una composta, che vengono esaltate da questa storia: empatia, spirito di corpo, legalità.
A distanza di nove anni dalla morte di Stefano Cucchi, avvenuta il 22 ottobre del 2009 nel reparto carcerario dell'ospedale Pertini, si fa finalmente un passo decisivo verso la giustizia.
La confessione di uno dei carabinieri attualmente sotto processo, il quale ha chiamato in causa a vario titolo gli altri suoi colleghi, squarcia il muro di omertà che in questi anni si era creato attorno a questo caso e che era stato rotto solo recentemente dalla testimonianza di un altro agente, Riccardo Casamassima.
Tuttavia questo muro non si sarebbe potuto abbattere se non fosse stato per la determinazione e la grande tenacia dimostrata in questi anni dalla sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, che mai un attimo ha smesso di lottare, e dall'avvocato Fabio Anselmo.
Finalmente ci avviciniamo alla verità. Ci auguriamo che in tempi brevi si arrivi al termine del processo e alle conseguenti condanne e si restituisca giustizia a Stefano e alla sua famiglia.
Crediamo inoltre che tutti quelli che propagandavano un'altra verità stereotipata ora dovrebbero chiedere umilmente scusa.
Dall'1 al 4 novembre ad Orvieto si terrà la 3a edizione dell’Human Rights International Film Festival.
Lo scopo del Festival Diritti a Orvieto è di promuovere e diffondere il cinema documentario d’autore con particolare riguardo ai temi dei diritti umani e favorire il confronto tra i registi.
Il Festival - organizzato e promosso dall’Associazione Culturale Teatri di Nina e da Own Air srl con il contributo e la collaborazione del Comune di Orvieto, della Fondazione TeMa e di sponsor - vede quest'anno anche un "Premio Antigone" che sarà assegnato al film che maggiormente rispecchia i temi di cui si occupa la nostra associazione.
Diritti a Orvieto non sarà però solo cinema ma anche mostre, convegni, incontri tematici, presentazioni di libri, in uno spirito di condivisione e partecipazione del territorio che vada al di là dell’evento e contribuisca a generare un pensiero di libertà, senza il quale non ci potrebbe essere la libertà di pensiero necessaria per immaginare un futuro ampiamente sostenibile.
Nei prossimi giorni saranno annunciati i vincitori ma, nel frattempo, scoprite di più sul festival, gli eventi in programma e come partecipare sul sito ufficiale.