A febbraio scorso Valerio Guerrieri, un ragazzo di 22 anni, si è suicidato nel carcere di Regina Coeli. Oggi è uscita la notizia della richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Roma, per due poliziotti penitenziari, rei di aver tardato di qualche minuto il controllo di Valerio, soggetto considerato a rischio suicidario.
Sul caso interviene Patrizio Gonnella, presidente dell’Associazione Antigone, che fin dall’inizio - contattata dalla madre del ragazzo - sta seguendo il caso.
“L’unica cosa che non vorremmo da tutta questa inchiesta è che si vada alla ricerca di capri espiatori e che tutto si risolva in una questione di mancata sorveglianza. Non è con un controllo esasperato, né privando i detenuti di magliette, cinte o lenzuola che si può risolvere la questione suicidi. Il rischio, anzi, è quello di rendere la vita del detenuto ancora più faticosa e difficile di quella che già è.
Nello specifico della questione di Valerio Guerrieri c’è da capire perché il ragazzo fosse in carcere e se vi fossero tutti i titoli per trattenerlo in custodia. Questo è il punto che più ci interessa della questione. Valerio aveva problemi di carattere psichiatrico, per questo era stato ricoverato in una Rems dal quale era scappato. Persone come lui non si possono curare dietro le sbarre, le si cura affidandole al sostegno medico, sociale, psicologico dei servizi del territorio.
Questo andava fatto anche con questo ragazzo”.
ROMA, 03/10/2017
Nuove maglie, nuovi sponsor, una nuova disciplina con cui confrontarsi, ma lo stesso obiettivo: utilizzare lo sport come strumento di integrazione.
Si possono riassumere così i temi trattati nell’incontro di oggi nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, durante il quale è stata presentata la stagione 2017/2018 della Polisportiva Atletico Diritti, nata dall’iniziativa di Antigone e Progetto Diritti, due associazioni che da oltre venti anni si occupano rispettivamente di giustizia e migranti, con il sostegno dell’Università Roma Tre.
Per la quarta volta, la squadra di calcio dell’Atletico Diritti scenderà in campo nella Terza Categoria del Lazio. I calciatori sono studenti, migranti e persone in esecuzione penale. Interamente rinnovata la divisa da gioco, che per la prima volta vede apposto il logo di Banca Etica, sostenitrice della squadra.
A chi, politico o sindacalista, si indigna della rivalutazione della misera retribuzione, che per pudicizia il legislatore chiama mercede, concessa ai detenuti per le loro altrettanto poche e misere ore di lavoro dequalificato che svolgono all'interno di un carcere, mi sentirei di rispondere così: a) era più o meno dai tempi della lira che non c'era un adeguamento della mercede ai costi della vita. Nel frattempo è successo di tutto;
a) l'adeguamento è il frutto di un lungo contenzioso con le Corti italiane ed europee;
b) il lavoro se non è retribuito allora è forzato e i lavori forzati sono un retaggio di un passato autoritario. Negli Stati Uniti, dove ancora in alcune galere private si lavora con le palle al piede, le guardie sono dipendenti di società private. Per cui starei attento a evocare modelli che poi toglierebbero posti di lavoro pubblici. Che ne pensano gli iscritti ai sindacati autonomi di Polizia penitenziaria? Coerenza fino in fondo ci vuole;
Una situazione di sovraffollamento penitenziario che persiste e ha ricominciato a crescere dopo l’importante flessione registrata nel post-Torreggiani, carceri con ampie carenze strutturali e che necessiterebbero di interventi di ristrutturazione, alcuni casi di violenza sui detenuti, persone in custodia della polizia che non sempre beneficiano dei loro diritti. È questa parte della situazione che emerge nel rapporto del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) che, nell’aprile del 2016, ha visitato alcune carceri italiane e altri luoghi di privazione della libertà.
Secondo il rapporto, nel periodo successivo alla sentenza Torreggiani con la quale la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva condannato l’Italia per trattamenti inumani e degradanti, c’era stata una importante stagione di riforme nell’ambito penitenziario che aveva portato ad avere in breve tempo circa 11.000 detenuti in meno e recuperare 2.500 posti. Tuttavia questa diminuzione si è interrotta nel 2016 con i numeri che hanno ricominciato a salire. Attualmente il 16% della popolazione vive in meno di 4 mq, non lontano dal parametro minimo che è fissato a 3 mq. Proprio su questo parametro il CPT critica l’Italia, rea di utilizzare lo stesso come elemento centrale delle proprie politiche, quando è nettamente al di sotto degli standard che lo stesso Comitato indica.
COMUNICATO STAMPA - "Le parole pronunciate oggi dal ministro degli Esteri Alfano non contengono alcuna novità significativa, relativamente al caso di Giulio Regeni, tale da giustificare il ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo". A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), in merito all'audizione in Parlamento sul caso del ricercatore ucciso in Egitto e il ripristino dei rapporti politici tra questo paese e l'Italia.
"Alfano - prosegue Gonnella - ha sottolineato ancora una volta quanto detto alla vigilia di ferragosto, quando il governo aveva annunciato il nuovo invio dell'ambasciatore, sul fatto che la presenza dell'ambasciatore garantirà una azione più incisiva di pressione sulle autorità giudiziarie egiziane affinché collaborino con quelle italiane. Se così fosse - sottolinea il presidente di Antigone e CILD - lo stesso governo dovrebbe fare un mea culpa per averlo ritirato quasi un anno e mezzo fa".