COMUNICATO STAMPA - “In attesa di leggere le motivazioni della pronuncia della Cassazione, quella riguardante Riina è una sentenza molto importante poiché pone il tema della dignità umana e di come essa vada preservata anche per chi ha compiuto i reati più gravi e, di conseguenza, come la pena carceraria non possa e non debba mai trasformarsi in una sofferenza atroce e irreversibile”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
“Ancora oggi - prosegue Gonnella - ci sono detenuti che da circa 25 anni sono continuativamente sottoposti al regime duro di vita penitenziaria disciplinato dall’art 41 bis 2° comma dell’ordinamento penitenziario. Alcuni di loro versano in condizioni di salute gravissime tali da non poter costituire mai un pericolo all’esterno”.
“Dal punto di vista del principio espresso dai giudici della Cassazione non possiamo che essere totalmente d’accordo. Se non fosse così vorrebbe dire che per noi la pena è pura vendetta. Rispetto invece alle preoccupazioni di tipo criminale - sottolinea ancora Gonnella - qualora mai un detenuto come Riina avesse l’opportunità di essere curato fuori dal carcere sarà comunque cura degli organi investigativi e delle forze dell’ordine fare in modo che ciò possa avvenire senza che questo costituisca un rischio relativamente alla commissione di nuovi reati”.
“Uno stato forte e democratico - conclude il presidente di Antigone - non fa mai morire nessuno in carcere deliberatamente”.
Roma, 05/06/2017
Lo scorso 10 aprile si è tenuto il convegno organizzato da Antigone dal titolo "Che fine hanno fatto gli Stati Generali? Carcere e misure alternative: cosa è stato fatto, cosa non è stato fatto, cosa si poteva fare".
Ad un anno dagli Stati Generali dell'Esecuzione Penale abbiamo voluto discutere con i protagonisti di questa grande consultazione su cosa, di quanto prodotto dai tavoli tematici ha poi trovato seguito in materia di riforma dell'ordinamento penitenziario.
Oggi mettiamo a disposizione gli audio di tutti gli interventi che si sono succeduti durante il convegno.
La tortura è un crimine contro l'umanità ma non in Italia.
Ieri la conferenza dei capigruppo della Camera dei Deputati ha deciso che l'Aula esaminerà il ddl Tortura dal 26 giugno. Data fortemente simbolica dato che proprio il 26 giugno si celebra la giornata internazionale contro la tortura. Tuttavia, il testo che la Camera discuterà in quella data si allontana molto dall'articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite. In Senato si è infatti tentato in tutti i modi di anestetizzare la fattispecie criminale al fine di renderla scarsamente applicabile nei confronti delle forze dell'ordine.
L'augurio è che il dibattito alla Camera sia migliore e più alto di quello ascoltato al Senato e che si possa arrivare ad avere nel nostro ordinamento il delitto di tortura nel rispetto dei contenuti dell'articolo 1 del Trattato Onu del 1984.
In Italia ogni anno centinaia di migliaia di persone - quasi un milione nel 2015! - sono arrestate/fermate dalle forze di polizia e si trovano perciò in una situazione di estrema vulnerabilità e precarietà.
Cosa vuol dire esattamente essere oggetto di un provvedimento di arresto/fermo? Cosa succede in queste circostanze? Quali sono i diritti della persona trattenuta, e come possono essere fatti valere?
Domande complicate a cui abbiamo provato a dare risposte semplici con la nostra guida dedicata e su cui ora vi invitiamo a mettervi alla prova attraverso il nostro quiz: quanto sai (o non sai) sui tuoi diritti davanti alle forze di polizia?
Per saperne di più leggi, scarica e diffondi la guida: ITA - ENG - FRA.
Diminuiscono sensibilmente i reati, tornano a crescere invece i detenuti.
È questa la fotografia che emerge da “Torna il carcere”, tredicesimo rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia.
Il Rapporto - presentato questa mattina a Roma durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo e il Garante Nazionale delle persone private della libertà personale Mauro Palma - risulta completamente rinnovato nella veste grafica e nelle modalità di fruizione rispetto agli anni precedenti.
Torna il carcere è infatti un rapporto esclusivamente on-line diviso in quattro grandi aree: le politiche e i numeri; tutti ne parlano. Le emergenze; chi vive dentro; chi lavora dentro. Ogni area ha al suo interno approfondimenti sulla situazione delle carceri italiane che vertono su questioni quali: i numeri, i costi, il personale, i suicidi, la libertà religiosa e la radicalizzazione, le donne, gli stranieri ecc.
Gli approfondimenti sono tutti accompagnati da grafici e infografiche che sintetizzano i dati più importanti, anche in comparazione alle condizioni di detenzione degli anni precedenti.
Il Rapporto, reso possibile dal lavoro di monitoraggio dell’Osservatorio di Antigone che dal 1998 è autorizzato ad entrare in tutti gli istituti italiani, è furibile al seguente link: http://www.associazioneantigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione.