COMUNICATO STAMPA - "Dopo la condanna europea del 2013 l'Italia ha messo in piedi delle riforme per decongestionare il sistema. Oggi vi sono 14 mila detenuti in meno rispetto ad allora. Però negli ultimi mesi la decrescita si è purtroppo fermata.
Hanno ragione il Capo dello Stato e il ministro della Giustizia quando suggeriscono azioni dirette a favorire l'istruzione e il lavoro. Per fare questo ci vogliono risorse e nuove norme che vadano a modificare l'ordinamento penitenziario.
Per quanto ci riguarda noi proponiamo una serie di riforme per ridurre la popolazione detenuta: depenalizzare e legalizzare cannabis; ridurre e non aumentare le pene per i reati contro il patrimonio; ridurre ancora l'uso della custodia cautelare.
Non è la prima volta che Angelino Alfano propone l’uso delle navi o di qualche forma di galleggiante per affrontare demagogicamente presunte emergenze detentive.
Nel 2009 era esponente del Pdl e ministro della Giustizia del governo Berlusconi. Di fronte alla questione del sovraffollamento penitenziario – c’erano a quel tempo circa 63 mila detenuti contro gli attuali 54 mila – il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sotto di lui amministrato propose le navi prigione da ancorare nei porti della Puglia e della Liguria per detenere persone in custodia cautelare.
È iniziata oggi, con una serie di audizioni, la discussione in Commissione Giustizia della Camera sul disegno di legge – promossa da un intergruppo parlamentare – per la legalizzazione della cannabis.
Ad essere ascoltato è stato anche Patrizio Gonnella, presidente di Antigone e della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili.
“L’avvio di questa discussione è una nota molto positiva in quanto cambiare politiche sulle droghe è necessario” ha dichiarato Patrizio Gonnella durante l’audizione.
“Così come si sta facendo negli Stati Uniti è necessario legalizzare la cannabis per motivi giuridici, di politica criminale, economici, etici”.
"Chiediamo all'amministrazione penitenziaria dai verificare prontamente le denunce dell'onorevole Ferraresi. Si tratta di denunce che disegnano un quadro terribile. Per questo è importante fare presto una inchiesta amministrativa e giudiziaria sulle denunce fatte e comunque proteggere l'incolumità di Rachid Assarag".
A dichiararlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Sono state la sua determinazione e il suo coraggio a togliere dall'oblio la questione carceraria e le vite dei detenuti. Ogni qual volta andiamo nelle carceri c'è sempre qualche detenuto che evoca Marco, lo cita, spera nelle sue battaglie.
Le sue lotte non erano mai fine a se stesse, c'era sempre un obiettivo, una proposta. Tante volte con lui ci siamo ritrovati a discutere sul che fare, su come arrivare a un provvedimento di clemenza o ad una diversa attenzione pubblica sui nostri temi.
A lui dobbiamo l'attenzione che negli ultimi anni le televisioni hanno concesso ai diritti legati alle carceri.
Le nostre condoglianze a tutte le amiche e gli amici dei Radicali con cui tante lotte abbiamo condiviso.
Domani ricorderemo Marco Pannella in occasione del convegno da noi organizzato presso la Camera dei Deputati, "Dignità e diritti umani nei luoghi di privazione della libertà".