In questi giorni la Commissione giustizia del Senato è impegnata a discutere un disegno di legge governativo che, tra l'altro, contiene "principi e criteri direttivi per la riforma dell'ordinamento penitenziario".
Proprio questa Commissione ha approvato, con parere favorevole del Ministro della Giustizia Orlando, alcuni emendamenti presentati del senatore Lo Giudice; emendamenti basati sulle proposte che Antigone aveva inviato lo scorso mese di gennaio a tutti i componenti della Commissione stessa.
"Già durante il primo passaggio alla Camera dei Deputati di questo disegno di legge - dichiara Patrizio Gonnella, presidente di Antigone - alcune nostre indicazioni furono accolte".
"Nel momento in cui il testo arrivò al Senato, altre proposte emendative furono da noi presentate ai senatori della commissione giustizia per rendere il testo di questo provvedimento il più avanzato possibile".
"Il senatore Lo Giudice ha fatto sue alcune delle nostre proposte e siamo soddisfatti che anche il Governo e l'intera commissione le abbiano condivise".
"Ora - conclude Gonnella - ci auguriamo che si passi al voto dell'aula e che il provvedimento sia approvato senza stravolgimenti in negativo".
In particolar modo gli emendamenti proposti da Antigone e approvati dalla Commissione giustizia riguardano:
- un miglioramento dell'aspetto della quotidianità detentiva nel senso della responsabilizzazione e della non passivizzazione, delle celle intese solo quali camere di pernottamento, degli spazi comuni riempiti di contenuti e di attività; prevedendo a livello normativo una maggiore possibilità di contatto con il mondo esterno, attraverso orari per i colloqui che vengano incontro alle esigenze lavorative e scolastiche delle famiglie e telefonate gestite direttamente dagli stessi detenuti. Inoltre la possibilità di accedere alle nuove tecnologie, tanto per mantenere e solidificare i contatti familiari - anche attraverso l’utilizzo della posta elettronica - quanto come strumento di studio, di informazione e di conoscenza della realtà esterna.
- una revisione del sistema delle pene accessorie improntata al principio della rimozione degli ostacoli al reinserimento sociale del condannato, ed esclusione di una loro durata superiore alla durata della pena principale.
- l’introduzione di una disciplina comune nell'ordinamento penitenziario per tutti i ministri di culto che, così facendo, prevenga anche i rischi della radicalizzazione
- l'introduzione di norme che guardino ai bisogni specifici e ai diritti delle donne detenute, trasferendo, a livello di norma primaria, disposizioni capaci di guardare alle specificità femminili nell’ambito dell’inserimento lavorativo, delle relazioni famigliari, delle esigenze sanitarie e di quanto altro possa differenziare la detenzione femminile da quella maschile.