Cannabis/Antigone. La Consulta rigetta il ricorso sulla coltivazione ad uso personale. Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La Corte Costituzionale ha oggi respinto il ricorso in merito al trattamento sanzionatorio per la coltivazione della cannabis per uso personale. Con questa decisione si conferma la disparità tra chi autocoltiva, rischiando una condanna penale, e coloro che acquistano dal mercato nero, per i quali è prevista una sanzione amministrativa.
Nell'attesa di leggere le motivazioni della sentenza la via maestra è quella legislativa. Vogliamo un Parlamento e un Governo che sulla scia degli Stati Uniti cambino la politica sulle droghe e vadano verso la decriminalizzazione, la depenalizzazione e la legalizzazione.
Solo così avremo meno consumi e garantiremo il diritto alla salute, togliendo potere e soldi alle mafie. Soldi da poter reinvesitere nel welfare.
Roma, 09/03/2016
Droghe/Antigone. Domani la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sulla coltivazione ad uso personale. Gonnella: "Ci auguriamo favorisca un cambio di politiche"
Domani la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sul fatto che alcune condotte propedeutiche al consumo di cannabis, relativamente alla coltivazione ad uso personale, saranno o meno ancora reato. La questione nasce dalla Corte di Appello di Brescia che, con una propria ordinanza, ha posto alla Corte Costituzionale «la questione di legittimità costituzionale delle disposizioni dell'art. 75 D.P.R. n. 309/90, nella parte in cui escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis, in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, quali ricavabili dagli artt. 3, 13, comma secondo, 25, comma secondo e 27, comma terzo, Carta Cost.».
Regeni. Antigone e CILD: autorità italiane pongano in essere atti di maggiore impatto politico
Un mese fa veniva ritrovato il corpo senza vita di Giulio Regeni. Ad un mese di distanza la verità sulla morte del ricercatore italiano è ancora lontana dal venire alla luce. Le autorità egiziane hanno più volte dato versioni a cui è difficile credere, soprattutto dalle evidenze che il corpo martoriato di Giulio porta con sé. Si è parlato di un incidente d’auto, poi di un collega invidioso, di un'amante tradita, di uno spacciatore di droga non pagato. Per ultima l’ipotesi del terrorismo internazionale che, per minare i rapporti tra Italia ed Egitto, avrebbe scelto Giulio come vittima.
Quello che sappiamo di certo è che Giulio è stato torturato, forse per avere da lui delle informazioni. Secondo il medico che avrebbe eseguito l’autopsia – smentito dalla procura che sta seguendo l’indagine – con il metodo dei “servizi egiziani”.
“Mi chiamo Agostino, ho cinquantasei anni e vivo in una casa lavoro, si chiama così il limbo in cui mi trovo a penare. Non assomiglia per niente a una casa, e' galera, con porte blindate e angeli poliziotti a vegliare sulla mia noia. Sotto il tetto in cui sto scontando il mio 'ergastolo bianco' non ho alcun mestiere a cui dedicarmi, giusto una manciata di giorni al mese faccio lo 'scopino', pulisco il passaggio di chi striscia inerte accanto a me. Da bambino sognavo un mondo ordinato, per questo diventai sbirro; il gioco d'azzardo mi fece cadere, per questo diventai ladro. Mi chiamo Agostino e sogno la libertà.”
"La confessione di Agostino. Una vita in gioco tra guardie e ladri" è uno spettacolo scritto e diretto da Gianfelice Facchetti, patrocinato da Antigone e Amnesty International Italia, che sarà in scena da oggi fino al 20 marzo allo Spazio Tertulliano a Milano.
Wind/Antigone. Fuori luogo la campagna Wind con il richiamo alla tortura. Venga ritirata. Dichiarazione di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
La nuova pubblicità della Wind Telecomunicazioni – protagonisti gli attori Giorgio Panariello e Giovanni Esposito – con il suo richiamo alla tortura è totalmente fuori luogo.
La tortura è un crimine contro l’umanità, uno dei più orrendi. Per questo crediamo che usare il tema con “leggerezza” non aiuti, anzi ostacoli l’impegno che da decenni mettiamo in campo per i diritti umani e contro la tortura stessa. In molti paesi la tortura viene praticata, compresa l’Italia dove da quasi un trentennio aspettiamo una legge che la punisca. In queste ore e questi giorni stiamo piangendo la scomparsa di Giulio Regeni, nostro connazionale, ucciso in Egitto dopo essere stato brutalmente torturato.
La barbarie è l’unico volto della tortura, per questo chiediamo alla società Wind Telecomunicazioni di ritirare immediatamente la propria pubblicità.