Un anno di vita e morte nelle carceri italiane
Alla presenza dei familiari di Stefano Cucchi in occasione dell’anniversario della sua morte
Patrizio Gonnella
Stefano Anastasia
Claudio Sarzotti
Presentano il VII Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia - (L’Harmattan Italia, 2010)
Sono previsti gli intervento di:
Rita Bernardini, Deputato Pd
Silvia Della Monica, Senatrice Pd
Carlo Leoni, Responsabile
giustizia Sinistra ecologia e libertà
Luigi Manconi, Presidente A buon diritto
Pietro Marcenaro, Presidente Commissione diritti umani - Senato
Guido Melis, Deputato Pd
Mauro Palma, Presidente Cpt
Marco Pannella, Partito Radicale Transnazionale
Flavia Perina, Deputato Fli
Giovanni Russo Spena, Responsabile giustizia Prc
di Susanna Marietti
Alla fine dello scorso agosto alla sede dell’associazione Antigone arrivò una lettera – una delle antiche lettere di carta, di quelle che oramai arrivano quasi solo dalle galere – firmata da “gli ergastolani di Spoleto”. Sotto questa dicitura collettiva, diciassette nomi e cognomi scritti di proprio pugno. Il breve testo, indirizzato anche “agli organi di Stato e stampa” e per conoscenza al “Tribunale di Sorveglianza di Perugia e al Sindaco del Comune di Spoleto”, denunciava il fatto che nel carcere umbro si intendeva raggruppare gli ergastolani a due a due allocandoli in celle originariamente singole. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, si diceva, aveva dato istruzioni in questo senso alla direzione del carcere di Spoleto. Una seconda brandina doveva essere aggiunta nelle celle dalle dimensioni adatte a ospitare una sola persona. Gli ergastolani firmatari della lettera, “sicuri di morire in carcere”, riferivano di non avere alcun motivo per sottostare a una simile richiesta. Una protesta, insomma. E le proteste, si sa, in carcere si scontano.
Da domani tutti i mercoledì dalle 20 su Radio Popolare Roma (103.3 fm)
Da domani alle 20 per un'ora sulle frequenze di Radio Popolare Roma (103.3 fm) va in onda JAILHOUSE ROCK ovvero suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni. Si parla di carcere e di rock. Un orologio digitale Timex rotto, un profilattico non usato, uno usato, un paio di scarpe nere. È l'inizio dell'elenco degli oggetti che la guardia riconsegna a John Belushi prima di metterlo in libertà all'inizio del film The Blues Brothers. Alla fine l'intera band sarà di nuovo dentro a cantare Jailhouse rock, dopo aver trionfato nella propria missione per conto di Dio.