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Un poliziotto-garante a Roma? Finalmente una marcia indietro

 di Patrizio Gonnella

Il garante-poliziotto nominato dal sindaco di Roma Alemanno allo scopo di tutelare i diritti dei detenuti ha rinunciato “per ragioni personali e di incompatibilità con il ruolo ricoperto presso l'amministrazione penitenziaria”. Tali e tante erano state le critiche, le perplessità, gli stupori per aver affidato a un agente di polizia penitenziaria in servizio un incarico di protezione dei diritti delle persone private della libertà personale, che l’ispettore (mancato garante) e il Sindaco hanno dovuto fare marcia indietro.
Quella nomina era una provocazione politica e culturale. Un unicum al mondo. Il passo indietro, dovuto, è stato comunque importante. Tutti possono sbagliare.

Anche Alemanno, chi lo ha male consigliato o coloro i quali hanno inopinatamente plaudito a quella nomina la cui incompatibilità e stridore con il diritto e il buon senso erano evidenti e sotto gli occhi di tutti sin dall’inizio.

Roma ora ha la possibilità di scegliere bene, di affidarsi a figure sopra le parti, indipendenti e autorevoli. Figure capaci di dare grande prestigio e forza a una funzione, quella di garanzia dei diritti dei prigionieri, che oggi è di particolare centralità, visto il sovraffollamento intollerabile, viste le tragiche condizioni di vita interne alle carceri, viste le storie di brutalità dell’ultimo anno.

*Presidente della Associazione Antigone

Articolo pubblicato sul Manifesto il 10 novembre 2010

(10 novembre 2010)