Regno Unito
Da oggi il test di "britannicità" per gli stranieri
Al via la prova di capacità linguistica e una serie di domande sulla storia, le leggi e i costumi del Paese
LONDRA - Gli stranieri che intendono stabilirsi nel Regno Unito dovranno sottoporsi da oggi a un apposito test di 'britannicita'', consistente in una prova di capacità linguistica e in una serie di domande sulla storia, le leggi e i costumi del Paese.
Chiunque chieda un visto illimitato dovrà anzitutto superare un esame che attesti la sua comprensione della lingua inglese.
Il test 'Life in the Uk' (Vita nel Regno Unito) è composto da 24 domande, in inglese, riguardanti la società, il governo, la storia e la geografia della Gran Bretagna. Da superare in 45 minuti, il test era già obbligatorio per le persone che aspirano alla cittadinanza britannica e vi si sono sottoposti finora circa 200.000 immigrati.
Secondo il governo, la prova è importante perché aiuta gli immigrati a integrarsi nella società britannica, ma la stampa ha ironizzato quando essa è stata introdotta, l'anno scorso, per gli stranieri che chiedono la cittadinanza, rilevando che molte persone nate e cresciute in Gran Bretagna avrebbero difficoltà a rispondere a parecchie domande. Tra queste ve n'é una che chiede di elencare tre Paesi da cui gli ebrei emigrarono per sfuggire alla persecuzioni tra il 1880 e il 1910 (Polonia, Bielorussia e Ucraina); un'altra sulla distanza tra la costa nord della Scozia e quella sud dell'Inghilterra (circa 1.000 km); una infine, che chiede di indicare che cosa bisognerebbe portare come primo visitatore dell'anno nuovo in una casa scozzese (pane, whisky e carbone la risposta).
Sempre in tema di immigrazione, oggi si assiste anche alla nascita di una nuova agenzia, che ambisce ad essere più efficiente e a servire meglio, con più trasparenza e responsabilità, gli interessi del pubblico. La direzione immigrazione e nazionalità del ministero dell'Interno (Home Office) è stata trasformata in Agenzia per i confini e l' immigrazione, nell'ambito di un vasto piano di ristrutturazione dei servizi di immigrazione e con una maggiore presenza di personale, dotato di nuove divise, nei porti.