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Milano, torna la calma a Chinatown. Pechino: "All'Italia chidiamo equilibrio", La Repubblica, 13/04/07

A 24 ore dalla guerriglia urbana che ha sconvolto il quartiere cinese riaprono i negozi
Scomparse le bandiere rosse restano gli striscioni: "No all'ingrosso e all'illegalità"

Milano, torna la calma a Chinatown
Pechino: "All'Italia chiediamo equilibrio"

Berlusconi: "La linea da seguire è solidarietà e legalità"

MILANO - Torna la calma a Chinatown. Il giorno dopo gli scontri tra vigili urbani e abitanti del quartiere cinese a Milano, la situazione si è normalizzata. I commercianti hanno riaperto i negozi, le auto sono di nuovo in circolazione, i bar si sono riempiti di gente. Non sono rimasti segni della guerriglia urbana di ieri. Solo alle finestre che danno su via Paolo Sarpi, il cuore del quartiere cinese a Milano, restano i tricolori e le bandiere arancioni che gli abitanti italiani avevano esposto per protestare contro il proliferare di negozi all'ingrosso gestiti da cinesi nella zona. "Vivi...Sarpi no all'ingrosso e all'illegalità", c'è scritto su un drappo appeso alla ringhiera di un balcone. Sono scomparse invece le bandiere rosse della Cina che ieri erano state esposte mentre la rivolta infuriava contro i poliziotti e i vigili urbani.

In zona hanno stazionato per tutta la notte due camionette della Polizia e 12 agenti. Il primo blindato è rimasto fermo a metà di via Sarpi; il secondo al confine del quartiere cinese, in piazza Baiamonti. Stamane il quartiere resta presidiato dalle forze di polizia che controllano a distanza la situazione.

Nota ufficiale da Pechino. Ma arriva anche la reazione ufficiale di Pechino. Una nota ufficiale diffusa dal ministero degli Esteri cinese "si augura" che l'Italia "risolva con equilibrio" i problemi sorti con gli incidenti. Nella nota, il ministero sottolinea chiede che si "tenga conto delle ragionevoli esigenze e degli interessi legali dei cinesi residenti all'estero". La nota segue ricostruisce brevemente i fatti, attribuendone l'origine ad un "problema di parcheggio".
Il console: "Reazione spontanea". Gli abitanti cinesi hanno poca voglia di parlare ma quei pochi che accettano di rispondere alle domande, rivendicano come legittima la rabbia. "Sono due mesi che qui siamo sottoposti a una forte pressione", aveva detto ieri il console generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano Limin Zhang. "I commercianti cinesi pagano le tasse e sono in regola. Quella di ieri è stata una reazione spontanea e assolutamente non premeditata. Ho chiesto un incontro con il sindaco Moratti: prima ci vedremo, meglio sarà".

La rivolta dei marciapiedi. Ieri è stata battaglia a Chinatown. La rivolta dei marciapiedi è esplosa per colpa di una multa inflitta da due vigilesse a una commeriante cinese. Centinaia di cinesi sono scesi in piazza contro le forze dell'ordine. Auto rovesciate, lancio di bottiglie, un corteo di 200-300 persone che voleva raggiungere piazza Duomo bloccato dagli agenti, manganellate e vetture danneggiate. Il bilancio degli scontri è stato di 14 vigili feriti, uno con la mano fratturata. Una decina, forse di più, i cinesi contusi. Scene di guerriglia urbana in un quartiere al centro delle polemiche per la situazione di caos e traffico indotto dalle centinaia di negozi all'ingrosso.

La legge.
La rabbia covava già da un paio di mesi, da quando i vigili avevano ricevuto l'ordine di applicare alla lettera il codice stradale, multando e impedendo il trasporto delle merci fuori dagli orari canonici, mentre l'amministrazione cittadina sta valutando la prossima chiusura al traffico automobilistico. Una soluzione che, per i commerci cinesi, avrebbe l'effetto della paralisi.

Il sindaco Moratti: "No a zone franche". Il sindaco Letizia Moratti difende il giro di vite sul commercio all'ingrosso a Chinatow: "Non intendiamo tollerare nella nostra città zone franche. Purtroppo lì c'era l'abitudine a violare le regole. Adesso, per la prima volta, le facciamo rispettare. Non faremo passi indietro: le regole valgono per tutti". E sulla stessa linea interviene anche Silvio Berlusconi: "Milano si trova, come altre grandi aree metropolitane d'Italia, al centro di una situazione particolarmente complessa. Proprio per queste ragioni la linea da seguire è quella della solidarietà unita alla legalità, delle politiche sociali ma anche del rispetto delle regole".

"Vogliamo solo lavorare".
Ieri, la commerciante che ha ricevuto la multa per prima è stata denunciata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. All'uscita dalla questura ha detto piangendo: "Vogliamo solo lavorare, vivere in Italia, crescere qui i figli che sono nati a Milano. Non siamo delinquenti e non ci meritavamo questo".