Lunedì l'ultimo contatto. I passeggeri fotografati da un aereo da ricognizione
a 80 miglia dalla costa maltese. Appello dell'Onu per proseguire le ricerche
Scompare barcone di immigrati. A bordo 57 persone, di cui 6 bambini
di GIOVANNI MARIA BELLU
ROMA - Dal pomeriggio di lunedì si è perso ogni contatto con una barca di dieci metri partita dalla Libia con un carico di 57 cittadini eritrei. Un appello a proseguire nelle ricerche, lanciato ieri mattina da Laura Boldrini, portavoce dell'ufficio dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), non ha ancora avuto risposta. Tutto fa pensare all'ennesima tragedia dell'immigrazione nel Mediterraneo.
Eppure lunedì mattina, alle 9,30, i passeggeri avevano visto un aereo maltese volteggiare sulle loro teste e avevano creduto di essere in salvo. In quel momento, uno di loro stava parlando con Lepeten, una donna eritrea residente a Bologna. Le ha detto di quel piccolo aereo che da un paio d'ore passava e ripassava. Ha aggiunto che dalla barca avevano già fatto, col telefono satellitare, molte chiamate per chiedere aiuto. E per fortuna l'aiuto era arrivato.
In realtà l'aereo partito da Malta stava svolgendo una ricognizione e non era idoneo a un intervento di salvataggio. Il pilota ha segnato le coordinate, ha scattato foto, ed è tornato alla base. Sulla barca la situazione è diventata sempre più difficile. Entrava acqua. E le telefonate continuavano. Con Bologna, con Bergamo, con l'Inghilterra. Appelli disperati, ma precisi, indicando il numero esatto dei passeggeri: non 53 come dicevamo i maltesi, ma 57. Un errore determinato dal fatto che oltre agli uomini (28) e alle donne (23) c'erano anche sei bambini piccoli, così piccoli che quasi tutti erano sfuggiti al conteggio.
Tra le 14,30 e le 15 di lunedì le comunicazioni tra i passeggeri della barca e i connazionali residenti in Europa si sono interrotte. Verso le 16, l'aereo ricognitore maltese è tornato nella zona e non ha trovato nulla. Poco dopo, quello stesso punto mare (a una ottantina di miglia a sud di Malta) è stato raggiunto, all'ora programmata, le 18 della sera, da una motovedetta. La barca non c'era più e il mare era molto mosso. Lo era già quando i passeggeri hanno chiesto soccorso.
Inoltre il motore era rotto e lo scafista stava male, vomitava, non era nelle condizioni fisiche per governare la barca che il vento trascinava verso sud. Ma è difficilissimo che abbia raggiunto la terra. Le fotografie scattate dall'aereo mostrano i passeggeri, molto probabilmente nelle ultime ore di vita, che indossano i salvagenti e armeggiano con delle taniche. Si distingue anche, in braccio alla madre, un bambino di pochi mesi.