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«Mondi Migranti», rivista assennata e meticcia, Il Manifesto, 16/06/07

«Mondi Migranti», rivista assennata e meticcia
M.Ca

E' uscito ad aprile il primo numero di Mondi Migranti, rivista quadrimestrale di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, diretta da Maurizio Ambrosini, sociologo dell'Università di Milano, edita da Franco Angeli. C'è una stretta parentela tra la rivista e «Gridalo forte!», la due giorni genovese dedicata alle seconde generazioni (annunciata qui sopra). I due condirettori, Luca Queirolo Palmas e Andrea Torre, sono stati i primi a studiare dall'interno le pandillas dei giovani latinos genovesi. Con un libro, Il fantasma delle bande, e con una ricerca-azione hanno reso «visibili» Latin Kings e Netas. Nel primo numero di Mondi Migranti Re e Regine sono protagonisti della sezione «Vite», con una lunga intervista a King Soprano, 22 anni, ecuadoriano. E tornano nella sezione «Incursioni», dedicata ai «Figli dell'immigrazione in Europa».
In un tomo di 250 pagine c'è posto per parecchio altro: dalla ricerca sugli immigrati nelle fabbriche metalmeccaniche piemontesi alla riflessione teorica sulla sociologia alle prese con le migrazioni del ventunesimo secolo, dal saggio sulla politica olandese per i giovani migranti all'analisi della presenza straniera nella scuola italiana. La rivista dichiara tre obiettivi: innalzare la qualità del dibattito scientifico sulle migrazioni, che in Italia risente della relativa giovinezza del tema; essere un luogo d'interscambio con la ricerca internazionale; pubblicare lavori meritevoli, non necessariamente di taglio accademico-sociologico: racconti biografici, letteratura e produzione artistica dei migranti. Uno spazio e un linguaggio «intermedi» per una rivista che proverà a essere «meticcia».
Maurizio Ambrosini, oltre a firmare l'editoriale, affronta nella sezione «Débats et Combats» il tormentone dell'ultimo decennio: integrazione o multiculturalismo? Il titolo anticipa la risposta: «Una falsa alternativa». Un'opposizione «di maniera», che finisce inevitabilmente per far danni, per «imporre» qualcosa ai migranti. Parità, cittadinanza, eguaglianza restano per Ambrosini i capisaldi di una buona e avveduta politica d'accoglienza. E poi, aggiunge al manifesto, corsi a tappeto per insegnare l'italiano, «tipo 150 ore». Il clima non è «favorevole», ammette il professore, anche sui migranti il governo Prodi arretra, la Bossi-Fini è sempre lì, il ministro Ferrero «da solo» non ce la fa. Comunque, «non dobbiamo abbatterci, guardiamo al lungo periodo, lavoriamo per produrre una cultura assennata». Se sui migranti i grandi giornali producessero «informazione assennata», saremmo a metà dell'opera. Invece...
Il prossimo numero della rivista si occuperà di migranti, famiglie, identità e culture transnazionali.