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Amato: "Alle Poste il sistema non va", Metropoli, 06/07/07

Amato: "Alle Poste il sistema non va"

Mentre associazioni di migranti e sindacati si organizzano in molte città italiane per una serie di manifestazioni di protesta contro la lentezza del sistema di rinnovo dei permessi di soggiorno, il ministro dell'Interno Giuliano Amato ha risposto sull'argomento in un "question time" alla Camera. "Il sistema è zoppicante e costoso - ha detto Amato - l'accordo con le Poste lo abbiamo trovato e non ne sono felici". Oggi sit in a Roma davanti al Viminale, domani cortei a Treviso e Ancona

ROMA - Si moltiplicano in tutta Italia le iniziative di protesta per i disagi causati dal nuovo sistema di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno all'ufficio postale.

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato, rispondendo al question time alla Camera, ha parlato di sistema "zoppicante" e "costoso". Quella con le Poste è una convenzione che "abbiamo trovato" e di cui "non siamo felici". Il risultato, ha proseguito il ministro, "è che io in questo momento mi trovo davanti a 749.000 istanze di rinnovo e ne ho 272.000 bloccate in quanto anomale, cioè hanno qualche errore che può essere anche quello di una lettera sbagliata nel nome di una strada".

Amato ha sottolineato il sistema "è molto costoso: settanta euro sono tanti per un rinnovo. Inoltre, è sistema per il quale è insufficiente l'assistenza di cui ciascun interessato può disporre per formulare alla perfezione la sua domanda, perchè se non è formulata in modo perfetto, il computer la rigetta". Occorrerebbe, ha concluso il ministro un sistema "nel quale l'immigrato possa trovare persone attorno a sè alle quali far verificare che la domanda è scritta correttamente prima di consegnarla allo sportello".

Con le manifestazioni invece si comincia oggi, venerdì 6 luglio, a Roma con il sit-in organizzato dalla Focsi (Federazione delle organizzazioni e comunità straniere in Italia) di fronte alla sede del ministero dell'Interno.

L'appuntamento è alle 12 in piazza dell'Esquilino – Santa Maria Maggiore. L'obiettivo – spiega un comunicato – è “denunciare di nuovo la suddetta convenzione e il dannoso ritardo nel rilascio e nel
rinnovo del permesso di soggiorno per tutti coloro che ne hanno fatto richiesta”. Ma la giornata, cui sono invitati sindacati, associazioni e tutti i cittadini, “sarà anche un'occasione per raccogliere idee da proporre a chi di competenza per trovare una soluzione alternativa”.

A Treviso invece i tre sindacati confederali, insieme alle associazioni di immigrati della provincia, hanno organizzato una manifestazione pubblica sabato 7 luglio. L'appuntamento è alle 15.30 in piazza Vittoria. Lo scopo è portare all'attenzione delle forze politiche, locali e nazionali, il disagio causato da attese lunghissime e “costi esorbitanti”.

Sono stati invitati la prefettura, la Provincia, i sindaci, l'Anci, i partiti, le associazioni imprenditoriali e del volontariato. “Chiediamo – spiegano i sindacati – si vada oltre l'indignazione e si destinino risorse economiche e umane per applicare la legge e ridare dignità a milioni di persone”. La manifestazione ha ricevuto la solidarietà del sindacato di polizia Siulp, che si dice “moralmente vicino agli immigrati”. Per il segretario serenale di Treviso Carlo Furlanetto “la situazione è insostenibile sia per lo straniero sia per il poliziotto che lavora all'ufficio immigrazione”.

Sempre sabato 7 luglio circa mille immigrati sono attesi ad Ancona per la manifestazione provinciale dei migranti che si svolgerà a partire dalle 17. Da piazza Roma il corteo sfilerà per le vie del centro per arrivare in piazza del Plebiscito, dove sono previsti gli interventi di molti sindacalisti. L'evento si concluderà con un concerto di vari gruppi.

Intanto è già in programma, per martedì 17 luglio, una iniziativa nazionale consistente in due sit-in di fronte ai ministeri dell'Interno e della Solidarietà sociale. Quello davanti al Viminale inizierà alle 10.30, il secondo invece sarà alle 15.30 in via Fornivo. La protesta promossa da Cgil, Cisl e Uil ha lo scopo di chiedere al governo un forte segno di discontinuità nelle sue politiche sull'immigrazione.

Se la manifestazione all'Interno ha il solito scopo di denunciare il ritardo nel rinnovo dei permessi, quella alla Solidarietà sociale si concentra invece sul problema dei nulla osta all'assunzione legati al Decreto flussi (decine di migliaia di assunzioni perse o ritardate), ma riguarda anche l'assenza di un nuovo Decreto per il 2007, che – scrivono i sindacati – “si configura come un vero e proprio blocco dell'ingresso regolare in Italia”. I responsabili Immigrazione dei tre sindacati, in due lettere rivolte ai ministri Amato e Ferrero, illustrano le ragioni della protesta e chiedono di essere ricevuti ai ministeri, insieme a rappresentanti degli stranieri, per testimoniare la gravità della situazione.

La convenzione con Poste italiane per il rinnovo dei permessi di soggiorno sarà al centro oggi pomeriggio di un question-time con il ministro dell'Interno Giuliano Amato, che verrà illustrato in diretta televisiva dal presidente dei Comunisti italiani Pino Sgobio. La domanda al ministro Amato è “se non ritenga di dover disdire immediatamente la convenzione con le Poste, dati gli alti costi che i cittadini devono sostenere a fronte di un servizio inadeguato e carente, che contribuisce comunque a determinare una percezione dell'accoglienza umiliante e distorta per i migranti”. E se non ritenga urgente “predisporre, in tempi certi, il passaggio delle competenze ai Comuni, prima dei due o tre anni” di cui si è sempre parlato”.

Fra i diversi appelli rivolti al ministro Amato e ai dirigenti del Vimiale per trovare rapide soluzioni al problema, va segnalata anche una lettera aperta inviata il 3 luglio dal Cepa (il Centro patronati che riunisce Inas Cisl, Inca Cgil, Ital Uil e patronato Acli). Nel messaggio i patronati, coinvolti in prima linea nell'assistenza ai cittadini stranieri che devono rinnovare il permesso di soggiorno, chiedono al prefetto Angela Pria (della direzione centrale per l'Immigrazione) la convocazione urgente del tavolo tecnico di confronto istituito presso il ministero, per segnalare i problemi rilevati a livello nazionale. Nella lettera, il presidente del Cepa Giampiero Bonifazi segnala inoltre che “le proposte di aggiornamento della procedura elaborate dal nostro gruppo tecnico non sono state finora neanche discusse”.