La direttiva comunitaria n. 43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali è stata attuata dall’Italia con il decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 215 (Attuazione della direttiva 2000/43/CE per la parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica). Lo precisa il Viminale in un comunicato con il quale il Ministero dell’Interno interviene nel dialogo a distanza tra Governo italiano e Unione europea sul “problema rom”, tornato alla ribalta in occasione della morte dei quattro bambini rom avvenuta a Livorno l’11 agosto scorso.
Un problema politico complesso ancora da risolvere a livello europeo – secondo le parole del premier italiano Romano Prodi – rispetto al quale, invece – secondo la portavoce del commissario Ue agli affari sociali, Vladimir Spidla - l'Italia non avrebbe ancora recepito la direttiva europea contro le discriminazioni basate sulla razza e sull'etnia.
Il testo del comunicato
La direttiva comunitaria n. 43 del 2000 contro le discriminazioni etniche e razziali promossa dalla Presidenza Prodi é stata attuata dall'Italia con decreto legislativo n. 215 del 9 luglio 2003. Tale decreto del 2003 è stato ritenuto non soddisfacente rispetto a tre aspetti specifici della direttiva e per questo è stato oggetto dei rilievi sollevati in sede UE. Si tratta di aspetti che vanno corretti e che, tuttavia, non riguardano la specifica questione dei rom.
In relazione ai rom è vero che l'Italia non ha riconosciuto loro i diritti delle minoranze, che la nostra legge conferisce alle sole minoranze linguistico-territoriali.
D’intesa con la Presidenza del Consiglio, al Viminale è in corso da mesi il lavoro preparatorio, al quale stanno partecipando anche le associazioni che rappresentano gli stessi rom, per una conferenza prevista per il prossimo mese di ottobre in vista delle necessarie e giuste iniziative legislative. Una conferenza che servirà anche per cominciare a rimuovere i pregiudizi verso i rom e la generalizzata diffidenza nei loro confronti che hanno indotto sino ad ora ad ignorare il problema.