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Premio Nansen per i rifugiati 2007, unhcr.it, 18/09/07

PREMIO NANSEN PER I RIFUGIATI 2007: PREMIATA LA SOSTENITRICE DI CHI GIUNGE VIA MARE A MALTA  

GINEVRA – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato questa mattina che l’edizione 2007 del Premio Nansen per i Rifugiati (Nansen Refugee Award) verrà conferito alla dott.ssa Katrine Camilleri, 37 anni, che svolge l’attività di avvocato presso il Jesuit Refugee Service (JRS) di Malta sforzandosi di difendere i diritti di rifugiati e migranti. 

“Katrine Camilleri si è spesa con grande coraggio per proteggere i rifugiati e i richiedenti asilo”, ha affermato Antonio Guterres, l’ Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “La dott.ssa Camilleri ed il JRS sono partner cruciali nell’aiutare l’UNHCR a raggiungere i suoi obiettivi di assistere i governi nell’identificazione dei rifugiati coinvolti nei flussi migratori e di provvedere ai bisogni di queste persone.” 

Il Premio Nansen per i Rifugiati viene conferito annualmente ad una persona o ad un’organizzazione che si sia distinta per i suoi sforzi a favore dei rifugiati. Il Comitato Nansen, che concede il premio, ha dichiarato di aver scelto la dott.ssa Camilleri come riconoscimento della sua eccezionale dedizione alla causa dei rifugiati.  

“Il Comitato esprime apprezzamento per gli sforzi incessanti della dott.ssa Camilleri nel richiamare l’attenzione sui diritti dei rifugiati e nel sostenere la loro causa ed è colpito dal coraggio politico da lei dimostrato nel gestire la situazione dei rifugiati a Malta. Premiando la dott.ssa Camilleri per il suo coraggio civico e per l’esempio che costituisce attraverso le sue azioni, il Comitato del Premio Nansen vuole rendere omaggio a tutte le persone che si sforzano di migliorare le condizioni dei rifugiati”, recita la decisione ufficiale che conferisce il premio a Katrine Camilleri.  

“Katrine Camilleri non si limita ad aiutare le persone qui a Malta, ma riesce ad instaurare con loro rapporti basati sul rispetto e sull’affetto”, ha riferito Monsignor Paul Cremona, Arcivescovo di Malta. 

A causa dell’aumento del numero di richiedenti asilo e di migranti che arrivano a Malta via mare - fenomeno comune ad altri paesi del mondo - l’ immigrazione irregolare è divenuta una tematica politica di primo piano. 

In risposta al rapido aumento degli arrivi a Malta, nel 2002 il JRS ha iniziato a fornire assistenza ai richiedenti asilo detenuti, lanciando progetti di assistenza sociale ed un programma di visite nei centri da parte di volontari e favorendo l’accesso alle cure mediche. A partire dal 1997, la dott.ssa Camilleri ha fornito assistenza legale a centinaia di persone rinchiuse nei centri di detenzione amministrativa, aiutandole a presentare domanda d’asilo e sostenendo le loro azioni legali contro la detenzione. I suoi sforzi si sono concentrati sulle persone più vulnerabili, come le vittime di traumi o di torture ed i sopravvissuti a violenze sessuali o di genere. 

Nel corso dell’ultimo anno, il Jesuit Refugee Service e la dott.ssa Camilleri hanno dovuto far fronte ad una serie di aggressioni violente nei loro confronti. Nove vetture appartenenti ai Gesuiti sono state bruciate in due distinti episodi. Lo scorso aprile, alcuni sconosciuti hanno appiccato il fuoco all’automobile ed alla porta di casa di Katrine Camilleri, gettando nel terrore la sua famiglia, intrappolata dentro la propria abitazione. Tali atti hanno scosso la società maltese ed hanno portato ad un’ampia condanna, condivisa anche dal governo. 

Nel 2006, l’UNHCR ha presentato un Piano di Azione in dieci punti sulla protezione dei rifugiati e sui flussi migratori misti che delinea una serie di misure volte ad assistere gli stati nell’affrontare le sfide della gestione dei flussi migratori, salvaguardando allo stesso tempo il diritto a chiedere asilo. 

Ogni anno, migliaia di persone rischiano la propria vita nel tentativo di raggiungere l’Europa con imbarcazioni sovraffollate e spesso inadatte alla traversata. Sebbene la maggioranza di queste persone siano migranti economici, alcune di esse sono rifugiati. L’UNHCR e l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO/OMI) hanno più volte emesso appelli affinché siano attuati maggiori sforzi per evitare ulteriori perdite di vite umane.