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Roma, dialogo tra le fedi in moschea, Metropoli, 08/10/07

Roma, dialogo tra le fedi in moschea

di Valerio Refat

ROMA - Il dialogo tra Islam e Cristianesimo riparte dalla Grande Moschea di Roma, dove venerdì pomeriggio si è svolta una tavola rotonda con rappresentanti cattolici, protestanti ed ortodossi, salutata da un messaggio del Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti. All'evento, organizzato dal Centro Interconfessionale per la Pace e dalla rivista Confronti, hanno preso parte anche rappresentanti delle istituzioni come il sottosegretario all'Interno, Marcella Lucidi, e il deputato Valdo Spini.

Giunta alla sesta edizione, la Giornata del dialogo cristiano-islamico si è aperta con l'intervento di Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico Culturale d'Italia, che ha sottolineato l'importanza di allargare il discorso “ai doveri civili e istituzionali, per dimostrare che la fede non è un argomento astratto, ma una componente fondante della società. Attraverso il confronto con le altre identità religiose, il credente deve essere in grado di trasferire nel mondo in cui vive il suo patrimonio etico, allo scopo di favorire il progresso dell'intera collettività”. Redouane ha concluso il suo discorso ricordando lo sforzo messo in atto dal Centro culturale islamico per smorzare le polemiche seguite al discorso pronunciato un anno fa a Ratisbona da papa Benedetto XVI.

Il rapporto tra istituzioni e libertà religiosa è stato al centro dell'intervento del sottosegretario Lucidi, che ha evidenziato come la Carta dei Valori, varata nei mesi scorsi dal ministero dell'Interno, è stata elaborata dialogando con i rappresentanti delle diverse fedi. “Attualmente il Ministero – ha proseguito Lucidi – sta lavorando per favorire la creazione di una rappresentanza musulmana unitaria nel nostro Paese. Siamo di fronte ad una trasformazione epocale della nostra società: per questo il Governo è intenzionato a dare il suo contributo sul tema della libertà religiosa”. Secondo Valdo Spini varare una legge organica che tenga conto delle esigenze di tutte le fedi “costituirebbe un modello anche per altri paesi”. Bodgan Petre, sacerdote ortodosso, ha lamentato che la sua comunità, pur contando un milione e mezzo di fedeli, non ha ancora ottenuto il riconoscimento dallo Stato: “Dobbiamo fare i conti con la carenza di strutture e di fondi e con gravi limiti burocratici, ma è nostra intenzione allacciare in futuro rapporti più stretti con le comunità. Abbiamo dimostrato la disponibilità al dialogo soprattutto in Romania, dove la chiesa ortodossa ha convissuto per trecento anni con l'Islam”. Domenico Maselli, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, ha auspicato che il dialogo si svolga “tutti i giorni dell'anno, perché si tratta di un dovere spirituale. Siamo tutti figli di Abramo e abbiamo bisogno l'uno dell'altro”.