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Bologna: guida contro le discriminazioni, asgi.it, 20/02/08

Bologna: guida contro le discriminazioni

Arrivano le linee guida per chi, discriminato per motivi etnici, razziali o religiosi, vuole fare
causa ad esempio contro il datore di lavoro, oppure contro il Comune perche' magari e' stato escluso dalle graduatorie per le "case popolari" o dall'accesso al pubblico impiego.

Si chiama "Cause strategiche contro la discriminazione" ed e' un "quaderno" curato dal Cospe, l'organizzazione di Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti, che indica a cittadini stranieri e no, ad avvocati, magistrati, sindacati, istituzioni pubbliche e associazioni, la strada da intraprendere, la normativa di riferimento e a quali organi giudiziari rivolgersi se si vuole ricorrere al tribunale per motivi discriminatori legati alla razza, all'etnia o al credo religioso. Realizzato grazie anche al contributo dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), del Cestim (Centro studi immigrazione), dell'Enar (Network europeo contro il razzismo) e della Regione Emilia-Romagna, il volume e' stato presentato oggi a Bologna nel corso di un convegno a conclusione del progetto omonimo co-finanziato dall'Unar (l'Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali che sta presso il Dipartimento per i diritti e le pari opportunita').
"In Europa le cosiddette 'cause
strategiche', che altro non sono che cause legali chiamate cosi'
per indurre un cambiamento sociale, legislativo e
giurisprudenziale che contribuisca a sviluppare la tutela dei
diritti umani, sono gia' applicate da tempo- dice Marina Pirazzi
del Cospe- In Italia, invece, sono poco praticate nonostante la
Costituzione, le direttive europee, il testo unico
sull'immigrazione del '98 e il decreto legislativo 215/03 siano
ampiamente dotati di norme anti-discriminazione razziale.
Servirebbe inoltre un Fondo nazionale per il finanziamento delle
cause strategiche, perche' non e' giusto che la via legale vada a
gravare sulle spalle degli avvocati".
"Quello che manca nel nostro Paese e' una cultura giuridica forte contro le discriminazioni per motivi etnici. Nonostante la normativa compia 10 anni, solo negli ultimi tempi ci sono state delle sentenze che sono andate in questa direzione- precisa Nazzarena Zorzella dell'Asgi- e lo hanno fatto pur tra mille
difficolta', legate soprattutto al fatto che il recepimento delle direttive europee non ha pienamente accolto il meccanismo dell'inversione dell'onere della prova nel processo e che resta
alquanto nebuloso il criterio di quantificazione del danno in caso di risarcimento".


Fonte : Dire