Napoli, raid nella notte incendiati i campi rom
Le ritorsioni dopo il tentato rapimento di una bambina a Ponticelli
Centinaia di persone con taniche di benzina e bastoni aggrediscono il grosso insediamento di via Malibran. Panico tra i rom in fuga, con la polizia che a stento riesce a trattenere gli assalitori
Francesca Pilla
Napoli
Voleva o non voleva rapire una bimba di sei mesi, la sedicenne rom che ha poi rischiato il linciaggio sabato sera nel quartiere napoletano di Ponticelli? E se si, cosa aveva intenzione di farne? La domanda non è di poco conto perché mentre gli inquirenti fanno luce su quanto accaduto in una casa alla periferia della metropoli, qualcuno a destra soffia sul fuoco. Ed infatti è già partita la rappresaglia. Ieri sera un comitato che si definisce anti zingari ha preso di mira il campo nomadi che sorge a via Malibran, di fronte la sede dell'Arin. Taniche di benzina, spranghe e una folla pronta all'assalto. Scene di panico con la polizia che a stento tiene a bada gli aggressori. Alcune baracche sonos tate incendiate, ma i rom da soli sono riusciti a sedare le fiamme. La situazione, mentre scriviamo, è critica. E la prefettura teme nuovi incursioni nella notte.
In giornata, la presunta rapitrice si era difesa davanti al gip del Tribunale per i minorenni di Napoli, Anna Cappelli, ma da quel poco che trapela le sue dichiarazioni sono apparse confuse, tanto da spingere il magistrato a convalidare il fermo con le accuse di sequestro di persona e violazione di domicilio. La ragazza trasferita nel carcere di Nisida è apparsa comunque spaesata. Già ai carabinieri che l'avevano interrogata «a caldo» aveva dato informazioni contraddittorie, dicendo tra le lacrime di essere sola perché i suoi genitori sarebbero restati in Romania e mentendo sull'ultima «residenza», in una baraccopoli di San Giovanni a Teduccio. Ma nessuno degli insediamenti della zona ha voluto, per ovvi motivi, riconoscerla. L'unica informazione appurata è che il 26 aprile era stata accompagnata in una comunità perché accusata di furto.
Flora Martinelli, in ogni caso, è sicura: la ragazzina voleva portarsi via la sua piccola Camilla. Il rione si è rivoltato e solo la polizia ha impedito il linciaggio. L'Opera nomadi spiega: «Nella giurisprudenza non c'è un solo caso di rapimento di minori». È bastato questo, un tentativo di difesa, per far dire alla Lega tramite il senatore Fabio Rizzi di «rivedere e ripensare» i finanziamenti pubblici di cui usufruisce l'associazione. La madre sotto choc ha dichiarato: «Sono gente cattiva, se ne devono andare». Quelli prossimi alle abitazioni dove è avvenuto il presunto rapimento si sono già trasferiti per paura di ritorsioni puntualmente arrivate.
Ieri nel pomeriggio un gruppo di donne ha preso a sassate e accerchiato per ore l'accampamento di via Argine. Poi sono arrivati anche i «mariti» armati di spranghe che hanno intonato «strani» cori, tipici dei cortei rossi, come è rossa Ponticelli: «La lotta è dura e non ci fa paura», il più gettonato. Grida, tensioni e tentativi di sfondamento, con le forze dell'ordine a fare da cuscinetto contro un piccolo gruppo particolarmente agguerrito. Dagli insediamenti si dicono pronti a lasciare le aree a patto di essere scortati dalla polizia. «I bambini piangono e hanno paura, non ci farete ammazzare vero?», è stata la preghiera di una mamma. Già nella notte tra lunedì e martedì c'era stato un primo raid. Ragazzi in motorino hanno lanciato una molotov su una baracca abitata da una famiglia con due bambini. E solo grazie all'intervento dei connazionali si è evitata la tragedia. Mentre diverse bottiglie incendiare sono state lanciate nell'accampamento disabitato di via Petri. Le fiamme sono divampate in fretta distruggendo quattro baracche, già vuote per la fuga «repentina» dei residenti. Ma sempre nel quartiere un ragazzo rom è stato accerchiato da un gruppo di giovani infuriati: «Sei uno zingaro?». È bastato un sì e sono partiti i fendenti alle gambe. E ancora un altro rom rumeno è stato picchiato, mentre un motocarro è stato dato alle fiamme. «Il sindaco deve ordinare lo sgombero di tutti i campi nomadi», ha affermato Raffaele Ambrosino, capogruppo di Fi in consiglio comunale, come se non bastasse la furia scatenata per «la zingara che ruba i bambini».
«La tensione - ha detto Marco Nieli, presidente dell'Opera nomadi di Napoli - è alle stelle per effetto di una campagna mediatica che distorce la realtà. È bastato chiedere di considerare la presunzione d'innocenza per la ragazza, per scatenare reazioni ingiustificate». La tesi dell'associazione è che il crimine (presunto) di una rom non giustifica la caccia ai tanti che cercano di vivere onestamente. Anche il sindaco Iervolino si è detta «preoccupata della vicenda, terribile, perché qualcosa deve esserci sotto: mi sembra tanto un rapimento su commissione». Una delle ipotesi degli inquirenti sarebbe infatti un traffico organizzato di bambini.