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Il pacchetto sicurezza del Governo

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Il testo del decreto legge

Il testo del disegno di legge 

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DPCM 21 MAGGIO 2008 Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia  

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Ecco il pacchetto sicurezza del Governo

di Marco Ludovico

 

 

 
La bozza del disegno di legge sulla sicurezza
Le principali novità
I reati sommersi
Microcriminalità, troppo poche le denunce
 

Il pacchetto-sicurezza procede a passo lento verso il primo ok. Non senza alcune incognite da risolvere strada facendo. Primo: se i poteri rafforzati ai sindaci non rischiano di essere eccessivi, anche solo per uso smodato delle nuove prerogative. Secondo: se passa, o non ha invece obiezioni di natura giuridica, la norma che dà diritto ai prefetti di espellere per motivi di ordine pubblico cittadini comunitari, leggi criminali rumeni. In questo scenario ancora da comporre, dove nel Governo si discute anche dei problemi legati ai nuovi equilibri, forse precari, tra i primi cittadini e i prefetti, un testo di massima è ormai pronto. È il disegno di legge «Disposizioni in materia di misure di prevenzione, tutela della sicurezza dei cittadini, ordinamento giudiziario e di contrasto della illegalità diffusa» in 26 pagine e una quarantina di articoli. L'esame comincerà al prossimo Consiglio dei ministri di venerdì ma probabilmente si concluderà alla riunione successiva, dopo un passaggio alla Conferenza Stato-Città. Nella prima parte del testo, contributo del dicastero della Giustizia, c'è un robusto reticolo di disposizioni per rafforzare la custodia cautelare, incentivare i magistrati a lavorare in sedi disagiate e consolidare gli uffici dei tribunali al Sud. Pene molto più dure, poi, per la contraffazione: quelle proposte vanno da uno a sei anni di carcere (nei casi più gravi da due a otto anni) e una multa da mille a 6mila euro (può passare da 3 a 15mila euro). La merce con-traffatta, inoltre, va confiscata, e si consente alle forze di polizia di fare attività sotto copertura anche in questo settore. Un'altra norma stabilisce che navi, imbarcazioni e aerei sequestrati in operazioni di polizia giudiziaria possono essere utilizzati dalle forze dell'ordine o per la loro attività o per necessità di protezione civile o ambientale.
Il Viminale, dal canto suo, con il «Capo IV–Disposizioni per il contrasto della illegalità diffusa» indica sanzioni molto più severe per lo sfruttamento dei minori: la perdita del potestà del genitore e, soprattutto, la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi si avvale di un minore di 14 anni. In tema di esercizi pubblici, viene punita l'occupazione di «strade ordinarie» da chi lo fa «al fine di trarne profitto » e sono stabiliti i «obblighi inerenti alla pulizia e al decoro degli spazi pubblici» per gli stessi esercenti. La polizia municipale potrà accedere alla banca dati del Viminale e svolgere funzioni di polizia giudiziaria in situazioni di flagranza di reati. Tra i poteri attribuiti ai sindaci, «la vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico» e la funzione di «assicurare la cooperazione della polizia locale con le forze di polizia statali». Ai prefetti, invece, è dato il potere di allontanamento «dal territorio nazionale per motivi di pubblica sicurezza» dei cittadini comunitari: i motivi per un atto così duro riguardano «la tutela della dignità umana o dei diritti dei cittadini ovvero l'incolumità pubblica». È un vero pugno di ferro: resta da vedere se e quanto potrà essere esercitato. In ogni caso è ammesso il ricorso al Tar contro il decreto di espulsione. Il testo, ormai definito nelle sue linee po-litiche, lascia fuori le norme sulla prostituzione, oggetto di un provvedimento a sè di cui è lecito dubitare l'immediato arrivo. I sindacati di polizia lanciano segnali positivi mentre l'opposizione boccia il pacchetto. «È un pannicello caldo: se la sicurezza fosse stata davvero una priorità per il Governo – osserva Jole Santelli (Fi) –sarebbe stata scelta la strada del decreto legge».
E parte anche la frecciata di Gianfranco Fini (An) con la critica, in particolare, della carenza di risorse: «Non si possono fare le nozze con i fichi secchi e il ministro dell'Interno Giuliano Amato, del quale ho stima, mi sembra Alice nel paese delle meraviglie ». Ma per il pacchetto-sicurezza le vere insidie si nascondono innanzitutto all'interno della compagine governativa e di maggioranza.