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RAZZISMO - E la sinistra sta a guardare – Il manifesto, 4 ottobre 2008

di Patrizio Gonnella*

Non molto tempo fa vi era una minoranza silenziosa razzista e una maggioranza fiera di non esserlo. Gli ultimi mesi hanno prodotto un terremoto sociale e culturale. Oggi c’è una maggioranza che senza pudore tiene comportamenti razzisti e una minoranza sconcertata e silente. L’episodio che ieri Progetto Diritti e Antigone hanno denunciato su www.linkontro.info è uno dei tanti episodi di razzismo istituzionale a cui ci stiamo lentamente e pericolosamente abituando.
Mentre negli Stati Uniti uno dei candidati alla Presidenza è un afroamericano, in Italia la parola «negro» torna nel frasario dell’umiliazione pubblica.

Ogni episodio razzista è di per sé grave. Diventa ancora più grave quando il responsabile è un pubblico ufficiale. La gravità cresce quando quel pubblico ufficiale è un poliziotto. La gravità raggiunge il suo apice quando un sottosegretario alla difesa, Guido Crosetto, dichiara: «Prima di autoflagellare il paese o di attaccare le forze dell’ordine con l’accusa di razzismo, bisognerebbe avere l’accortezza di informarsi della storia e dei precedenti della signora in questione.
Non si tratta di una ingenua signora, ma di una persona nota per precedenti alle forze dell’ordine non solo italiane. La signora, dunque, presenta caratteristiche che impongono alle forze dell’ordine di fermare chi le ha, qualunque persona sia, a prescindere che sia italiana o straniera».
Guido Crosetto sappia che: 1) è irrilevante se una persona è colpevole o innocente rispetto alle ingiurie razziste e ai maltrattamenti inferti. Lo chieda a un qualsiasi giurista, sacerdote, politico di destra cattolico o liberale; 2) comunque quella signora italo-somala non era una trafficante di droga; 3) la denuncia della cittadina italo-somala è solo l’ultima di una lunga e triste escalation razzista; 4) sarebbe dovere di un esponente di governo in casi del genere aprire una inchiesta amministrativa, scusarsi con la propria concittadina umiliata, andarla a trovare. Invece, inseguendo la vecchia e tragica tradizione autoritaria, ci si unisce tutti insieme nello stesso spirito di corpo, anche se quel corpo è razzista e violento.
L’Italia è oggi un Paese a rischio di xenofobia e a rischio di tortura.
Una delegazione del Comitato europeo per la prevenzione della tortura di Strasburgo dal 14 al 26 settembre è venuta in incognita in Italia. Una delegazione di alto profilo. Maroni non l’ha voluta incontrare, disprezzando così un organismo internazionale che finanche Putin ha ricevuto e ossequiato timoroso.
Solo nelle epoche buie della nostra storia si trattavano gli stranieri (persone e istituzioni) come nemici.
Gli ispettori europei sono andati nei commissariati e nelle caserme dei carabinieri di Brescia, Cagliari e Napoli. Hanno visitato il centro di identificazione per stranieri di via Corelli a Milano. Si sono recati nelle carceri di Brescia, Novara, Roma, Secondigliano. Infine, hanno ispezionato l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa.
Non sappiamo cosa abbiano trovato. Li abbiamo incontrati prima della visita e sappiamo per certo che erano molto preoccupati di quanto stesse accadendo in Italia. Tra un po’ verranno rese pubbliche le loro osservazioni. C’è assoluto bisogno di uno sguardo e di un controllo internazionale sull’Italia, vinta dal razzismo e dalla violenza istituzionale.
La reazione della sinistra politica è ancora troppo debole. D’altronde non molto tempo fa su Repubblica qualcuno si permetteva di dire che si poteva essere razzisti e di sinistra. Qualche altro (poi candidato a premier per il Pd) lo giustificava pubblicamente. Oggi siamo di fronte al rischio di svolta autoritaria.
La crisi economica e la propaganda securitaria messi insieme potrebbero far venire cattivi pensieri.

* Presidente di Antigone