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Decreto Flussi 2008 - Nuovi problemi per le conversioni oltre alla lentezza nello smaltimento delle vecchie pratiche, meltingpot.org, 27/10/08

Decreto Flussi 2008 - Nuovi problemi per le conversioni oltre alla lentezza nello smaltimento delle vecchie pratiche

a cura dell’Avv. Marco Paggi

Nessun nuovo "click day"
Per l’anno 2008 il Governo dovrebbe adottare un provvedimento di messa a disposizione delle quote già definito come un decreto flussi fotocopia. In altre parole dovrebbe emanare un decreto flussi che rimette a disposizione, anche per l’anno 2008, analogamente per quanto è avvenuto per l’anno 2007, la stessa quota di 170.000 ingressi complessivi, ripartiti in base a nazionalità beneficiarie delle cosiddette “quote riservate” ed in base a categorie di lavoratori ancora non definite. Sembra, anche se si tratta di sole indiscrezioni, che verrà data particolare rilevanza alle quote per lavoro domestico. Quello che conta però, ormai è quasi sicuro, è che non ci sarà un nuovo “click day”, ovvero non ci sarà la possibilità di presentare nuove domande, ma si procederà semplicemente in base allo scorrimento delle graduatorie già formate presso gli Sportelli Unici competenti per il territorio, in base al decreto flussi per il 2007.

Secondo quanto traspare dalle informazioni, non sarà possibile presentare nuove domande né attraverso il sistema informatico, che ha dato luogo a tanti problemi, né attraverso il sistema precedente di inoltro attraverso i servizi postali, né con altre tecniche.
Si procederà semplicemente alla presa in esame delle domande presentate con i famosi “click day” del decreto flussi 2007.

Si gestiranno le 170.000 quote assegnate per il 2007 con il sistema già in uso che procede molto a rilento. Una volta smaltite queste domande si dovrebbe procedere, a seguito della imminente emanazione di un nuovo decreto flussi, all’assegnazione di ulteriori 170.000 quote con criteri che saranno definiti in relazione alle categorie di lavoratori e alle nazionalità beneficiarie di quote riservate per il 2008, ma sempre con riferimento alle domande già presentate nel 2007, quindi senza possibilità di presentare nuove domande.

La lenta elaborazione delle vecchie pratiche
Questo potrà creare considerevoli problemi, oltre a quelli già noti legati ai tempi di lavorazione.
Secondo i dati ufficiali che risalgono al 7 ottobre infatti, sono poco più di 147.000 le domande finora esaminate. Su 147.000 domande esaminate, 88.032 sarebbero i datori di lavoro che hanno ricevuto il nulla osta all’assunzione e naturalmente annotiamo che un conto è ricevere il nulla osta, ben diverso è invece l’ingresso effettivo del lavoratore perché, com’è noto, a seguito del rilascio del nulla osta, il lavoratore deve poi attendere il tempo del rilascio del visto d’ingresso per lavoro da parte della competente rappresentanza consolare. Si aggiungono quindi ulteriori mesi di attesa, a seconda del paese di provenienza, della maggiore o minore efficienza della rappresentanza consolare. Quindi, questo dato degli 88.032 nulla osta, non corrisponde ancora a 88.032 ingressi, bensì ad una parte di ingressi già realizzati e ad una parte di soggetti interessati che ancora sono in attesa del rilascio del visto.

Sempre in base ai dati ufficiali sarebbero 10.000 le domande che hanno ricevuto risposta negativa da parte delle questure in base alla verifica di circostanze ostative, per lo più provvedimenti di espulsione amministrativa adottati nei confronti dei lavoratori stranieri interessati all’assunzione, o il rilievo di denunce o condanne (in realtà secondo una corretta interpretazione della legge si dovrebbe avere riguardo solo alle condanne per delitti nei confronti dei datori di lavoro o degli amministratori, delle persone giuridiche interessate all’assunzione).
Le Direzioni Provinciali del Lavoro, o meglio gli Sportelli Unici su parere delle Direzioni Provinciali del Lavoro, avrebbero scartato finora altre 41.000 pratiche, perlopiù in relazione alla mancanza di requisiti da parte del datori di lavoro, con particolare riferimento alla mancanza della capacità economica relativa all’assunzione del lavoratore interessato. Se dovessimo fare una proiezione sul tasso di scarto delle domande, in linea puramente teorica, aggiungendo alle 170.000 quote messe a disposizione per l’anno 2007, altre 170.000 che sembra verranno messe a disposizione per l’anno 2008, e applicassimo i dati ufficiali di scarto al complesso delle domande (quindi anche a quelle che verranno prese in considerazione con il nuovo decreto), si potrebbe dire che circa l’85% delle domande complessivamente presentate nel dicembre 2007, non scartate, potrebbe trovare prima o poi un riscontro positivo. Diciamo prima o poi perché se su 170.000 quote sinora sono state rilasciate solo 8. 032 nulla osta e siamo quasi ad un anno di distanza dall’operatività del decreto flussi 2007. Possiamo immaginare che per smaltire il rimanente ci vorrà più o meno altrettanto tempo e poi, per dare riscontro alle quote del 2008 si dovrà attendere tutto l’anno 2009 e sicuramente l’anno 2010.
Sono tempi di lavorazione burocratica inaccettabili.

Si attende l’esito del ricorso al Tar Lombardia
Probabilmente uno dei motivi per cui ancora non c’è nessun provvedimento ufficiale, nessuna comunicazione ufficiale relativa all’emanazione del nuovo decreto flussi per l’anno 2008 è l’attesa dell’esito di un ricorso al Tar Lombardia che è ancora pendente.

Esclusi i lavoratori stagionali con diritto di conversione
Una volta di più si conferma l’inefficacia degli strumenti adottati della normativa vigente per gli ingressi e nella gestione dei flussi migratori. Anche non volendo spingersi in ulteriori considerazioni su questi aspetti, dal punto di vista più strettamente tecnico, dobbiamo annotare una circostanza: questa impostazione annunciata del nuovo decreto flussi di fatto andrebbe a far torto ai titolari di permesso di soggiorno per lavoro stagionale che sarebbero legittimati, o meglio che avrebbero diritto, di proporre, nel corso di quest’anno, la domanda di conversione del permesso di soggiorno. La normativa sull’immigrazione vigente, in particolare l’art. 38 del Regolamento di attuazione del T.U. Sull’immigrazione, al comma 7, prevede che i lavoratori stranieri che hanno ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro stagionale e che hanno fatto un regolare ritorno nel loro paese alla scadenza e che poi, godendo della priorità prevista sempre della stesso articolo, nel successivo ingresso per lavoro stagionale, sono rientrati in Italia con un nuovo permesso di soggiorno per lavoro stagionale, hanno la possibilità, durante la validità del secondo permesso di soggiorno stagionale, di chiedere direttamente rimanendo in Italia la conversione del permesso di soggiorno, da stagionale (e quindi da un permesso di soggiorno che non è rinnovabile) ad un permesso di soggiorno di tipo rinnovabile, stabilizzando la loro condizione di soggiorno sul territorio ottenendo quindi il rilascio di un permesso di soggiorno di tipo rinnovabile. Questa possibilità di conversione è subordinata alla disponibilità appunto delle quote e quindi, se un lavoratore straniero è presente attualmente in Italia con un soggiorno per lavoro stagionale in validità, sta lavorando regolarmente, ed intende stabilizzare la propria posizione di soggiorno, avendo un offerta di lavoro che consentirebbe il rilascio di un permesso rinnovabile, avrebbe la possibilità di presentare la domanda di conversione, dice il comma 7 del art. 38, nei limiti delle quote di cui l’art. 39. In altre parole entro le quote disponibili per l’anno corrente.

Uno straniero entrato in Italia per la seconda volta con un soggiorno per lavoro stagionale in base al decreto flussi provvisorio della la primavera del 2008, ora soggiorna regolarmente con un permesso di soggiorno stagionale, sta svolgendo regolare attività lavorativa. Se intende, avendone la possibilità, chiedere la conversione del permesso di soggiorno, non lo potrà fare perché questa possibilità è impedita dal fatto che il decreto flussi andrà ad attingere unicamente tra le graduatorie già formate per l’anno 2007, quindi senza lasciare spazio per presentare la domanda a chi è giunto successivamente a quella data ed oggi avrebbe il diritto di convertire il permesso di soggiorno.
Ci auguriamo che questo aspetto (e lo diciamo in anticipo confidando che come accaduto in precedenza, questa osservazione venga tenuto in considerazione), sia valutato attentamente, se non altro per mettere a disposizione nuovi posti rispetto a quelli che erano stati messi a disposizione per l’anno 2007 ai fini della conversione per chi ha un permesso per lavoro stagionale, o meglio per mettere a disposizione la possibilità di inoltrare la domanda di conversione.

Ricordo che l’art. 4 del decreto flussi per l’anno 2007 prevedeva, nell’ambito delle complessive 170.000 quote, solo 1.500 permessi di soggiorno convertibili da lavoro stagionale a lavoro a tempo indeterminato, da parte di chi era all’epoca titolare di un permesso di soggiorno per lavoro stagionale in corso di validità.

Ancora un incentivo all’ingresso irregolare
Naturalmente, il motivo per cui la legge ha previsto questa modalità di conversione, è fin tropo comprensibile: si è voluto prevedere una sorta di meccanismo premiale rispetto a chi ha osservato le norme di legge e quindi, disponendo di un permesso di soggiorno per lavoro stagionale, ha fatto un regolare rientro alla scadenza del proprio permesso e successivamente è rientrato, rispettando le la normativa e non ha soggiornato clandestinamente in Italia.
Ma questo meccanismo premiale a questo punto viene smentito nettamente perché non si offre nessuna possibilità di regolarizzazione neppure a chi ha rispettato rigorosamente la legge.
D’altra parte, che questa legislazione e soprattutto la gestione della normativa in materia di flussi migratori, incentivi il rispetto della legge sembra ormai abbastanza discutibile perché è sotto gli occhi di tutti che, di fatto, la normativa sui flussi migratori non fa altro che sanzionare la possibilità di regolarizzazione e incentivare l’ingresso irregolare per poi trovare qui in Italia un datore di lavoro che presenterà la domanda col decreto flussi, nella speranza che, un bel giorno, dopo aver sopportato i tempi di attesa per la gestione delle pratiche, venga rilasciato un nulla osta così consentendo all’interessato di uscire dal territorio italiano e di prendere finalmente il visto di ingresso per motivi di lavoro.
Ecco quindi che la normativa che, teoricamente conferma di voler incentivare l’ingresso regolare, il soggiorno regolare ed il rispetto della legge, di fatto, viene attuata e gestita in una forma che produce sempre di più irregolarità di soggiorno.
E’ chiaro che questo decreto flussi per l’anno 2008, se e per quanto verrà emanato nei termini annunciati, non farà altro che coprire in qualche misura le presenze che si sono accumulate sul territorio alla data del dicembre 2007 mentre, dal dicembre 2007 in poi, gli ulteriori ingressi avvenuti in condizione irregolare, ma come abbiamo visto anche regolarmente, non avranno la ben che minima speranza di vedere un giorno stabilizzata la loro posizione attraverso l’utilizzo del decreto flussi.
Naturalmente il passare del del tempo non è neutro perché il fatto di possedere, questo lo ribadiamo per l’ennesima volta, la ricevuta dell’avvenuto inoltro della domanda di autorizzazione all’assunzione dall’estero, non mette certo al riparo dal rischio di espulsione, di allontanamento dal territorio nazionale, perché non si tratta di una regolarizzazione o di una sanatoria.
Chiaro però che, se il tempo di attesa è così lungo, la probabilità per l’interessato, normalmente, nella quasi totalità dei casi, soggiornante già sul territorio nazionale, di essere colpito da provvedimento di espulsione, può solo aumentare.