Sono almeno 108 le vittime di ottobre lungo le frontiere europee. In Marocco un barca con 50 migranti ha fatto naufragio lasciando un solo superstite. Cinque persone sono state invece ritrovate senza vita sui cayucos giunti alle Canarie, mentre altri due cadaveri sono stati ripescati a Malaga. Nel mar Egeo, tra la Turchia e la Grecia, le vittime in un mese sono almeno 20. A cui vanno aggiunti i 18 migranti rimasti uccisi nell'incidente stradale del camion su cui viaggiavano nascosti, al confine tra Turchia e Grecia. E viaggiando nascosti nei camion sono morte altre due persone, in Spagna. Mentre un uomo è annegato a Calais mentre tentava di imbarcarsi su una nave per l'Inghilterra. Con lui è annegato anche l'uomo che si era tuffato per salvarlo. In Egitto si continua a sparare sulla frontiera con Israele: altri tre morti in un mese. Al bollettino delle vittime si aggiungono poi i cinque annegati in un lago alla frontiera tra Albania e Grecia e i due corpi ritrovati al largo di Malta, nel Canale di Sicilia, vittime dell'ennesimo naufragio fantasma.
Il rapporto di questo mese è dedicato alla Tunisia. La città dei minatori di Redeyef è in rivolta da dieci mesi. La polizia ha proceduto ad arresti e torture di sindacalisti e giornalisti e ucciso due manifestanti. Ecco il clima di repressione che spinge molti ragazzi della regione di Gafsa a bruciare le frontiere.
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