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Giustizia: Garanti detenuti a Napolitano; serve un’autorità indipendente di monitoraggio

 Ansa, 27 aprile 2012
Il primo nodo da affrontare con urgenza, in relazione alla condizione dei detenuti in Italia, è l’istituzione di un’autorità indipendente di monitoraggio: è quanto hanno detto oggi al capo dello Stato i Garanti regionali dei detenuti e il coordinatore dei Garanti cittadini, Franco Corleone, ricevuti al Quirinale. Lo riferiscono gli stessi Garanti.
L’Italia infatti ha firmato ma non ancora ratificato - contrariamente alla grande maggioranza degli altri Paesi europei - il Protocollo Opzionale delle Nazioni Unite che prevede appunto l’istituzione di un’autorità di monitoraggio della situazione carceraria. A evidenziare la necessità dell’Authority è stato Mauro Palma, membro italiano del Consiglio europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale, che ha accompagnato i Garanti insieme al nuovo capo dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino.
I Garanti hanno esposto a Napolitano il proprio apprezzamento “per il segnale anche culturale che i primi provvedimenti del governo hanno rappresentato rispetto alla grave situazione delle carceri”, ma hanno anche espresso la preoccupazione per una situazione “che permane di grave difficolta”. Si è parlato della necessità di dare piena attuazione a quanto previsto dal Regolamento adottato nel 2000 e finora attuato in maniera limitata e di avviare un tavolo operativo che metta in dialogo i vari punti di vista, degli operatori, dell’amministrazione, dei garanti.
Altro tema prospettato ha riguardato la necessità d’incidere sul vasto fenomeno della carcerizzazione dei tossicodipendenti - che costituiscono una percentuale notevole della popolazione detenuta - anche con un provvedimento parziale che, pur nell’attuale quadro normativo complessivo, alleggerisca la presenza di coloro che rispondono di reati di lieve entità.
Inoltre, si sono posti all’attenzione del capo dello Stato i problemi relativi alla necessità di rifinanziare le legge per il lavoro detentivo e la carenza di direttori in molti Istituti che, accompagnata dalla riduzione delle figure di educatori e assistenti sociali, rischia di dare un profilo al carcere centrato solo sulle esigenze di sicurezza e non anche su quelle di risocializzazione.
“La cordialità dell’incontro, la sua durata e l’attenzione ai temi mostrata dal Presidente della Repubblica - hanno detto i partecipanti all’incontro - sono un segnale d’incoraggiamento verso l’adozione di provvedimenti coraggiosi che riportino il carcere a condizioni di vivibilità e di aderenza al dettato costituzionale”.