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Gradisca - I fallimenti del cpt, meltingpot.org, 15/9/06

Gradisca - I fallimenti del cpt

I costi umani e economici insostenibili, le sofferenze dei migranti, gli interessi sulla struttura

Dal giorno dell’apertura, sei mesi e mezzo fa, sono transitati per il Centro di permanenza temporanea 300 clandestini. La struttura, infatti, progettata per ospitare fino a 250 persone non ne ha mai ospitate più di 50/60 al giorno.
Ma quanto costa il cpt di Gradisca?
Dalle poche notizie che trapelano sulla stampa locale emerge che il contratto con la cooperativa Minerva, che gestisce il Centro, prevede un costo di esercizio di 2 milioni e mezzo di euro l’anno se il numero dei trattenuti è inferiore alle 50 unità.
Per ogni trattenuto in più scatta un costo di 75 euro al giorno fino a un esborso complessivo all’anno non superiore a 5 milioni di euro. Ipotizzando che a fine anno si arrivi alla soglia dei 500 trattenuti, avremo che ciascun migrante alla collettività per la sua permanenza nel Cpt (indipendentemente dal numero di giorni trascorsi all’interno) viene a costare 5mila euro.
E questo senza considerare i costi di realizzazione dell’opera (circa 30 miliardi delle vecchie lire contro i 6 spesi per gli altri cpt italiani), le spese per l’impiego delle forze di Polizia, per gli accompagnamenti e per i biglietti aerei.
Su un totale di 300 immigrati trattenuti nel cpt , i rimpatri realmente effettuati sono stati 106. Insomma, più o meno uno su tre.
In tutti gli altri casi o le richieste di trattenimento non sono state accolte e i trattenimenti non convalidati, o gli immigrati sono stati «liberati» fornendo loro semplicemente una lettera con l’ordine di lasciare il territorio nazionale entro 5 giorni.

Ma i problemi si spostano anche all’interno del Cpt dove la situazione rischia di esplodere ogni giorno.
I gesti di autolesionismo (cinque fino a questo momento hanno richiesto l’assistenza medica fuori dalle mura del Cpt) sono il segnale delle sofferenze provate dai migranti. L’ultimo caso riguarda un migrante che ha ingurgitato un bullone. Il che tra l’altro significa che i bulloni usati per ancorare al terreno letti e mobili non sono così sicuri.
I tentativi di fuga sono poi ben superiori a quelli che riporta la stampa e non passa giorno che qualche immigrato non salga sul tetto della mensa alla ricerca di una via di fuga.
I rapporti con tra trattenuti e operatori della Minerva non sono poi così idilliaci come qualcuno ha dichiarato. Anzi spesso gli attriti sfociano in aggressioni fisiche.
Non bastasse ciò, la scorsa settimana, sebbene la notizia non sia emersa da fonti ufficiali o da parte delle forze dell’ordine, si sarebbe registrato anche il primo sequestro di sostanze stupefacenti all’interno del Cpt di Gradisca: nella fattispecie ci sarebbe stato un sequestro di hascisc.
Un episodio che lascia intendere a possibili coinvolgimenti esterni, visto che ogni immigrato clandestino viene accuratamente perquisito prima di varcare il cancello del centro.
Infine destano preoccupazione le dichiarazioni comparse di questi giorni di Giovanni Sammito, segretario provinciale del SIULP (il sindacato di Polizia), il quale ha affermato che nel caso all’interno del cpt scoppi qualche rivolta (ipotesi non certo remota visto che i migranti hanno già cercato di appiccare degli incendi) “gli agenti che potrebbero intervenire sarebbero obbligati a usare le maniere forti”.

Se l’obiettivo di chi ha fatto costruire il cpt di Gradisca era quello di combattere l’immigrazione clandestina, questi fatti dimostrano ampiamente il fallimento di questa struttura in tutti i sensi, da quello economico a quello sociale ed umano.
Ed è bene che la Commissione Ministeriale, che in questo periodo sta visitando i cpt italiani, tenga in considerazione quello che sta accadendo a Gradisca.
La visita del cpt di Gradisca è prevista per ottobre, e questo sembra confermare, seppur indirettamente, il sospetto dell’aumento di “regime” del Cpt subito dopo la visita della commissione. In definitiva, una volta avvenuta l’ispezione, verrà aumentata la capacità del centro, che passerà dagli attuali 50-60 ospiti a una capienza giornaliera di circa un centinaio d’immigrati clandestini.
Il tutto, ovviamente, previo arrivo del contingente di forze dell’ordine a supporto di quello attuale e costituito da una novantina di agenti tra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, fissato, guarda caso, proprio per l’inizio di novembre, in coincidenza con la chiusura dei corsi di addestramento per le nuove reclute.
E proprio in queste settimane la cooperativa Minerva ha avviato le procedure per nuove assunzioni. Un potenziamento di personale che sarebbe difficile spiegare altrimenti.