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La Cgil boccia il piano Amato, Il Manifesto, 29/9/06

La Cgil boccia il piano Amato

Reazioni negative al blitz del Viminale. E il 7 ottobre si prepara la piazza
Il sindacato: non siamo stati consultati, non diventeremo strutture di servizio per la ricerca di lavoro. Critiche anche le associazioni, silenzio dai partiti di sinistra

Cinzia Gubbini
Roma
Criticano nel metodo, e criticano nel merito. Sindacati e associazioni: la bozza di riforma della Bossi-Fini presentata dal ministro Amato non convince, e anzi, lascia tutti sbalorditi. E' come se il lungo lavoro sul programma dell'Unione - che già lasciava una parte del movimento decisamente contrariata - fosse stata buttata nel cestino. Niente permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, il compromesso sullo sponsor ridotto a una presa in carico da parte di associazioni datoriali e del mondo del lavoro di immigrati da scegliere in improbabili liste gestite dai consolati, centri di permanenza smembrati in fumose «strutture di accoglienza» e in altrettanto incomprensibili strutture per «immigrati ad alta pericolosità sociale». Il credito di fiducia concesso al governo Prodi rischia di cadere su un tema che sicuramente la maggior parte delle forze politiche ritiene «sacrificabile» (nessuna dichiarazione da parte di Verdi e Comunisti italiani, tanto per dirne una) ma che sulla piazza è ad alto contenuto emotivo. «Eppure bastava poco, è davvero imbarazzante - commenta il responsabile immigrazione dell'Arci Filippo Miraglia - tanto più che il Viminale ha deciso di gestire in solitudine la partita immigrazione, senza cercare il confronto con nessuno. Questa storia delle liste nei consolati se non fosse una tragedia sembrerebbe una barzelletta. Non sanno forse come funziona il nostro sistema di rappresentanze diplomatiche? Ecco cosa succederà: che invece di avere 300 mila clandestini all'anno ne avremo 295 mila. Complimenti, bel risultato». Per Miraglia l'uscita di Amato è tanto più bruciante, visto che l'Arci ha accettato di far parte della Commissione De Mistura che sta ispezionando i centri di permanenza con l'idea di fornire proposte per superarli: «Visto che il ministro ha già le sue idee, mi chiedo se abbia senso tenerla ancora in vita».
L'Arci è tra le forze che il 7 ottobre scenderà in piazza per la giornata europea sull'immigrazione, lanciata al Social Forum di Atene per ricordare la tragedia di Ceuta e Melilla dell'anno scorso. E che si sta già trasformando nel primo appuntamento per mettere in discussione l'impostazione di Amato. A Roma un'assemblea nazionale all'Ambra Jovinelli la mattina, e il pomeriggio una manifestazione davanti al cpt di Ponte Galeria. Ci sarà anche Rifondazione, che ieri è tornata a criticare la bozza Amato con interventi della deputata di origine dominicana Mercedes Frias e di Muhlbauer, mentre dal ministero per la Solidarietà Sociale continua l'assordante silenzio. Ma ci sarà anche la Cgil. Per niente contento, il sindacato, soprattutto di essere stato tirato in ballo tra i soggetti che dovrebbero «garantire» l'ingresso dei lavoratori immigrati in Italia: «Il ruolo del sindacato è un altro, non abbiamo mai pensato di dover diventare strutture di servizio per la ricerca di lavoro», osserva il responsabile immigrazione, Piero Soldini. Anche lui stupito dalla centralità riconosciuta ai consolati per favorire (dice il Viminale) l'ingresso legale: «Ho giusto qui i documenti di un lavoratore marocchino che si è rivolto al nostro consolato il ricongiungimento: si è presentato il 23 agosto 2006. Gli hanno dato appuntamento il 4 luglio 2007». Ma quello che fa più imbestialire Soldini è il ruolo negato ai sindacati: «con Cisl e Uil eravamo stati convocati giusto l'altroieri al Viminale, e nulla ci è stato detto sulla bozza. Non siamo una qualsiasi associazione: rappresentiamo mezzo milione di lavoratori stranieri». «La bozza è una vera delusione, che soprattutto non risolverà il problema della clandestinità, anzi, rischia di acuirlo - dice da Milano Edda Pando Juarez, dell'associazione Todo Cambia - ma quello che mi preoccupa è come questo annuncio rischi di far passare in secondo piano la realtà attuale, e cioè il decreto flussi aggiuntivo che sarà varato a breve. Cosa pensa di fare il governo? Di far tornare nei paesi di origine 310 mila immigrati? Basterebbe una circolare». Combattivo Aboubakar Soumahoro, del Comitato immigrati, che scende in corteo a Roma il 1 ottobre e a Napoli il 14: «Di nuovo la clandestinità trattata come un reato, di nuovo il lavoro strettamente legato al permesso di soggiorno. E poi la storia dei consolati: il ministro Amato vada a farsi un giro nei paesi di origine degli immigrati. Mentre ormai sembra impossibile anche solo parlare dell'urgenza immediata: una regolarizzazione generalizzata».