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Lavoro nero e immigrazione: decisione o «gradualismo»?, Il Manifesto, 13/10/06

Lavoro nero e immigrazione: decisione o «gradualismo»?
La Cgil da Bari lancia l'iniziativa contro il «nuovo schiavismo». Il ministro Damiano: «Non si può fare tutto subito»
Antonio Sciotto
Inviato a Bari
Dalla Puglia dello schiavismo dovrebbe ripartire la marcia dei diritti. La Cgil, in vista della manifestazione unitaria del 21 ottobre contro il lavoro nero e lo sfruttamento degli immigrati, ha organizzato un convegno-incontro con il ministro del lavoro Cesare Damiano. L'imput è partito dalle categorie più esposte, la Flai degli agricoli e la Fillea degli edili. I segretari generali Franco Chiriaco e Franco Martini hanno esposto la «piattaforma» di richieste al governo: la più urgente, quella che lega la concessione del permesso di soggiorno all'immigrato irregolare che denuncia il datore di lavoro. Due le posizioni emerse negli ultimi giorni all'interno dell'esecutivo: il ministro della Solidarietà Paolo Ferrero vorrebbe concedere il permesso a qualsiasi immigrato che denunci l'impresa (attivandolo così in prima persona); il responsabile degli Interni Giuliano Amato pensa a una soluzione ristretta»: il permesso solo a chi, nel corso di un'ispezione, venga colto in una condizione di «nero» (il ruolo dell'immigrato è passivo). L'argomento sarebbe stato affrontato ieri dal consiglio dei ministri, e Damiano si è mostrato più vicino all'ipotesi Amato: «C'è il rischio che si crei un mercato delle denunce poco trasparente. Concentriamoci su un punto: evitiamo che l'immigrato sfruttato venga espulso dopo un'ispezione». Fulvio Fammoni, segretario confederale Cgil, ha chiesto che comunque l'intervento sia «urgente, per via di decreto»: «I rischi ipotizzati da Amato possono essere affrontati con una norma apposita, senza per questo frenare una misura di massima importanza. Il governo ci dia un segnale chiaro: emetta un decreto entro il 21 ottobre».
Franco Chiriaco ha aperto la sua relazione ricordando i tanti sindacalisti morti per difendere i diritti degli agricoltori: «Non si può più tollerare che oltre 200 mila lavoratori agricoli, in grandissima parte immigrati, restino sommersi nell'economia informale: un impulso pessimo l'ha dato il passato governo, con i condoni; mentre Maroni, non appena insediato al ministero del Lavoro, ha smantellato l'Osservatorio sul lavoro nero in agricoltura. A Damiano - ha detto Chiriaco - chiediamo dunque di riaprire quell'osservatorio. Il collocamento torni tutto nelle mani del pubblico, i trasporti dei braccianti siano gestiti dalle Regioni: dobbiamo togliere spazio a caporali e pullmanisti. E ancora: è tollerabile che dal gennaio 2007 ben 8,3 miliardi di fondi comunitari pioveranno su aziende che per la gran parte pagano 20 euro per 15 ore di lavoro?»
Franco Martini ha parlato dei morti in edilizia, quest'anno già più numerosi - e siamo a ottobre - di quelli complessivi del 2005.Ha esortato il governo «ad applicare con velocità quanto di buono normato finora: rendere esigibile anche nelle piccole imprese il cartellino di riconoscimento, evitare i rischi di Durc 'clonati' (il Durc è il documento che attesta la regolarità contributiva, ndr), modificare il distacco di manodopera, una sorta di Bolkestein già operante da anni». Ma, soprattutto, «riformare subito la Bossi-Fini, concedendo il permesso di soggiorno all'immigrato irregolare che denuncia il datore di lavoro».
Nel suo intervento, indirizzato in apertura alle «compagne e compagni» del sindacato, il ministro Damiano ha difeso una visione «gradualista» delle riforme: «Non possiamo fare tutto in pochi mesi, la mia stella polare resta il programma dell'Unione, che è il programma di tutta una legislatura». Già oggi, ha spiegato, sono scritti nero su bianco provvedimenti come l'allargamento a tutti i settori del Durc, l'assunzione 24 ore prima dell'inizio del lavoro, gli indici di congruità, i fondi per l'emersione dal nero e dalle collaborazioni abusive.
Tutte misure - ha tenuto a sottolineare davanti alla platea cigiellina - contenute nella piattaforma di Cgil, Cisl e Uil. «Con il cuneo abbiamo abbassato di tre punti il costo del tempo indeterminato; mentre abbiamo alzato di 5 punti i contributi dei parasubordinati. Saranno misure modeste, che non cambiano la vita, ma sono una chiara inversione di rotta. Nel 2001 le nuove assunzioni erano per l'80% a tempo indeterminato, oggi siamo sotto il 50%. Nel 2007 mi accontenterei che tornassero almeno al 51%». Il ministro ha concluso annunciando che entro dicembre emetterà delle linee guida sui contratti a termine, su cui inviterà le parti sociali a elaborare un «avviso comune». Linea «concertativa» anche su pensioni e mercato del lavoro: Cgil, Cisl, Uil e Confindustria saranno chiamate a trattare da gennaio.