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Violante è impazzito, Liberazione, 15/11/06

Violante è impazzito

Piero Sansonetti
Luciano Violante, uno dei più prestigiosi leader dei Ds, ha presentato un disegno di legge per l’inasprimento della Bossi-Fini. La Bossi-Fini è quella legge studiata dal centrodestra per perseguitare gli immigrati, che più volte è stata giudicata giuridicamente inconsistente da quasi tutti gli esperti di diritto e da vari organismi internazionali. E’ la peggior legge - la più biecamente reazionaria e xenofoba, scusate il vocabolario, ma gli eufemismi a volte non aiutano - varata dal governo Berlusconi. Nel programma dell’Unione c’era scritto che la Bossi-Fini va cancellata. Come per molte altre leggi del centrodestra (la legge 30 sul lavoro, la legge sul carcere per gli spinelli, quella di riforma della scuola, eccetera) si è accesa nel centrosinistra - subito dopo le elezioni - la discussione sulle due opzioni possibili: cancellare queste leggi, come chiede la sinistra radicale, o semplicemente cambiarle, modificarle, come chiede una parte della sinistra riformista e del centro. A nessuno però era venuto in mente la possibilità che usando il termine “cambiarle” si alludesse a un peggioramento, cioè a un inasprimento delle leggi. Questa idea invece è venuta a Violante e a un altro gruppetto di deputati diessini che hanno depositato un disegno di legge che prevede, tra l’altro, il carcere per gli immigrati che dichiarano false generalità e pene severissime (sei anni di galera, un po’ più di quello che paga un italiano per uno stupro o qualcosa del genere) per quelli che (usando l’acido o altri prodotti chimici) modifichino le proprie impronte digitali. Naturalmente la legge stabilisce anche l’obbligo, per gli stranieri che chiedono il permesso di soggiorno, di lasciare le proprie impronte digitali (ma questo c’era già nella Bossi Fini, però con una formulazione che a Violante è parsa ambigua. Dice la Bossi-Fini: “saranno sottoposti a rilievi fotodattiloscopici”. Violante ha preferito rafforzare il precetto: “Dovranno essere sottoposti a rilievi fotodattiloscopici”. La proposta di Violante ha suscitato l’entusiasmo del leghista Roberto Costa e di Ignazio La Russa, An.

Qual è il senso della proposta di Violante? Ufficialmente quello di combattere la microcriminalità, che nel nostro paese ha sempre impressionato i benpensanti più della maxicriminalità. Di fatto la proposta di Violante promuove nuovi e più sofisticati e duri strumenti di persecuzione nei confronti di un “gruppo” specifico di residenti in Italia: gli immigrati. Non mi sembra, per questa ragione, che sia una forzatura parlare di proposta di legge xenofoba e razzista.

Si dirà: ma la legge punisce alcuni comportamenti, non alcuni gruppi sociali, o nazionali o etnici. Perciò non è discriminatoria né razzista. Alla fine dell’ottocento, in America - dopo la liberazione degli schiavi e gli anni d’oro della “recostruction” - i gruppi politici conservatori - spinti dalla forza delle organizzazioni razziste e del Ku Klux Klan - vararono alcune leggi che colpivano i neri anche senza nominarli. Per esempio - al fine di levare loro il diritto di voto, impedendo che condizionassero il potere politico, negli Stati del Sud - si stabilì che per partecipare alle elezioni bisognava iscriversi alle liste elettorali, pagando una tassa abbastanza alta, e poi si doveva dimostrare di essere alfabetizzati e istruiti, superando un esame piuttosto difficile. Se l’esame non veniva superato, o la tassa non era pagata, niente voto. Era noto che la popolazione nera aveva pochi soldi, non poteva permettersi di pagare troppe tasse, ed era anche noto che, essendo uscita da pochi anni dalla schiavitù, era nella sua stragrande maggioranza analfabeta.

Lo spirito della legge Violante è quello: individuare i punti più deboli della popolazione immigrata - cioè, soprattutto la difficoltà a ottenere permessi di soggiorno e quindi la necessità di arrangiarsi con degli strattagemmi per evitare espulsione - e colpire duro lì.

Ieri Mercedes Frias e Graziella Mascia, due deputate di Rifondazione, hanno fatto notare come la proposta di Violante rientri in quel filone di pensiero - fortemente reazionario, molto liberista e pochissimo liberale - che considera l’immigrazione come una pura risorsa economica, da razionalizzare e da volgere a vantaggio degli italiani. “Vengano per servirci, e obbediscano”. Escludendo dal problema immigrazione i due aspetti più significativi: la personalità degli immigrati - dei singoli immigrati - e la necessità di assicurare loro diritti uguali a quelli dei cittadini italiani. Questo filone di pensiero - soprattutto di destra, ma che talvolta si affaccia anche a sinistra - è di origine schiavista ed è la sintesi del cinismo politico assoluto.