Il capo dello Stato in un messaggio per la Giornata del Migrante
"Combattere il traffico di vite umane, non abituiamoci alle morti strazianti"
Napolitano: "Rigore sugli ingressi illegali
Ma gli immigrati sono una risorsa"
ROMA - "La strada dell'integrazione è ancora lunga". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio per la "Giornata del Migrante". Per Napolitano la politica da seguire con l'immigrazione deve seguire "coerenza e rigore" nel corso dell'integrazione, ed è necessario, ha aggiunto il presidente, che "gli ingressi avvengano in modo legale".
"Gli immigrati non devono più avere la paura di vivere in condizione irregolare e di sopportare le conseguenze dell'emarginazione che alla irregolarità si associa. E' soprattutto cruciale evitare i gravissimi rischi collegati agli ingressi clandestini, che troppo spesso avvengono per opera di organizzazioni che lucrano sul traffico di vite umane e generano un flusso incontrollato che può anche includere componenti criminali e che comunque provoca allarme nelle comunità nelle quale gli immigrati devono potersi inserire".
"D'altra parte - ha continuato - la criminalità che ha origine dall' immigrazione clandestina ha spesso come vittime gli stessi immigrati: bambini e adulti ridotti a lavorare in condizioni estreme ed umilianti, giovani donne costrette a prostituirsi, persone contrabbandate come merce di nessun valore e talora costrette a subire vere e proprie forme di schiavitù. Nè dobbiamo abituarci a tollerare le morti strazianti che uomini, donne e bambini trovano sulle vie di fuga da guerre, da conflitti interni, da situazioni di povertà e di carestia".
"L'emigrazione italiana - dice il presidente nel suo messaggio - ha subìto una drastica riduzione da diversi decenni e tuttavia non si è mai interrotta. I nuovi emigranti sono ormai in misura limitata lavoratori dipendenti e operai; si tratta soprattutto di tecnici, di imprenditori, di persone altamente qualificate. E sono in forte incremento i laureati italiani che scelgono di lavorare all'estero. Spero che i nuovi, come i vecchi emigrati, si trovino a loro agio nei Paesi che li ospitano, che possano mettere a frutto le loro capacità e vedere realizzati i propri progetti di vita. Tuttavia, spero anche che il nostro Paese sia in grado di offrire loro la possibilità di tornare in Patria, trovando gli stessi supporti e le stesse opportunità che li hanno motivati a partire".
"Ma l'Italia - prosegue l'inquilino del Quirinale - è oggi soprattutto un Paese di immigrazione. Un flusso che contribuisce a colmare carenze di manodopera, che consente alle imprese di produrre e alle famiglie di essere aiutate nella cura dei propri cari - aggiunge il Capo dello Stato -. Gli immigrati rappresentano ormai una quota significativa non solo dei nuovi occupati, ma anche dei nuovi imprenditori. Si tratta di un'immigrazione che si radica positivamente: basti pensare alla consistente presenza dei bambini nelle scuole o ai numerosi immigrati che comprano casa e prodotti di consumo durevole. Ma la strada dell'integrazione è ancora lunga e va affrontata con coerenza e rigore. A tal fine - ribadisce Napolitano - è anzitutto necessario che gli ingressi avvengano per via legale".