Dagli stranieri il 6,1% del Pil italiano
Ecco i dati contenuti nel libro 'Viaggio nell' Italia dell'immigrazione'
ROMA - Il 6,1% del Pil italiano (86,7 miliardi di euro) è frutto del lavoro degli immigrati.
Uno straniero su 2 (57%) ha il conto in una banca italiana e 560 mila dei circa 3 milioni di regolari nel nostro paese sono proprietari della casa dove abitano. Gli immigrati sono anche dei buoni contribuenti visto che, per gli ultimi dati del ministero dell'economia, evaderebbero le tasse meno degli italiani: nel 2004, ben 2.259.000 stranieri (81%) hanno presentato una dichiarazione dei redditi; 1,87 miliardi di euro sono stati pagati in tasse dagli stranieri che nel complesso hanno dichiarato guadagni per 21,3 miliardi di euro.
Sono alcune delle cifre contenute nel libro 'Viaggio nell' Italia dell'immigrazione, a cura di Elisa Cozzarini in cui si racconta il giro per l'Italia (15 incontri) che il ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, e il sottosegretario, Cristina De Luca, hanno avuto con amministratori regionali, locali ed associazioni degli immigrati, facendo così il punto (regione per regione) sullo stato dell'arte in materia.
Attraverso le voci e le storie degli immigrati (oltre 80) spicca un mondo di realtà, molto spesso lontana dall'immagine che l'opinione pubblica ha del fenomeno. In Umbria, ad esempio, é in corso un progetto di autocostruzione di case fra immigrati ed italiani. "Che c'é di strano? In Costa d'Avorio tutti ci facciamo la casa" commenta Toaly, trentenne che ha studiato in Francia, vive e lavora in un distributore di benzina ad Ellera di Corciano, vicino Perugia.
E proprio sul tema della casa, che insieme a quello della sanità e dell'istruzione, il ministro Ferrero attribuisce una valenza particolare nelle politiche per l'inclusione. "Non servono - ha detto Ferrero - politiche specifiche ma politiche che includano, che servano per gli stranieri e per gli italiani". Ferrero ha ribadito le critiche alla politica delle destre che attraverso la Bossi-Fini permette agli imprenditori di "usare gli immigrati, possibilmente clandestini, per lavorare perché costano meno e non hanno diritti sindacali. La Bossi-Fini permette l'evasione ed aggira le norme sulla sicurezza del lavoro".
A suo avviso, le risorse stanziate dagli enti locali e dalla società civile per l'integrazione degli immigrati sono state estremamente positive. In caso contrario, con i soli fondi statali, "ci sarebbe la guerra civile". Nel 2004, il 92% della spesa per l'immigrazione é servita a contrastare l'immigrazione, ben 190.271.000 a fronte dei complessivi 206.622.000 euro.