Free cookie consent management tool by TermsFeed Policy Generator Report della commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo sulle carceri italiane

Report della commissione Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni del Parlamento Europeo sulle carceri italiane

CarceriDal 26 al 28 marzo una delegazioni di tre eurodeputati, in rappresentanza della Commissione Libertà Civili, Giustizia ed Affari Interni del Parlamento Europeo, ha visitato il carcere di Poggioreale e di Rebibbia al fine di verificare se l'Italia stesse facendo progressi in merito alla condanna ricevuta dalla Corte Europea dei diritti dell'Uomo nel caso Torreggiani, in particolar riferimento al sovraffollamento delle nostre strutture.

Oltre a visitare le carceri la delegazione ha anche incontrato il Ministro della Giustizia, i responsabili del Dipartimento Amministrativo Penitenziario, alcuni Parlamentari nonché rappresentanti di organizzazioni che si occupano di carcere, tra cui Patrizio Gonnella e Stefano Anastasia, rispettivamente Presidente e Presidente onorario di Antigone.

A conclusione della loro ricognizione i tre eurodeputati hanno riconosciuto gli sforzi compiuti dalle autorità italiane per risolvere il problema del sovraffollamento, sforzi messi in atto per conformarsi alla sentenza Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Tuttavia si è sottolineato come ci sia ancora molto da fare esortando le autorità italiane a continuare e aumentare i loro sforzi in questo senso.
E' stato ricordato inoltre come il rispetto della dignità umana debba costituire lo standard minimo di trattamento dei detenuti, consentendo agli stessi di trascorrere abbastanza ore, ogni giorno, fuori dalla loro cella (avendo dimostrato come questo sia positivamente collegato ala prevenzione della recidiva); migliorando il programma di attività per i detenuti, prevedendo in particolare opportunità di lavoro e di attività di formazione professionale, gravemente carenti soprattutto nel carcere di Poggioreale.
La delegazione ha accolto anche con favore il piano carceri adottato dal governo italiano, sottolineando, tuttavia, che la costruzione di nuove strutture costituisce solo una soluzione complementare mentre l'urgenza è la necessità di ridurre il numero di detenuti.
Due importanti rilievi sono quelli avanzati ai punti 8 e 9 delle conclusioni del report della delegazione. Nel primo si invitano le autorità italiane a trovare una soluzione adeguata per i detenuti che stanno attualmente scontando una pena per reati legati alla droga, pena che, dopo l'abolizione della legge Fini-Giovanardi da parte della Consulta, in alcuni casi risulta superiore rispetto a quella che avrebbero dovuto scontare con le leggi precedenti, tornate in vigore dopo la dichiarazione di incostituzionalità della Fini-Giovanardi stessa. Nel nono punto, invece, si segnala la preoccupazione per l'ampio uso della carcerazione preventiva in Italia, istituto in contrasto con il principio della presunzione di innocenza, con una sollceitazione affinché le autorità riducano la sua applicazione.
Inoltre le autorità italiane vengono esortate all'applicazione di misure alternative, non detentive, per i detenuti che non sono socialmente pericolosi; a trovare una soluzione adeguata per i bambini piccoli attualmente detenuti con le loro madri, che costituiscono un gruppo particolarmente vulnerabile.
La delegazione poi ha accolto con favore l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge che introduce il reato di tortura nel codice penale italiano, sollecitando la Camera all'approvazione. Sottolineando, al contempo, delle negatività già denunciate da alcune realtà nazionali, compresa Antigone, per il fatto che questo reato non si costituisca come proprio, ma sia invece una fattispecie generica che prevede per il pubblico ufficiale solo un'aggravante.
Infine si rimandano alcuni inviti alle autorità competenti affinché: si concludano accordi con tutte le regioni italiane per garantire la creazione di una struttura terapeutica per i detenuti tossicodipendenti; alla cooperazione tra autorità nazionali e locali affinché offrano strutture che ospitino quei detenuti che potrebbero scontare la propria pena agli arresti domiciliari ma che non hanno un posto dove stare; si nomini un Garante Nazionale per i Diritti delle persone detenuti, con garanzie di indipendenza e le competenze necessarie per svolgere i suoi compiti.

A questo link il report completo (in inglese).

A questo link il report completo (in italiano).