Ecatombe al largo della Spagna 1600 migranti morti in 6 settimane |
Laura Eduati Il governo spagnolo lo sapeva da Natale ma i dati della Guardia Civil sono filtrati alla stampa solo in questi giorni: nelle ultime sei settimane del 2005 sono annegati dai 1200 ai 1600 migranti salpati dalla Mauritania nel tentativo di raggiungere le Canarie. Il numero agghiacciante viene ottenuto per sottrazione: secondo una ong con base in Mauritania da novembre si sono imbarcati per la Spagna dai 2mila ai 2500 africani. Ne sono arrivati soltanto 800-900. Le organizzazioni internazionali avvertono che il fenomeno era prevedibile: dopo gli assalti dei disperati a Ceuta e Melilla, la polizia marocchina ha l’ordine di non lasciar passare nessuno. Così migliaia di persone desiderose di raggiungere l’Europa stanno ripiegando sulla Mauritania. Ma a questo punto il tragitto che li separa dalle Canarie è di 1500 chilometri. Il 40% dei cayucos -barche simili alle canoe - si rovescia o affonda. Ma i migranti decidono di salpare lo stesso, affidando i propri soldi e la vita alle organizzazioni mafiose che da cinque anni gestiscono il business della tratta nell’Africa occidentale. «Per loro è come una roulette russa», spiega un responsabile della Mezzaluna Rossa: «o la va o la spacca». Madrid, in allarme, sta costruendo in Mauritania campi di detenzione per i migranti espulsi dal territorio spagnolo e ha inviato navi pattuglia per impedire che i cayucos salpino. A Lampedusa è iniziata la bella stagione: giunti 300 stranieri. La cifra è impressionante. E molto probabilmente sottostimata: in sei settimane l'Atlantico ha inghiottito dai 1200 ai 1600 africani che cercavano di raggiungere le Canarie a bordo di cayucos salpati dalla Mauritania. Il dato è quello fornito alla fine del 2005 dalla Guardia Civil al governo di Madrid e si riferisce allo scorso novembre, momento nel quale si sono ingrossate a dismisura le file di migranti subsahariani nelle coste della Mauritania. Una conseguenza prevedibile dopo gli assalti alle frontiere di filo spinato di Ceuta e Melilla, le due enclave spagnole in territorio marocchino. Rabat da allora controlla ferocemente le sue frontiere, ed è così che le migliaia di persone in fuga dalla carestia e dalla miseria si vedono costrette a riparare nella più meridionale Mauritania. La ong Medici nel Mondo si dice convinta che la maggior parte dei migranti che tenta di salpare dalla Mauritania siano gli stessi che furono respinti a Ceuta e Melilla. Ma mentre dal Marocco le Canarie distano dai 100 ai 200 chilometri, dalle coste mauritanie la distanza tocca i 1000-1500 chilometri: un viaggio lungo e pericoloso. Solo una settimana fa la nave-ospedale Esperanza del Mar ha ripescato 25 cadaveri a 70 miglia dalle coste della Mauritania. Ma ai migranti sembra non fare differenza. Sulle coste mauritane, secondo le organizzazioni internazionali, si sono ammassate in poso tempo 15mila persone pronte a rischiare la vita pur di raggiungere l'Europa. Senza contare coloro che, invece, sono dispersi nel territorio mauritano impiegati nei lavori più umili per racimolare il denaro necessario a pagarsi la traversata via mare. Tutti sono destinati a cadere in mano delle 45 organizzazioni mafiose che da cinque anni gestiscono la tratta degli esseri umani tra l'Africa occidentale e la penisola iberica. Il business è così redditizio che i trafficanti hanno persino abbassato i prezzi: una traversata verso la Spagna oggi vale dai 250 ai 1000 euro. Ma anche la vita dei migrani vale meno. Non sanno che il 49 % dei cayucos (imbarcazioni simili alle canoe) sono destinati ad affondare o a rovesciarsi come gusci di noce. Come puntualizza Ahmed Ould Haya, responsabile della Mezzaluna Crescente in Mauritania, "è come la roulette russa: o la va o la spacca". Ahmed Ould Haya è stato il primo, qualche giorno fa, a lanciare l'allarme sul numero pazzesco di annegati. Il calcolo, dice, è semplice: da novembre 2mila-2500 migranti si sono imbarcati da Ouadibou alla volta delle Canarie, ma solo 800-900 di essi vi sono arrivati. Vivi. Per il governo Zapatero è la seconda grave crisi umanitaria nel giro di sei mesi. La Spagna non ha dimenticato le centinaia di migranti che l'autunno scorso venivano abbandonati, senza cibo né acqua, nel Sahara dalla politica maroccina incaricata proprio da Madrid di farsi carico degli stranieri espulsi. Eppure il governo Zapatero pare più allarmato dall'alto numero di arrivi che dalle tragedie del mare: dall'inizio del 2006 sono sbarcati alle Canarie più migranti che in tutto il 2005. E giusto ieri El Pais rivela che in soli sette anni si sono contati 100mila migraniti giunti in Spagna a bordo dei barconi. La strategia dei socialisti iberici - convolgere i Paesi africani nelle operazioni di polizia e gestione del fenomeno migratorio, come faceva Aznar - non cambia di una virgola: pochi giorni fa è entrato in funzione un piano urgente di cooperazione Spagna - Mauritania, che comprende l'invio di navi pattuglia spagnole nelle coste mauritanie e aiuti per la costruzione di campi dove ammassare i migranti espulsi dalle Canarie (in questi giorni ve ne sono 2200, disseminati in vari campi gestiti dall'esercito). Il primo di questi campi profughi verrà allestito a Nuadibù, ossia nel porto ai confini con il Sahara Occidentale da dove partono i disperati. Nelle intenzioni di Zapatero il campo ospiterà dalle 150 alle 200 persone per volta, di ritorno dalla Spagna, ma non chiarisce quale sarà il destino di questi migranti: verranno espulsi una seconda volta verso i loro Paesi di origine? Il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Morantinos ha ottenuto che l'immigrazione venga inserito al primo punto dell'ordine del giorno nel prossimo consiglio d'Europa. Il calcolo dei morti affogati nel tentativo di mettere piede in Europa è mestiere difficile. Dal 1988 a oggi le testate giornalistiche ne hanno documentate poco più di 3mila. Ma oggi, dopo le notizie che provengono dalla Mauritania, paiono cifre ridicole. Lampedusa ha celebrato l'inizio della primavera con l'arrivo di 300 migranti, che si vanno aggiungere ai 120 rinchiusi nei giorni scorsi nel cpt al centro della bufera tra Pisanu e i 30 parlamentari del centrosinistra che presentarono un esposto contro ignoti per violazioni del diritto umanitario. Dall'ottobre scorso Pisanu risulta indagato. L'europarlamentare del Prc Giusto Catania si insospettisce dopo aver saputo che ieri sono stati espulsi da Catania 65 egiziani. "La procedura di identificazione dei migranti è assolutamente falsata, spesso vengono deportati in Libia o in Egitto cittadini di altre nazionalità". |